Evasione, la Calabria primeggia (ancora) nell'economia non osservata: in cima per lavori irregolari

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Evasione, la Calabria primeggia (ancora) nell'economia non osservata: in cima per lavori irregolari
soldi

I dati emersi dall'ultima relazione dell'Economia Non Osservata, allegata alla nota di aggiornamento al Def portano la Calabria in cima per evasione ed elusione fiscale

  13 novembre 2022 06:47

di GABRIELE RUBINO 

“La Calabria è la regione in cui il peso dell’economia non osservata è massimo, con il 20,2% del valore aggiunto complessivo”. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’Economia non osservata, allegata alla Nota di aggiornamento al Def presentata pochi giorni fa dal governo Meloni, e che analizza con i dati del 2019 il sommerso in tutte le sue sfaccettature che vanno dalla sotto-dichiarazione, al lavoro irregolare fino alle componenti. In termini assoluti, l’economia non osservata in Italia è comunque in calo passando dai 188,9 miliardi di euro del 2018 ai 183,9 del 2019. Restando su queste grandezze, il sommerso calabrese è pari al 3% nazionale e dunque a poco più di 5,5 miliardi di euro.

Banner

Analizzando fra le componenti, la Calabria primeggia sul lavoro irregolare con il 9,2% del valore aggiunto, seguita dalla Campania all’8,1%. Le quote più contenute sono quelle osservate in Veneto (3,5%), Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano-Bozen e Provincia Autonoma di Trento, tutte al 3,6%. Mentre il valore della sotto-dichiarazione nella nostra regione è pari al 7,6%.

Banner

Banner

Un altro primato negativo si registra sul tax gap dell'IMU, ossia il differenziale fra la base imponibile effettiva e quella teorica. Stando alla relazione ministeriale, il delta  "in Calabria al 13,7% in Emilia-Romagna e presenta valori più elevati nelle regioni meridionali. Particolarmente significativo è anche il tax gap registrato in Campania (38,3% del gettito teorico), in Sicilia (35,7%) e in Basilicata (35,1%). Valori più bassi si osservano, invece, in Valle d’Aosta (14,2%), in Liguria (16,3%) e nelle Marche (16,8%)". 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner