Elezioni a Simbario, il Tar "salva" l'Amministrazione in carica: respinto il ricorso di Versace

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  07 novembre 2024 11:11

di STEFANIA PAPALEO

L'Amministrazione comunale di Simbario è salva. Il Tar Calabria ha respinto il ricorso elettorale con cui i candidati della lista guidata da Raffaele Versace chiedevano l’annullamento delle elezioni comunali di Simbario che, a giugno scorso, avevano decretato la vittoria dell'attuale sindaco Gennaro Crispo.

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I giudici amministrativi, dunque, hanno accolto la tesi portata avanti dall’avvocato Giuseppe Pitaro, per conto dell'Amministrazione comunale, e dall’avvocato Gaetano Liperoti, nell'interesse dei consiglieri di maggioranza.
LEGGI QUI LA TESI DIFENSIVA 

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In particolare, i ricorrenti contestavano la presunta attribuzione di due schede recanti il segno sulla lista vincente ed il voto di preferenza su candidati della lista avversaria, sostenendo che tali schede avrebbero dovuto essere annullate: il Tar ha rilevato che l’attribuzione di tali schede alla lista è legittima, in quanto – nei Comuni con meno di 15mila abitanti – il voto alla lista prevale su quello di preferenza, costituendo una chiara manifestazione di volontà dell’elettore per il candidato a sindaco di cui ha barrato il contrassegno.

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Legittima è stata anche ritenuta l’ammissione al voto assistito di 9 elettori, in quanto affetti da patologie inerenti la vista e deficit degli arti superiori, così come previsto dalla normativa elettorale.

Tecnicamente, secondo i giudici "è da qualificarsi alla stregua di mero errore materiale l’indicazione, alle pagine 27 e 50 del verbale, del complessivo numero degli elettori, pari appunto a 938, nel riquadro relativo ai votanti, pari invece a 264, cifra conseguente alla somma di 258 voti validi, 1 scheda bianca, 4 schede nulle e 1 scheda, con il residuo di 674 schede non utilizzate, quale differenza tra 938 e 264".

Dunque, crolla l'assunto portato avanti dai ricorrenti davanti al Tar Calabria, presieduto da Giancarlo Pennetti (Primo Referendario, Estensore: Arturo Levato; Referendario: Valeria Palmisano), che li ha anche condannati a pagare le spese di giudizio.

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