Elezioni a Lamezia, monito di Piccioni (Lbc) al Pd: "Accordo o andremo da soli"

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Rosario Piccioni e Daniela Grandinetti
  28 settembre 2019 22:06

di ANTONIO CANNONE

Alla determinazione del centrodestra, lo schieramento opposto di centrosinistra  risponde con incertezza e confusione. Ancora alla ricerca di quell'unità che potrebbe essere utile per sovvertire il pronostico. In serata, iniziativa del movimento "Lamezia  bene comune" che annovera esponenti della Giunta Speranza ed ex dirigenti di Sel e  della sinistra lametina.
In attesa di un ulteriore incontro con il Pd, si è tenuta in piazza Mazzini  l'iniziativa pubblica annunciata con gli interventi di Daniela Grandinetti e Rosario  Piccioni dai quali è emersa chiaramente la posizione di questa aggregazione e l'idea  prevalente di ricercare un sindaco che "deve avere valori morali ed etici. Non ci  serve un superuomo ma un primo cittadino che sappia rappresentare al meglio la  città".
Quindi la "stoccata" al Pd. "Non siamo a livelli di ultimatum, ma esiste la  possibilità che andremo da soli per la nostra strada senza il Pd".  In precedenza, fulmini e saette contro la destra responsabile del  terzo  scioglimento del Consiglio comunale con la Grandinetti che in apertura ha lanciato  strali contro "chi poi si ricandida e viene rieletto come se nulla fosse. La stessa  sentenza (riferendosi alla recente decisione del Consiglio di Stato) dà un monito  come un macigno alla città. Ogni cittadino dovrebbe far riferimento al proprio senso  civico".
Si entra nel vivo della situazione attuale del centrosinistra. "Ci aspettavamo - ha  evidenziato Grandinetti - un atto di responsabilità dal Pd per avere un candidato  non da libro dei sogni ma concreto, da contrapporre ad un esercito di candidati del
centrodestra. Avendo bisogno di una riscossa dobbiamo superare il clima di veleni e  voltare pagina".
Rosario Piccioni sposta subito dopo le riflessioni su argomenti come quelli legati  al rapporto con la gente. "Dal 1 settembre ad oggi - ha rimarcato - in questa città  non ho visto una manifestazione per parlare ai cittadini, se non le nostre, e questa  sera abbiamo come dato definitivo quello della sentenza del Consiglio di Stato. Ci  sono stati troppi silenzi in questi anni, non si è discusso di nulla".
Affondo di Piccioni sempre sui contenuti della sentenza del Consiglio di Stato. "I  processi si fanno nei Tribunali e non in piazza", a voler sottolineare che bisogna  prendere atto di quanto stabilito dai giudici, senza imprecare alla malasorte o a  complotti.
Nella parte finale dell'intervento, Piccioni parla dell'idea del movimento "Lamezia  bene comune "nato con ampi riscontri, poi rallentanti con l’andare dei mesi. Già ad  agosto si era chiesto al Partito democratico di iniziare un percorso per delineare  candidati e programmi: a 14 giorni dalla presentazione delle liste ancora tutto è  fermo. Nessuno pretende di imporre un proprio nome, ma di fare sintesi. Noi avevamo  dato apertura ad esponenti autorevoli del Pd che, per motivi personali, hanno poi
fatto un passo indietro. A questo punto non escludiamo di andare avanti da soli".
In conclusione, per Piccioni "date le supposizioni di quanto in costruzione da parte  del centrodestra, con 7 liste che non permettono il controllo come avvenuto nel  2015, o con personaggi citati nello scioglimento o borderline, il quarto  scioglimento è un rischio che torna nel monito del Consiglio di Stato. Spero che  giovani e validi professionisti abbiano entusiasmo e vogliano mettersi in gioco".
Tuttavia, lo stesso esponente della sinistra, paventa "il rischio che a candidarsi  siano sempre le stesse persone, siano eletti i soliti noti". Ora la palla passa al Pd (che al suo interno nei recenti confronti anche con "Lamezia bene comune" aveva virato sul segretario cittadino Antonio Sirianni. Proposta però non condivisa da Piccioni e gli altri, alla presenza anche di Milena Liotta e Francesco Grandinetti) per convergere e fare sintesi, soprattutto con  questo movimento che racchiude, di fatto, le altre anime di una sinistra comunque  debole che sembra presentarsi all'appuntamento senza un candidato "forte",  carismatico che e possa  mettere tutti d'accordo.
All'orizzonte, però, si addensano "nuvoloni grigi" per un centrosinistra che di solito,  dopo ogni scioglimento comunale, è uscito sempre vincente dalla competizione  elettorale.

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