di CARLO MIGNOLLI
È stato pubblicato il 30 maggio il nuovo singolo dell’artista Dalen, nativo di Crotone, intitolato "Emigrato". Questo brano, definito “cantautorave”, unisce la profondità tipica del cantautore alla vivacità della musica techno. La canzone esprime i contrastanti sentimenti presenti in una regione come la Calabria, segnata dall'emigrazione. I genitori trasmettono ai figli fin da piccoli un'avversione verso il loro luogo di origine, quasi come un deterrente per spingerli ad andarsene e a tornare solo durante le feste. La necessità di riuscire a tutti i costi e l'ossessione per il successo portano a detestare la propria terra, costringendo a vivere lontano per tutta la vita. "Emigrato" è stato presentato in anteprima al teatro EuropAuditorium di Bologna durante un concerto del Prof. Roberto Vecchioni, che ha chiuso l'”Inspiegabile Tour” di Dalen, con oltre 100 concerti organizzati in autonomia in un anno. Al concerto di Bologna, uno dei teatri più grandi d'Italia, 2000 spettatori hanno accolto con entusiasmo "Emigrato" e l'esibizione di Dalen. Anche Vecchioni, prima del suo spettacolo, ha lodato le qualità dell’artista calabrese. Proprio lo stesso Dalen si è raccontato ai nostri microfoni attraverso un’interessante intervista:
Com'è nata l'idea per "Emigrato"? Cosa ti ha ispirato a scrivere questa canzone?
«L'ispirazione nasce proprio dal fatto di vivere in un luogo come la Calabria, che ha una grande particolarità nel racconto di generazione in generazione rispetto ai sentimenti e all'approccio che si ha verso questa terra. È una terra a cui si viene immediatamente educati: si insegna ai bambini ad odiare, a discriminare, ad abbandonare. Ma allo stesso tempo c'è il paradosso che, essendo la tua terra, essendo il luogo in cui sei nato e facendo parte geneticamente di questo tessuto culturale, chiaramente la ami, l'adori, ci vuoi vivere».
Ritieni che il brano appena uscito sia molto personale?
«Credo sia proprio un brano completamente opposto al personale, è una fotografia vera, reale, cruda della realtà. Non è una mia personale idea che la Calabria sia la regione più spopolata d'Europa, sono i dati ISTAT che lo dicono. Non è una mia idea che la Calabria sia la regione con il più basso livello di vivibilità per questioni sanitarie, trasporti, livello di infrastrutture, eccetera. Sono i dati europei che lo dicono. Quindi non è una canzone personale, non è una canzone che parla dell'amore per la mia donna, è una canzone che parla di una realtà secolare, di un luogo che vive queste condizioni economiche e sociali, e gli abitanti di questa regione sicuramente non hanno la stessa vita di chi nasce in Emilia, o di chi nasce in Lombardia o in Friuli. Quindi è una fotografia di uno spaccato sociale e territoriale molto preciso, che è la Calabria, che è il Sud, quindi è collettivo, non personale».
Quali sono le caratteristiche e le novità, se ci sono, del brano? Ci sono particolari sonorità?
«"Emigrato" è il primo brano di “cantautorave” mai prodotto. In Italia, se vogliamo parlare di definizioni, non di generi, non esiste lo scaffale nei negozi o gli scaffali digitali dove tu scrivi "cantautorave". Cioè, se scrivi "cantautore" ti escono certe cose, se scrivi "techno rave" ti escono altre cose. Infatti con la distribuzione c'è stato un problema su dove inserirlo. Alla fine abbiamo scelto la doppia definizione "cantautore" più "techno rave". È interessante perché magari da qui si può aprire una nuova vita di questo genere, un nuovo movimento. Perché quando mi chiedono che cos'è "Emigrato", rispondo che non è un semplice brano da cantautore. No, è "cantautorave". "Emigrato" è un brano che vuole unire in maniera consapevole, forte, decisa, due ambienti che si stanno sempre più distanziando nella musica contemporanea e nel panorama italiano e mondiale. Cioè, o le canzoni sono belle, con dei testi veri che ti fanno riflettere ma sono noiose, oppure sono musiche interessanti che ti fanno ballare e divertire, ma i testi sono banali o addirittura inesistenti. Quello che ho voluto fare è stato unire fortemente queste due tendenze e, invece di farle divergere e vivere in due stanze diverse, le ho messe nella stessa stanza. È come se avessi chiuso a chiave in una stanza un tifoso della Lazio insieme ad uni della Roma. Perché a me non piacciono le divisioni, ma le unioni. Quindi volevo creare un brano “per il cuore e per il culo”. Il testo è per il cuore, la musica è per il culo. Perché non capisco il fatto che se uno scrive delle cose vere, belle, impegnate, dirette a livello testuale, non possa fare anche una musica figa che ti fa muovere e ballare».
