"Life sentence without hope". E' su questo concetto che oggi la Corte europea dei diritti dell’uomo dovrà decidere: la leicità o meno dell'ergastolo ostativo all'interno del nostro ordinamento.
I giudici che fanno da filtro alla Grande Chambre, infatti, è chiamata a decidere se le norme 4-bis e 58-ter dell’ordinamento penitenziario italiano – che impediscono all’ergastolano di fruire della liberazione condizionale, delle misure alternative e degli altri benefici penitenziari quando non abbia mai dato prova di resipiscenza e non abbia collaborato con la giustizia – stanno a significare una "condanna a vita senza speranza".
Se la decisione dovesse orientarsi sul sì, i magistrati convalideranno la sentenza della Cedu del 13 giugno, che già aveva ritenuto inumano e degradante l'ergastolo ostativo, che violerebbe l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani
In caso contrario, se saranno ammesse le argomentazioni del governo italiano che ha fatto ricorso contro la decisione di Strasburgo, la parola passerà alla Grande Chambre che si pronuncerà nei prossimi mesi.
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