di STEFANIA PAPALEO
Non era un'associazione a delinquere, ma truffa c'è stata. Queste le conclusioni tratte oggi dal gup del Tribunale di Castrovillari Biagio Politano che, dopo aver prosciolto dall'accusa più grave un informatore scientifico e 14 farmacisti operanti nella fascia ionica cosentina, li ha rinviati a giudizio per falso ideologico e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale, fissando l'inizio del processo a loro carico per il 25 febbraio del 2025. Al centro della scena, un vorticoso giro di false ricette mediche relative a costose specialità medicinali, non collegate ad alcuna necessità terapeutica di ignari pazienti, ai quali sarebbero state prescritte al solo scopo di percepire il relativo profitto grazie al totale rimborso delle spese da parte del servizio sanitario.
Tutto questo stando a quanto ricostruito dai carabinieri del Nas di Cosenza e del Gruppo Tutela Salute di Napoli che, con l’ausilio dei comandi provinciali di Cosenza e Crotone, nell’ambito di un’indagine svolta dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Cosenza e coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, l'11 novembre del 2022 misero a segno un blitz che portò a 19 misure cautelari.
Nello specifico, secondo l'accusa della Procura, l’informatore farmaceutico, Eduardo Aiello (difeso dagli avvocati Pietro Chiodo e Luca Gigliotti), avrebbe indicato l’elenco dettagliato dei farmaci da prescrivere, secondo esigenze di profitto aziendale, a un medico di famiglia che, con l’aiuto della moglie, avrebbe così provveduto a redigere le prescrizioni di farmaci concordate con l’informatore, attribuendole a suoi pazienti ignari, recapitandole poi ai titolari delle farmacie compiacenti, che avrebbero provveduto a rifornirsi dei farmaci.
Una volta ricevuti i prodotti, i farmacisti o i loro collaboratori avrebbero rimosso i bollini identificativi dalle scatole dei medicinali e li avrebbero applicati sulle false prescrizioni che, una volta completate delle “fustelle” delle scatole dei singoli prodotti, avrebbero costituito il titolo con cui ogni farmacista richiede ed ottiene il rimborso del prezzo del farmaco prescritto dal Servizio Sanitario Nazionale, con il vantaggio ulteriore per il farmacista di incassare il prezzo pieno dei farmaci, anche costosi, quando in realtà li avrebbe acquistati dall’azienda con sconti superiori del 45%.
Da lì l'accusa ipotizzata, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni del servizio sanitario nazionale caduta oggi davanti al gup, che ha accolto la tesi difensiva che ha dimostrato l'insussistenza di collegamento tra l'informatore scientifico, presunto promotore, e i medici e farmacisti, presunti sodali. Agli imputati e ai rispettivi difensori, adesso, resta la possibilità di difendersi in sede dibattimentale dalle accuse per le quali oggi sono stati rinviati a giudizio.
I NOMI DEGLI IMPUTATI
Raffaella Serenella Uridia Adami (difesa dall’avvocato Pasquale Marzocchi),
Eduardo Aiello (difeso dall’avvocato Pietro Chiodo), informatore scientifico
Silvana Di Donato (difeso dall’avvocato Enzo Belvedere), farmacista
Leonardo Fazio (difeso dall’avvocato Francesco Cornicello),
Emanuela Fino (difeso dall’avvocato Francesco Cornicello),
Mario Fonsi (difeso dagli avvocati Luigi Malomo e Vincenzo Palopoli),
Rosa Gabriele (difesa dagli avvocati Alessandro Rendace e Nicola Rendace),
Gianpiero Garofalo (difeso dall’avvocato Caterina Celestino),
Massimo Leporace (difeso dall’avvocato Francesco Chiaia),
Santo Megna (difeso dagli avvocati Massimiliano Bianchi e Giovanni Ettore Sipoli),
Vito Megna (difeso
Mariagrazia Pedace (difesa dall’avvocato Caterina Celestino),
Marilena Romio (difeso dall’avvocato Francesco Cornicello),
Giuseppe Toteda (difeso dall’avvocato Giusy Acri)
Mario Veltri (difeso dagli avvocati Aldo Zagarese e Mariapaola Magliarella).
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