Perché hai scelto di presentare il singolo a Bologna con Roberto Vecchioni? Cosa ha rappresentato per te?
«Il perché, credo che nessuno rifiuterebbe un invito del genere. Se giochi a calcio e Ronaldo ti invita a fare una partita durante un suo campionato, nessuno gli direbbe di no. Io sono un cantautore esordiente, al mio secondo singolo, e uno come Roberto Vecchioni, che ha più di 40 anni di carriera dopo aver ascoltato il mio primo singolo "Crotone", mi ha proposto di di presentare “Emigrato” al teatro EuropAuditorium di Bologna. È chiaro che anche un folle avrebbe detto di sì».
Quali sono i consigli che ti ha lasciato il maestro Vecchioni?
«Lavorare con gente di questo calibro ti fa capire prima di tutto i limiti che hai, quanto ancora lunga la strada da percorrere e soprattutto quali sono le cose più importanti su cui puntare durante questo tragitto. Che la celebrità, la fama, i soldi, il potere e il possesso di cose materiali sono eventualmente l'ultima conseguenza di un percorso che invece fa parte di un lavoro su se stessi, sia per ridurre e lavorare sui limiti personali, ma anche per affinare tutte le capacità creative di scrittura, di composizione, di arrangiamento, di canto. Quindi questa è la lezione più importante da un maestro come Roberto Vecchioni, anche perché in Italia in questo momento ne abbiamo pochissimi e posso dire di aver avuto una grande “botta di culo” nell’incontrarlo».
Ci sono artisti da cui cerchi di prendere ispirazione? Se si come hanno influenzato la tua musica?
«Guarda, non ho né uno né dieci artisti da nominare. Ti posso dire semplicemente che il mio ascolto va dall'hard rock al jazz, al mondo hip hop, al neomelodico. L'ispirazione per un artista è come l'acqua per un pesce. Quindi tutto diventa funzionale all'ispirazione, dal modo in cui vai a prendere il caffè al bar la mattina a quello che senti al supermercato o in radio. Io non ho mai voluto usare la parola "genere", perché i generi non esistono. Il genere musicale per me è come dire razza a livello umano: non esiste la razza umana, noi siamo una specie, non una razza. Altrimenti si fa l'enorme e disgustoso errore di parlare di razza superiore e razza inferiore, come si fa lo stesso errore nelle arti di porle una sopra l'altra. La musica classica non è più importante di nessun'altra musica e viceversa. La musica è l'arte più effimera che esiste su questo pianeta, è la cosa di cui abbiamo bisogno tutti ed è semplicemente una scintilla di magia».
Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai in programma di pubblicare un nuovo album o di intraprendere un tour?
«Quello che sto facendo è scrivere canzoni, pubblicare i singoli che sento più giusti per me nel momento in cui li pubblico e, dopo l'uscita dei singoli, iniziare o continuare collaborazioni sempre più interessanti da un punto di vista umano e professionale per quanto riguarda la bravura e la stima che nutro per l'artista a cui ci stiamo riferendo. Molte cose accadono per caso, come con Vecchioni. Chiaramente non avrei mai detto di no a un maestro come lui, ma non l'avevo mai pensato. Non avrei mai pensato di condividere il palco con un mostro sacro come lui. La sera che ci siamo conosciuti lui aveva un concerto, e mi ha chiesto "Hai la chitarra con te? Sì, sali e canta “Crotone”. Poi non è stato possibile per questioni di tempo e tecniche, ma questo per farti capire che tutto è possibile se si è in due. Anche lui è una persona estremamente matura, elastica, geniale e quindi da un genio queste cose te le aspetti. I progetti sono continuare a pubblicare singoli, sicuramente ne uscirà uno dopo l'estate. Con i singoli accoppiare dei tour, anche quest'estate ci sarà il tour dell'"Emigrato", che parte il 15 giugno fino alla fine di settembre, in molte regioni italiane: ho già concerti in Puglia, in Calabria, in Sicilia, in Campania, in Veneto, in Liguria, in Piemonte, in Lombardia. A fianco a questo tour ci saranno aperture di concerti, delle collaborazioni che ormai si stanno solidificando, quindi i vari artisti che ho seguito già. E ce ne saranno di nuovi, ma ancora non posso fare i nomi».
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