Festival d'Autunno, grande successo per la prima volta catanzarese del duo Pédron e Rubalcaba

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Festival d'Autunno, grande successo per la prima volta catanzarese del duo Pédron e Rubalcaba

  09 settembre 2023 11:48

di VITTORIO PIO

Il suono del sassofono di sera alle spalle di un pianoforte nel mezzo di un chiostro restaurato e battuto da un docile vento. Grande successo per il duo d'eccezione presentato dal Festival d'Autunno per la sua prima catanzarese.

Banner

Pierrick Pédron al sax alto e Gonzalo Rubalcaba ai tasti bianchi e neri di uno Yamaha fatto arrivare apposta in città per questa prima nazionale. Evidenziando gli strumenti e incrociando i pensieri musicali si esperienze e culture differenti, questo rendez-vous giocava con il passato, rivisitando un pugno di standards del jazz con un estetismo da scopritori in cui Rubalcaba, ha l'occasione di esporre il suo tocco e le rigogliose idee melodiche.

Banner

È infatti molto più di una rilettura quella che i due compagni ci hanno proposto, ma un'abbondanza di suoni che si incrociano tra attenzione ed estro. Per associare Sidney Bechet, Carla Bley e Jerome Kern, bisognava osare e gli arrangiamenti proposti hanno assolto perfettamente a questo compito. Nel gioco di domande e risposte iniziato su queste pagine da rinfrescare, ognuno ha infilato una tessera nel mosaico dell'altro ed il filo narrativo si è dipanato in una complicità magnetica, percepita negli affascinanti studi sulle composizioni affrontate. Chiudiamo gli occhi e immaginiamo per un attimo un incontro tra Thelonious Monk e Roland Kirk. Volubilità e silenzio, tempesta e calma, rivoluzione e tradizione, tutto è stato offerto nel colloquio dei musicisti, gradualmente diventati una cosa sola, anche nei toni sommessi  di “Lawns” di Carla Bley, una composizione pregevole che è ormai da tempo anche nel repertorio del cantante Kurt Elling.

Banner

“Si tu vois ma mère” (Se vedi mia madre), di Bechet ricordava “People Time” di Stan Getz e Kenny Barron, uno dei passaggi obbligati se si vuole interpretare il jazz contemporaneo da parte di quelli che oggi sono i nuovi maestri. Man mano che i brani si susseguivano nell'attenzione complice della platea, si definiva la forte identità del sodalizio artistico che si sfida con i ritmi intricati, spigolosi e agitati di "Ezz-Thetic" di Georges Russell, dove a spiccare erano soprattutto i passaggi all'unisono e la mano sinistra di Rubalcaba nel suo assolo. Definire questo brano uno "standard" nel linguaggio comune è un po' azzardato. In realtà questo è free jazz e i due lo hanno affrontato con ardimento e fantasia. Non solo Pédron e Rubalcaba sono stati capaci di abbracciare un'ampia storia del jazz, ma sono riusciti a toccare anche diversi stati d'animo, come ribadito dalla più tenera ballad “The folks who live on the hill”, per una bella serata conclusa fra foto e autografi, che adesso avrà il suo prosieguo a Catanzaro secondo il calendario che potrete leggere su www.festivaldautunno.com

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner