di ENNIO CURCIO
Con l'arrivo delle festività pasquali, in Calabria si ripropone il vecchio e annoso "scandalo" dei voli costosissimi per Milano o Roma. Andare a Berlino o addirittura a New York è più economico. Certo il "mercato" determina i prezzi, ma allora perché dobbiamo versare, tutti noi calabresi, a queste compagnie milioni di euro all'anno per averle nei nostri scali, se poi siamo vittime delle loro scelte di marketing ?
Mi torna in mente una storia di qualche anno fa, che tutti o quasi hanno dimenticato, ma che vale la pena ricordare, perché è vergognosa e va raccontata ai più giovani. Una decina di anni fa circa, un uomo venne nominato presidente della Sacal, la società che all'epoca gestiva solo lo scalo di Lamezia Terme e che oggi gestisce anche Crotone e Reggio Calabria. Quest'uomo veniva dal mondo dell'impresa privata, si era formato alla Bocconi e aveva deciso di lasciare la sua "felice" posizione nelle aziende di famiglia, per dedicarsi alla collettività, senza alcun altro scopo, tanto che rinunciò anche al suo stipendio da presidente.
Appena entrato nella Sacal, vide che i conti erano in rosso a tal punto che non potevano essere pagati neanche gli stipendi dei dipendenti e, senza sbandierarlo ai quattro venti, andò in banca e per farsi dare un milione e mezzo, per saldare i debiti e gli stipendi, diede i propri beni personali a garanzia.
Per essere piú espliciti, diede la propria casa ed il proprio patrimonio a garanzia del debito contratto dalla Sacal. Questo fatto più unico che raro, dice già tutto di quest'uomo generoso e straordinario.
Con queste premesse, inizò la sua avventura da manager e tanto per cominciare impose alle compagnia low-cost un diverso metodo gestionale. Se volete venire a Lamezia a lavorare, disse questo manager, non avrete più soldi pubblici perché il nostro traffico aereo è appetibile ed i numeri dei passeggeri sono notevoli ed in crescita, scatenando ovviamente l'ira degli amministratori delegati di quelle compagnie che sino ad allora erano "ingrassati" con i soldi dei calabresi. Intanto, il nostro manager non se ne stava con le mani in mano, faceva progettare a costi zero per la Sacal il nuovo scalo ed iniziava a studiare insieme ad esperti del settore, suoi amici personali, la fattibilità e convenienza del progetto di un'unica società che gestisse i tre scali calabresi, senza che tale progetto costasse un euro per le casse della Sacal. Rimise in sesto i conti della Sacal e quando lo " fecero fuori", arrestandolo ingiustamente, per poi assolverlo dopo un processo durato anni, i suoi successori trovarono la strada spianata per realizzare ciò che lui aveva programmato.
Quest'uomo si chiama Massimo Colosimo, noi lo vogliamo ricordare perché la Calabria è in debito con lui, anche se lui non ha mai chiesto il conto per quanto ha dato e purtroppo subito, anzi se ne sta in disparte a curare le sue floride aziende. Questi uomini servono alla Calabria, ma forse la Calabria non serve questi uomini, ed ecco perché siamo così disperatamente indietro al resto dell'Italia e dell'Europa.
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