Emergenza rifiuti, il sistema appeso tra una discarica privata e i ritardi del pubblico: ecco cosa c'è dietro il "carteggio" (finito in Procura) fra Santelli ed il dg Pallaria

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images Emergenza rifiuti, il sistema appeso tra una discarica privata e i ritardi del pubblico: ecco cosa c'è dietro il "carteggio" (finito in Procura) fra Santelli ed il dg Pallaria
Domenico Pallaria

Mancano le discariche pubbliche: "Saranno pronte fra 2 anni". Il presidente della Regione ha chiesto un'istruttoria più approfondita prima di firmare la nuova ordinanza sulla discarica privata di Crotone. Il manager Pallaria risponde con una ventina di pagine: "Non ho mai perorato la causa del privato. Indicazione dagli Ato e dall'Anci. Il settore rifiuti è senza dirigente"

  17 maggio 2020 17:47

di GABRIELE RUBINO

L’emergenza rifiuti in Calabria non è mai sparita, è stata soltanto stata messa inevitabilmente in ombra da quella mondiale del Covid-19. Ma adesso torna alla ribalta, con il classico canovaccio di blocchi agli impianti e rifiuti – in alcune città- in mezzo alla strada. In queste ore il neo presidente Jole Santelli è chiamato ad accollarsi ritardi e responsabilità delle passate gestioni. Il problema semplificato è: mancano le discariche. Pur aumentando la raccolta differenziata, una quota di rifiuti non è riciclabile e dovrebbe finire nelle “pattumiere”. Se non c’è spazio nelle discariche ci sono ripercussioni a monte, perché la raccolta dei rifiuti deve essere inevitabilmente ridotta per evitare sovraccarichi all’intero sistema. Il ciclo si inceppa.

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LE MISSIVE DI SANTELLI E DEL MANAGER "INDIRIZZATE" ALLE PROCURE- Dai presidenti degli Ato (gli ambiti territoriali ottimali, suddivisi su base provinciale) e dall’Anci si è preso atto che l’unica soluzione al momento percorribile è quella di un nuovo sovralzo della discarica privata di Crotone per circa 80 mila metri cubi, per l’equivalente di 75 mila tonnellate. La bozza dell’ordinanza è stata predisposta dal manager regionale Domenico Pallaria, ma il presidente Santelli ha frenato. In una missiva al dg, prima di firmare un'ordinanza contingibile e urgente, ha chiesto “una più approfondita istruttoria in merito all’ipotesi delle discariche pubbliche”. La tesi della Santelli è che a distanza di otto mesi (rispetto all’ultima ordinanza del 7 settembre 2019) ci vogliono validi motivi per autorizzare la replica della precedente misura quando “procedure amministrative per l’utilizzo delle discariche pubbliche, risultano cronologicamente avviate prima di quelle presentate dalla struttura privata”. La lettera non è stata indirizzata soltanto agli addetti ai lavori e ai canonici attori istituzionali, ma portata “a conoscenza” anche delle Procure di Catanzaro e Cosenza. Con gli stessi identici destinatari (inclusi quindi i procuratori Mario Spagnuolo e Nicola Gratteri), il supermanager Pallaria ha elaborato il suo “riscontro” al presidente. 

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PALLARIA: "LA PROPOSTA DELLA DISCARICA PRIVATA DI CROTONE NON E' MIA MA DEGLI ATO E DELL'ANCI"- Se Santelli voleva un’istruttoria “più approfondita”, Pallaria le ha dato 21 pagine da studiare. Una sorta di cronistoria delle perizie del settore rifiuti in Calabria degli ultimi anni. Il dato di fondo è che l’inevitabile, anzi “impellente” soluzione della discarica di Crotone in località Columbra “emerge chiaramente dal verbale della riunione Regione/ATO/ANCI del 28 aprile scorso”. “Dal verbale - prosegue Pallaria - è facilmente rilevabile che la proposta parte proprio dagli ATO e dall’ANCI”. Per completezza, a quella riunione hanno preso parte, apparentemente senza obiettare, l’assessore al Bilancio Franco Talarico (in mezzo c’è la questione dei debiti pregressi dei comuni verso la Regione) e l’assessore all’Ambiente Sergio De Caprio. “Non è lo scrivente, quindi, che perorerebbe la causa privata. Di contro – sostiene Pallaria-, e come potrà facilmente dimostrare, lo scrivente – coordinatore per l’impiantistica di Piano regionale dei rifiuti – si è oltremodo attivato per “sbloccare” la discarica pubblica di Melicuccà (RC), nonché a studiare la fattibilità della discarica di Rose per la quale occorre un intervento legislativo”.

