“Proprio nella giornata in cui si leva più forte il grido per dire no alla violenza sulle donne - dichiara Marisa Fagà, dell’A.N.D.E. (Associazione Nazionale Donne Elettrici), la notizia di Pietragrande non solo mi rattrista, ma, dopo anni di battaglie col mondo associativo, penso che si è fatto ancora troppo poco per rimuovere questo fenomeno di incultura".
"Il grido d’allarme che noi donne lanciamo durante ogni iniziativa - sottolinea non riesce a permeare alcuni contesti radicati".
"Sono fortemente indignata e non trovo parole per descrivere lo stato di insofferenza che provo, ma di fronte a una tale emergenza pubblica, nazionale, come Associazione ci poniamo la domanda: che si può fare? – prosegue Marisa Fagà – Continuare questa battaglia con più energia, in maniera più capillare anche perché c’è un arretrarsi e sfiorire dell’umanesimo"
"Perciò lanciamo una proposta condivisa dalle associazioni Centro Antiviolenza Mondo Rosa di Catanzaro, Soroptimist, FIDAPA, Italia Nostra, Amici della Musica e altre, - conclude Fagà - per verificare se ci sono i termini e le opportunità per costituirci parte civile contro questo “signore” che ha fatto questo disastro umano”.
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