"La Catanzaro Servizi a cui, appena pochi giorni orsono, il consiglio comunale ha dato rinnovato impulso, partendo anche e soprattutto dalla stabilità dei dipendenti per così dire gratificati da un nuovo contratto di lavoro è a mio giudizio l'emblema di una politica che almeno per un paio di decenni in città ha miseramente fallito sul piano della difesa dell'interesse collettivo, avendo invece perseguito solo ed esclusivamente quello particolare. Del potente di turno, come ovvio. Che ha trattato povera gente, legittimamente alla febbrile ricerca di un'occupazione sicura, al pari di una riserva di caccia", a farlo sapere, con una nota, è Fabio Celia.
"Un bacino di voti, per meglio dire, a cui attingere tutte le volte che ce n'era bisogno. Perché 130 dipendenti, a una media di tre elettori per rispettiva famiglia, garantiscono un potenziale di ben 390 preferenze. Che però calcolate in modo scientifico, al di là dei numeri apparenti quindi, come qualcuno in passato ha cinicamente fatto, potevano lievitare fino addirittura a raddoppiare con lavoratori impiegati, anzi utilizzati, alla stregua di capi-elettori", scrive Celia.
"Custodi e garanti di un tesoretto, da mettere subito a disposizione di qualche candidato senza scrupoli che lo ha dunque gestito alla perfezione a proprio uso e consumo. Da qui, l'esigenza di tenere in piedi una Società, strategica per l'ente e non solo, sempre in bilico. Persino in un periodo passato, se non di vacche grasse, quantomeno non da acqua alla gola quale l'attuale. Parlo dei primi anni Duemila, e a salire fino a circa lo scorcio finale del decennio inaugurale del Terzo Millennio, ovvero poco prima che le crisi finanziarie internazionali di proporzioni devastanti prendessero ad abbattersi ciclicamente sull'economia mondiale, e quindi anche italiana, con uno Stato costretto a tagliare tutto il possibile", prosegue.
"A cominciare dai finanziamenti agli enti locali, che sempre di più hanno dovuto imparare a cavarsela con quanto avevano in cassa e poco o nulla più. Senza perderci in chiacchiere, tuttavia, va messo in rilievo come, a prescindere da qualche effettiva attenuante, quanti potevano rendere la Catanzaro Servizi un'Azienda solida, moderna, efficiente e soprattutto garanzia di un futuro certo e radioso per il suo personale, l'hanno viceversa resa una fabbrica di clientela. Una Partecipata del Comune con un bilancio dominato dal segno meno, per anni senza prospettive e con dipendenti la cui dignità è stata calpestata e barattata in cambio di un quasi vitale posto di lavoro. A cui noi, dopo tantissimo tempo, quella stessa dignità abbiamo iniziato a restituirgliela. Magari con tutti gli errori e i limiti del caso. Ma con onestà, correttezza e lungimiranza gestionale. Fra quanti si sono però generosamente spesi per questa causa, mi preme anche ricordare il compianto segretario della Uilt-Tucs Franco Scarpino".
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