Era uno dei boss più ricercati e temuti al mondo: narcotrafficante, uomo di potere, Rocco Morabito è stato arrestato il 25 maggio 2021 dalla polizia federale brasiliana, nel corso di un'operazione congiunta con i Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Reggio Calabria, supportati dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia - progetto I-Can e dalle agenzie statunitensi Dea e Fbi e ora deve scontare una pena definitiva di 30 anni di reclusione. Cinquantasenne di Locri, è stato estradato dal Brasile ed è atterrato questa mattina all'aeroporto di Roma- Ciampino.
Secondo solo a Matteo Messina Denaro, mancava dall'Italia da trent'anni: è il nipote di Giuseppe Morabito, Rocco è stato uno dei più influenti e potenti ndrine della Locride, quella della stessa famiglia.
Nel 1988, a 22 anni, frequentava l'Università di Messina quando la Procura di Messina lo arresta insieme a Bruno Criaco e Annunziato Zavettieri. L'accusa è di aver rivolto accuse ad un docente universitario. Nel 1989 viene assassinato ad Africo suo fratello Leo Morabito. In quell'anno viene visto a Sessa Aurunca, nell'abitazione di Alberto Beneduce, detto 'a cocaina, camorrista narcotrafficante.
'Ndrangheta, estradato Rocco Morabito: il boss è arrivato in Italia
Viene condannato a 30 anni di carcere nell'ambito dell'operazione "Fortaleza" con l'accusa di associazione di tipo mafioso e traffico di droga: il 10 febbraio 1995 viene inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia. Il 15 luglio 1992 provò a trasportare 592 chili di cocaina dal Brasile, in cui si trovava Francesco Sculli insieme al giordano Waleed Issa Khamayis verso l'Italia, mentre nel 1993 organizzò un trasporto di 693 chili. La sua villa a Casarile, sottoposta a sequestro giudiziario, diventa una biblioteca comunale mentre ad Africo gli venne sequestrata un'altra villa in attesa di destinazione d'uso.
Dal 2001 prosegue la sua latitanza in Uruguay, tra Montevideo e Punta del Este, dove vive con passaporto brasiliano sotto il falso nome di "Francisco Antonio Capeletto Souza".
Dopo 23 anni di latitanza, viene catturato a Montevideo il 4 settembre 2017 in un'operazione eseguita dalla polizia uruguaiana insieme ad un esperto per la Sicurezza del Dipartimento della Pubblica Sicurezza di Buenos Aires. Grazie alla banca dati dell'Interpol in cui sono stati incrociati i dati dello SCIP (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza) e della polizia brasiliana, si riscontra che il soggetto era sotto un mandato d'arresto internazionale emesso dalla Procura di Reggio Calabria. Il 29 marzo 2019 il tribunale di appello in Uruguay autorizza l'estradizione per l'Italia.
Evade il 24 giugno 2019 insieme ad altri tre detenuti (Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, Matias Sebastián Acosta González e Bruno Ezequiel Díaz) dalla terrazza del carcere "Central" di Montevideo. Il 30 novembre 2019 con l'operazione Magma si scopre che forse a riuscire a far evadere Rocco Morabito sono stati membri dei Bellocco residenti tra Buenos Aires e Montevideo.
Dopo quasi 2 anni di latitanza, viene arrestato insieme al latitante Vincenzo Pasquino il 24 maggio 2021 in Brasile nella capitale di Paraíba, João Pessoa, dalla Polizia Brasiliana con il supporto investigativo dei Carabinieri del ROS, dei Comandi Provinciali di Torino e dello SCIP (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza) con la collaborazione dell’FBI e della DEA. Il 9 marzo e poi in appello il 25 maggio 2022, il Supremo Tribunal Federal brasiliano (Stf) ha formalmente autorizzato la sua estradizione dal penitenziario federale di Brasilia in cui era stato rinchiuso, disponendo tuttavia la sottrazione da un'eventuale condanna della detenzione scontata nel Paese sudamericano e l'applicazione di una pena massima di 30 anni di carcere.
(ed.cor).
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