Festival d'Autunno omaggia Jane Austen: intervista alla violinista Scagnelli

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images Festival d'Autunno omaggia Jane Austen: intervista alla violinista Scagnelli

  01 ottobre 2025 13:47

di MARCO VALLONE

E' previsto per il pomeriggio del 2 Ottobre, alle 18:00, uno spettacolo di anteprima del Festival d'Autunno che intende catturare già da subito l'attenzione degli appassionati presso la Sala Concerti di Palazzo De Nobili a Catanzaro. Il concerto, una prima nazionale intitolata “Tea Time Danzando Con Jane (Austen)”, intende essere un sentito omaggio, raffinato ed elegante, alla celebre scrittrice inglese, Jane Austen appunto, in occasione del 250° anniversario dalla sua nascita.

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Si tratterà di un viaggio musicale capace di intrecciare musica, letteratura ed emozioni restituendo il fascino senza tempo dei romanzi della scrittrice. Protagonisti sul palco, con l'obiettivo di suscitare sensazioni affascinanti, in un percorso sonoro che andrà dal '600 all' '800, saranno Maria Maddalena Scagnelli (violino e voce), Daorsa Dervishi (flauto traversiere e flauto traverso), Silvia Sesenna (spinetta e pianoforte) e Carlo Gandolfi (cornamusa e tin whistle).

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Il concerto proporrà le atmosfere incantevoli delle danze di corte ai primi valzer borghesi attraverso le musiche dei compositori europei Michael Praetorius e Thoinot Arbeau, senza dimenticare poi Playford, Purcell e gli intramontabili Mozart e Beethoven. Le note musicali saranno accompagnate da letture di lettere e scene di ballo tratte direttamente dai romanzi di Jane Austen: un'intelaiatura necessaria per dare la possibilità di rivivere fino in fondo le sensazioni legate ai racconti più amati della scrittrice. Non mancherà, inoltre, il tradizionale rito del tè, famoso simbolo della britannicità che renderà ancora più suggestiva l'esperienza musicale attraverso anche un momento conviviale di piacevole condivisione.

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Prima che lo spettacolo abbia inizio la violinista Maria Maddalena Scagnelli ha raccontato meglio ai nostri microfoni, tra le altre cose, ciò che ha ispirato la realizzazione di questo spettacolo e cosa c'è dietro questa passione per i romanzi di Jane Austen tradotti in musica.

L'INTERVISTA

Dottoressa Scagnelli, insieme ad altri musicisti lei porta in scena questo spettacolo, “Tea Time – Danzando con Jane (Austen)”, in prima nazionale presso la sala concerti di Palazzo De Nobili a Catanzaro, nell'ambito della XXII edizione del Festival d'Autunno. Com'è nata l'idea di questo concerto e cosa l'ha spinta a dedicare questo concerto a Jane Austen?

«Innanzitutto ci troviamo in un'occasione proprio letteraria: il 2025 segna il 250° anno dalla nascita di questa scrittrice amatissima, studiata anche nel canone scolastico. E' importantissima ma, al di là del canone scolastico, è amata da lettori di ogni età con una freschezza che ha passato i 250 anni senza venir meno. I romanzi di Jane Austen, quel mondo, hanno un momento sociale e culturale veramente importante che è il ballo. Anche il romanzo più importante e conosciuto, “Orgoglio e pregiudizio”, ha tre meravigliose scene di ballo e quindi abbiamo pensato che un omaggio musicale a questa grande scrittrice fosse quello di far rivivere proprio il programma, le atmosfere dei balli di questo periodo tra fine Settecento e inizio Ottocento che, come sappiamo, anche dal punto di vista musicale è un momento di passaggio. Le rivoluzioni sociali si ripercuotono anche nella musica: la musica da ballo è di una gradevolezza e, in questo caso, anche di una piacevolezza estrema. Abbiamo pensato poi di far ascoltare proprio questo repertorio, che in parte è un repertorio originale inglese, che ha appunto raccolte che già dalla metà del Seicento fino alla fine del Settecento vengono continuamente incrementate, aggiornate. Una delle più celebri è quella di John Playford.
In queste raccolte, poi, sono inseriti appunto brani di tradizione popolare oppure anche di grandi autori, come Harry Purcell. Il concerto dà racconto proprio di queste raccolte: da Playford poi ad altri inglesi dell'inizio dell'Ottocento, fino ad alcuni brani di Purcell, e poi, anche, visto che i romanzi di Jane Austen hanno avuto delle straordinarie versioni cinematografiche, abbiamo pensato anche di far ascoltare alcuni brani della colonna sonora del film (che a sua volta compie vent'anni) del 2005 con Keira Knightley, con la colonna sonora di un italiano, Dario Marianelli. E quindi la musica pensata per il film, la musica originale e, così, il divertimento di rivivere l'atmosfera del ballo di questa epoca Regency
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Secondo lei qual è l'aspetto più affascinante, o anche attuale, dell'universo di Jane Austen che emerge da questo spettacolo?

