di FELICE CARISTO
Tutto quello che si è visto e sentito in questi ultimi giorni in Calabria, dimostra in maniera incontestabile che questa terra bellissima, ricca di Storia e di storie, di tradizioni e di culture millenarie è stata ‘sedotta’ come una ‘bellissima donna’ e abbandonata come una ‘promessa sposa’ di un matrimonio che non deve celebrarsi per dinieghi di vario genere non da parte degli interessati.
Quanti i dinieghi, quanti ‘i bravi di Don Rodrigo’, quanti ‘Don Abbondio’ che non hanno il coraggio di cambiare l’andamento delle cose; ma soprattutto la Responsabilità di ognuno di noi, che tante volte assistiamo colpevolmente in silenzio, ai soprusi, alle prepotenze, ai silenzi, alle prevaricazioni, alle ingiustizie di una terra ormai stremata.
Dobbiamo cercare di rialzarci, non possiamo più credere che qualcuno o qualcosa venga a salvarci.
La nostra salvezza parte da noi, dai nostri comportamenti, dalla consapevolezza di sentirci orgogliosamente calabresi; dalla necessità per la prima volta di scegliere i ‘migliori’ calabresi che hanno deciso di viverla e di amarla questa terra di Calabria.
Forse questa pandemia in Calabria avrà il merito di scuoterci, dal sonno profondo non della ragione, ma della rassegnazione.
Tutti insieme non demordiamo, da questa pandemia è già nato un nuovo mondo.
Pensiamo agli Stati Uniti d’America che passano dal ‘sovranismo’ più antistorico di Trump, ad una squadra di Governo composta da ‘americani-ispanici’; da quella grande democrazia, impariamo anche noi a non avere paura di cambiare.
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