"E così, con la partecipata serata di ieri, si sono spente le luci sulla tanto discussa festa del Santo Patrono San Vitaliano. Diciamo subito che, se gli sforzi fatti dall'Amministrazione Comunale, miravano a riportare gente in centro, non possiamo negare che l'obiettivo è stato ampiamente raggiunto. Fiumi di persone si sono riversate in centro in tutte e tre le serate ed è innegabile come la gente abbia gradito il "menù" messo a disposizione dal Comune.
Ma, se invece, l'obiettivo era quello di rivalutare la parte liturgica/religiosa dell'evento, allora bisogna dire che c'è ancora molto, ma molto lavoro da fare. Ad avvalorare quanto asseriamo, è la grande differenza di partecipazione tra la parte liturgica e quella civile. Anche se quest'anno anche la processione è stata più partecipata degli altri anni. Ma, evidentemente, i catanzaresi sentono più il bisogno di spensieratezza, di allegria, di qualcosa che li allontani dai pensieri della quotidianietà". Lo scrive Giuseppe Silipo di Calabria Oltre.
E poi, diciamola tutta, il problema non è affatto politico, ma culturale. La nostra è una strana città, dove i Santi Patroni sono più di uno. A parte quello che riveste la carica dell'ufficialità, ve ne sono uno per ogni quartiere, a cominciare dalla festa della Madonna di Porto Salvo che si svolge l'ultima domenica di luglio nel quartiere marinaro.
Ed è qui che si nasconde il vero problema catanzarese. La città è divisa in grandi quartieri, non solo dal punto di vista urbanistico, ma anche dal punto di vista culturale. La gente prima di sentirsi "catanzarese" si sente figlio del proprio quartiere. Con tutte le conseguenze del caso. Vi è mai capitato di sentire dire ad un abitante della Marina "salgo a Catanzaro"? Sembra una banalità, ma questa comune espressione non è così banale come sembra.
C'è un altra cosa che vogliamo segnalare, altrettanto significativa. Nel quartiere Cava, zona est di Catanzaro, esiste da anni una freccia direzionale che indica: Catanzaro Km 7. In un altro contesto, quella freccia farebbe pensare che ci troviamo in un territorio diverso da quello catanzarese.
Ripetiamo, la politica in tutto questo poco può fare. Tentare di giocarsi tutte le carte possibili per ricucire il tessuto urbano della città. Ma poco può dal punto di vista culturale.
Ed è quello che hanno fatto Fiorita e company. Cercare con tutti i mezzi di riportare più gente in centro. Anche quelli di Gagliano, di Lido, di Santa Maria.
Con tutti i mezzi, anche a costo di fare sfilare in processione San Vitaliano tra ali di furgoni colorati, panche e odori di fritti.
Tutto vale la pena, pur di far diventare il Santo Vitaliano, Patrono di tutti i catanzaresi.
Giuseppe Silipo Coordinatore Cittadino Associazione CalabriaOltre
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