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LE DISCARICHE PUBBLICHE "A RILENTO"- Il presidente Santelli voleva sapere perché non si sono sbloccate le procedure sulle discariche pubbliche richiamate nell'ultima ordinanza. Questi i casi principali su cui Pallaria ha relazionato. Quella di Cassano allo Jonio, per cui è stato individuato (dalla Regione) un commissario ad acta. Quest’ultimo, nella ricostruzione di Pallaria “ha si inoltrato domanda canonica di AIA, ma non ha ancora proceduto con l’individuazione, a norma di legge, del gestore delle volumetrie in sovralzo. A ciò si aggiunge la necessità che ATO CS e Comune devono adottare gli atti necessari ad assicurare la copertura finanziaria della spesa”. Il comune oppone delle resistenze, così come ci sono per la discarica di San Giovanni in Fiore da parte dell'amministrazione municipale e di quella di Caccuri, nonostante l'autorizzazione alla sopraelevazione per 26 mila mc non si sia stata ancora "adoperata". Su Castrovillari, per l'utilizzazione residua di 20 mila mc sono sorti dei dubbi che dovrebbero essere dipanati dalle risultanze di una verifica regionale che arriveranno in settimana. Capitolo Castrolibero. Dopo anni di progetti, varianti e lavori fermi, il comune (nella seconda metà del 2019) si è opposto alla richiesta di proseguire con l'Aia (autorizzazione integrata ambientale) per la messa in esercizio. Non si prosegue con il commissariamento, spiega Pallaria, perché la variante interviene su un contratto in essere e si è registrato il superamento di alcuni analiti che ne sconsigliavano ogni intervento. Per la discarica di Lamezia Terme ci sono tre vasche: le prime due sono sottoposte a sequestro dal Noe, la terza sarà oggetto di un progetto definitivo da parte del comune ma non sarà una passeggiata perché sono necessari una variante urbanistica ed alcuni espropri.

"SETTORE RIFIUTI SENZA DIRIGENTE DA MESI"- In questo quadro tutte le altre discariche pubbliche a servizio degli impianti di trattamento non potranno entrare in funzione prima di due anni. Quelle "meno complicate" dovrebbero essere quella di Catanzaro nell'impianto di Alli e quella di Motta San Giovanni nel Reggino. L'Ato di Cosenza non ne ha ancora individuate. Pallaria nelle sue indicazioni finali non esclude l'ipotesi di gare per portare i rifiuti fuori regione, ma negli scorsi anni parecchi tentativi sono andati a vuoto. In questo quadro, oggi, non resterebbe che la soluzione privata di Crotone, cercando di non perdere altro tempo con le procedure di quelle pubbliche (Cassano allo Jonio, in primis). Pallaria, che pur essendo dg ai Lavori pubblici, ha una sorta di ordinanza "nominativa", la numero 448 del 2017, tale da renderlo una sorta di coordinatore per il completamento e l’efficientamento del sistema impiantistico regionale con cui deve confrontarsi il dipartimento Ambiente. Peccato però che, come denunciato da Pallaria alla Santelli, da fine dell'anno scorso l'incarico di dirigente del settore Rifiuti è rimasto vacante.Gli atti li sta firmando soltanto lui, come se tutto il gravame dei rifiuti calabresi fosse soltanto sulle sue spalle. Situazione burocratica da "tamponare", maggiore responsabilità (non solo sulla carta) degli Ato sono le riflessioni conclusive della nota del "project manager" Pallaria, che infine suggerisce l'idea di raddoppiare il termovalorizzatore di Gioia Tauro capace di assorbire buona parte degli scarti di lavorazione. Indicazioni futuristiche alla Santelli. Il presidente prima però deve decidere se firmare l'ordinanza che autorizza per l'ennesima volta il sistema regionale a chiedere soccorso alla discarica privata di Crotone o se trovare altre soluzioni. 

 

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