C'è anche Maria Rita Calvosa, 59 anni di Latina, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale nell'inchiesta coordinata dalla Procura ordinaria diretta da Camillo Falvo nel settore dell’Istruzione, circuito A.F.A.M. e istituti paritari, ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, falso in atti destinati all’A.G., falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e autoriciclaggio.
Calvosa è alla guida dell'Ufficio scolastico regionale per la Calabria dal settembre del 2018, dopo essere stata per dieci anni responsabile dell'ambito territoriale di Latina.
Al centro dell’inchiesta ci sarebbe l’accademia Fidia di Stefanaconi. L’indagine, denominata DIACONO, condotta sotto la costante guida del Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia e del Sostituto Ciro Lotoro, è stata avviata a seguito del ritrovamento, il 2 luglio 2020, di un arsenale di armi (da guerra e clandestine) e ingente somma di denaro presso l’abitazione di LICATA Davide Pietro, contigua all’Istituto “Accademia FIDIA”, gestito dalla famiglia LICATA.
Gli approfondimenti hanno consentito di ricostruire una rete di istituti formativi (paritari e artistici/musicali) che ha illecitamente prodotto, in cambio di denaro e/o altre utilità, titoli di studio e attestati (oltre che operato fittizie assunzioni), al fine di favorire la partecipazione dei beneficiari a pubblici concorsi per l’assunzione di personale docente e A.T.A. (Assistente Tecnico Amministrativo). Tali illecite condotte sono state agevolate e rese possibili grazie alla corruzione di un alto funzionario del M.I.U.R, il quale è incaricato, fra l’altro delle attività ispettive e di controllo degli istituti provati accreditati al MIUR.
Lo sforzo investigativo ha consentito di fare luce anche su un ulteriore episodio di corruttela, finalizzato a conseguire l’attribuzione di importante incarico istituzionale nell’ambito del Ministero dell’Istruzione, a beneficio di una Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria. Nel corso dell’attività di esecuzione delle misure cautelari sono state anche poste sotto sequestro con decreto d’urgenza 19 società, operanti nel settore dell’Istruzione, per un valore stimato in circa 7 milioni di euro.
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