Felice Romano (Siulp): "Dolore per la morte dell'agente di Napoli e rabbia per impunità dei delinquenti"

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Felice Romano (Siulp)
  27 aprile 2020 13:03

"Esprimo sentimenti di profondo dolore e di cordoglio alla famiglia di Pasquale, il giovane agente rimasto ucciso a Napoli nel tentativo di bloccare gli autori di un colpo ad un istituto bancario della città ad opera di tre delinquenti che, senza 
alcuna esitazione, pur di sottrarsi all'arresto, non hanno esitato a speronare la volante sulla quale si trovavano la vittima e il collega che è rimasto ferito e al quale va tutta la nostra vicinanza e gli auguri di una pronta e definitiva guarigione". Lo scrive in una nota il Segretario Generale del Siulp, Felice Romano.

"Esprimiamo parimenti, continua Romano, solidarietà e commossa vicinanza a tutte le colleghe e ai colleghi di Napoli che 
quotidianamente operano in questa città, complessa e pericolosa che, troppo spesso, ha richiesto il sacrificio estremo degli appartenenti alle Forze di polizia per cercare di affermare lo Stato sull'antistato - aggiunge - Il sacrificio di Pasquale è l'ennesimo tributo che le donne e gli uomini in uniforme pagano in nome della difesa delle Istituzioni e per la sicurezza dei cittadini e dello Stato. Lo stesso Stato che in questi giorni sembra incapace di garantire che mafiosi e camorristi restino nelle patrie galere a pagare il giusto prezzo degli eccidi di cui sono risultati responsabili".

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"E questo - conclude Romano - fa aumentare la rabbia di chi ha scelto di servire lo Stato anche a costo del sacrificio estremo della propria vita. Perché questi fatti, se non vi si pone rimedio immediato, prendono il sopravvento sul senso del dovere e sullo spirito di abnegazione lasciando spazio a quello dell'impotenza e della totale solitudine. Per questo ci aspettiamo ora una risposta ferma e coerente da parte dello Stato nel suo insieme, cavilli burocratici a parte, perché la morte di Pasquale e di tutte le altre vittime delle mafie non sia stata inutile. Lo dobbiamo a loro, ma ancora di più, lo 
dobbiamo alle migliaia di donne e uomini che nelle Forze di Polizia e nella magistratura continuano la lotta per l'affermazione dello Stato sull'antistato".

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