di ENZO ROMEO
Ho aderito, da cittadino vibonese, alla petizione che è stata lanciata in queste ore in
favore del Sistema Bibliotecario Vibonese.
Un’iniziativa meritoria che prescinde dal colore politico ponendosi invece l’obiettivo
di sensibilizzare la città su un tema davvero importante, un grande patrimonio
culturale che ha fatto storia nella Vibo Valentia di questi ultimi anni e che da tempo
versa in una condizione di disagio economico mai presa in seria considerazione dalle
istituzioni pubbliche che avrebbero dovuto, con sensibilità e visione dell’interesse
generale, agire per tempo e agire con sapienza e impegno fattivo.
Non voglio entrare nel merito, anzi sorvolo e guardo avanti.
Il Sistema Bibliotecario Vibonese può ancora essere salvato rivolgendo attenzione
primaria al suo asset principale: gli oltre 90.000 volumi e file multimediali che lo
costituiscono.
Una sottoscrizione generale, sotto l’egida di un accordo protocollare tra tutti i
sottoscrittori può essere una formula, così come proposta dalla petizione.
Ma io voglio aggiungere un tema di ulteriore evidenza propositiva: che il nuovo
Sistema Bibliotecario diventi anche la sede del prossimo Polo Universitario di Vibo
Valentia. Questa proposta, se realizzata, permetterebbe di accedere ai finanziamenti
regionali ed europei del “Progetto Cultura”, ottenendo così una risoluzione anche
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al problema del Sistema Bibliotecario valorizzando ancora meglio la struttura nel
suo complesso.
In questo schema, occorre tuttavia anche un gesto di buona volontà: occorre che il
Comune di Vibo Valentia sospenda il provvedimento di sfratto trasmesso al Sistema
Bibliotecario qualche giorno fa, una sospensione che arrivi fino al completamento
della prossima competizione elettorale e all’insediamento della Giunta, consentendo
alla nuova amministrazione comunale di costituire l’apposito comitato ad hoc per la
gestione dell’iniziativa di risanamento disegnando, al contempo, le prime linee guida
per l’allocamento sia del Sistema Bibliotecario che dell’Università.
Credo fermamente che chiunque possa giungere alla guida dell’amministrazione
comunale non potrà che procedere in questa direzione per il bene della città e di uno
dei suoi patrimoni più importanti, guardando in prospettiva a Vibo come città
universitaria e della cultura.
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