E' quanto chiedono con una interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri dell'Economia e dei Beni culturali i deputati di Fratelli d'Italia
07 agosto 2020 18:31"Azzerare o ridimensionare il balzello Siae sui supporti informatici di memoria come schede, pendrive o dischi a stato solido".
E' quanto chiedono con una interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri dell'Economia e dei Beni culturali i deputati di Fratelli d'Italia Wanda Ferro e Alessio Butti, che evidenziano, è scritto in una nota, "gli effetti negativi di un mantenimento, o addirittura di un aumento, del compenso per copia privata, che in Italia costringe gli acquirenti a pagare un costo aggiuntivo sui supporti di memoria da destinare alla Siae, per rimunerare la possibilità di effettuare copie di opere protette dal diritto d'autore".
Ad esempio, spiegano i deputati, una pendrive da 64 GB che viene venduta al rivenditore a circa 8,00 euro, è assoggettata a 4,48 euro di SIAE; una memory card da 64 GB che viene venduta al rivenditore a circa 7,50 euro, è assoggettata a 5,12 euro di SIAE.
"In realtà - spiegano Ferro e Butti - l'esperienza della pandemia mondiale che ha portato ad un lockdown forzato ha spinto il mercato della musica in streaming: tra gennaio e marzo gli abbonamenti ai servizi come Spotify e Amazon Music sono infatti aumentati del 35% su base annua, raggiungendo i 394 milioni su scala globale, come certificato dagli analisti di Counterpoint. Al di là del particolare momento storico, però, è un dato consolidato che ormai la fruizione di musica e di contenuti multimediali avvenga soprattutto in streaming. Secondo l'Istat solo il 15 per cento tra i fruitori di contenuti musicali e il 10 per cento dei fruitori di quelli video ricorre ad attività di copia privata". "Fortemente critica - prosegue la nota - anche la posizione di Confindustria Digitale che, in occasione delle consultazioni sulla bozza di decreto ministeriale che ha rimodulato i compensi per copia privata, ha spiegato come 'la rapida evoluzione dei device, la crescente offerta di contenuti on-line da piattaforme specializzate e l'accesso a costi decrescenti alle reti a banda larga fisse e mobili, hanno radicalmente cambiato le abitudini di consumo legale di contenuti e oggi lo streaming è la modalità largamente prevalente di fruizione dei contenuti digitali. La copia privata è del tutto residuale e mantenere in vita il compenso, addirittura prevedendone l'aumento, assume sempre più il significato di un balzello sull'innovazione tecnologica, oltretutto in contrasto con le esigenze di modernizzazione del Paese'. Inoltre l'ASMI, l'associazione di categoria dei produttori di supporti e sistemi multimediali, ha valutato una decrescita delle vendite valutabile dal 60 al 70 per cento a favore degli evasori dell'imposta e degli operatori esteri. Molti consumatori, infatti, comprano da siti esteri per evitare l'imposta SIAE".
Per i deputati di Fratelli d'Italia "occorre intervenire per eliminare questo balzello che, soprattutto in un periodo di forte recessione economica, darebbe respiro a un settore trainante per l'economia nazionale qual è quello della tecnologia"
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