«Guardi, intanto voglio far presente che leggeremo anche brevissimi estratti dalle tre scene di ballo e questo ci aiuterà a rimmaginare quel momento. Per quel che concerne Jane Austen, lei e le sue figure femminili sono così interessanti e, appunto, attuali proprio perché sono forse uno dei primi esempi di indipendenza femminile, di volontà di costruire il proprio destino e anche di perseguire una felicità che a volte è diversa da quella che è imposta dalle regole sociali. E quindi, da questo punto di vista, i romanzi sono sempre molto attuali. La musica è molto allegra: sono dei piccoli quadri, ed anche i titoli sono interessanti. Ci sono, appunto, le “Country Dances”, “All in a garden green” o anche “Oranges and Lemons”, visto che siamo in Calabria. Poi abbiamo “The Queen's Jig”, ascolteremo varie gighe. Insomma, speriamo che sia una bella sorpresa! In più aggiungo che c'è il tema degli strumenti: per cui la spinetta e il pianoforte, proprio per dar conto di questo passaggio epocale, il violino ma anche il flauto di legno, traversiere, e il flauto traverso moderno.
E poi una bella cornamusa e il tin whistle del mondo anglosassone».

A proposito di strumenti lei condividerà il palco con musicisti come Daorsa Dervishi, Silvia Sesenna e Carlo Gandolfi. Cosa significa questo per lei? E com'è stato lavorare con loro per questo progetto, costruendo una buona intesa?

«Daorsa Dervishi è una solista di flauti antichi veramente importante, insegna al conservatorio di Udine. Silvia Sesenna è anche lei una musicista attiva nel mondo della musica antica, mentre Carlo, uomo dal multiforme ingegno, è polistrumentista, oboista ma anche cultore di tutte le ance doppie europee. Quindi lo spirito anche delle nostre attività è sempre quello di mostrare i fecondi rapporti tra la musica colta e le tradizioni popolari, in questo caso tramite l'uso anche di strumenti particolari come quelli che vi ho elencato».

Ci sarà anche il rito del tè come parte integrante della serata: cosa rappresenta per voi questo elemento simbolico?

«Mah, insomma, mi sembra una cosa proprio molto bella! Anche una bella idea per aggiungere un altro senso a quello dell'udito. Un modo per ricreare quel mondo e anche per dare una piacevolezza di questo concerto pomeridiano che vuole essere, appunto, come un incontro tra amici. Anche quel tipo di musica è musica d'occasione, è musica che serve per stare insieme, per ballare, per divertirsi e quindi anche il tè ci aiuterà a trovare questa piacevolezza».

C'è un legame personale che la unisce alle opere di Jane Austen?

«Io provengo da una valle tra Piacenza e Genova, il cui centro culturale più importante è stato fondato dagli irlandesi. Si tratta di una fondazione longobarda, quindi una fondazione antica, quando il mondo anglosassone, Scozia, Irlanda e Inghilterra erano assolutamente coesi. Quel legame, sia pure antico, mantiene nel nostro territorio una serie di fili ininterrotti, tra l'altro attraverso gli strumenti musicali già citati nei manoscritti antichi e tuttora attivi. Quindi questo legame è molto forte e voglio aggiungere anche che quel repertorio inglese e soprattutto quello dei grandi, Harry Parcell, Playford e poi potremmo citarne altri dei secoli d'oro della musica inglese, quindi di epoca barocca, è veramente musica affascinante, poco eseguita in Italia e in questa occasione, in cui si ricorda una grande scrittrice invece molto amata e molto letta, ci aiuta a far conoscere anche il repertorio musicale meno conosciuto».

Lei è una violinista: in relazione a ciò, parlando dei romanzi di Jane Austen come “Orgoglio e Pregiudizio” o anche “Ragione e Sentimento”, il violino come esplicita queste emozioni e ciò di cui Jane Austen parla nelle sue opere?

«Diciamo che tutti questi strumenti, forse meno il violino ma sicuramente i flauti, la spinetta e le tastiere venivano utilizzati in quel mondo. Era un contesto in cui l'educazione musicale era assolutamente fondamentale. Tant'è vero che nei romanzi spesso succede che le giovani suonino. E quindi come musiciste, in fondo, continuiamo questa educazione musicale, la amplifichiamo. Ovviamente in maniera meno estemporanea e meno, come dire, di occasione sociale rispetto a quella di quel mondo. Oggi siamo donne indipendenti e musiciste, non semplicemente signorine che allietano gli amici (cosa che comunque è bella, anche così). Ma, insomma, il mondo è cambiato».

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