di CLAUDIA FISCILETTI
Intenso, essenziale, elegante. Ron viene accolto dallo scrosciare di applausi non appena mette piede sul palco del Teatro Politeama “Mario Foglietti” di Catanzaro. E’ l’ultima data estiva di “Lucio! Il Tour” e il Festival d’Autunno ha ospitato due cantautori in uno, si può dire, per portare alto lo stendardo dell’irriducibile forza della parola. Due in uno perché l’omaggio a Lucio Dalla è stato un concerto dove non solo Ron ha offerto la sua personalissima interpretazione del repertorio dell’artista dal cuore jazz, ma dove si è anche sentita forte la presenza di Dalla, come se fosse lì sul palco, come se non fosse mai andato via.
Ron e Lucio Dalla, Lucio Dalla e Ron, legati da un invisibile filo conduttore durante il concerto, sin dalle prime note musicali che hanno riempito il teatro. “Almeno pensami” è il brano d’apertura, una canzone inedita scritta da Dalla e presentata al Festival di Sanremo da Ron, nel 2018, facendogli vincere il premio della critica “Mia Martini”. Una chitarra, un microfono e un piccolo tavolo su cui ci sono un quaderno e una lampada che s’illumina quando il cantante legge alcuni aneddoti o pensieri sulla vita di Lucio Dalla. «Era un genio, riusciva a rapire l’attenzione di chiunque lo stesse ad ascoltare. Amava la vita» racconta, prima di cantare “Tu non mi basti mai”. Poi arriva il duetto per “Piazza Grande”, con la voce di Dalla che accompagna quella di Ron, mentre sullo schermo del palco passano le immagini della città di Bologna.
La base registrata dell’orchestra sinfonica di Budapest accompagna il cantante in “Attenti al lupo” e poi seguono “Futura” e “Stella di mare” con Ron alla chitarra e il resto della band, Roberto Di Virgilio alla chitarra, Giuseppe Tassoni al piano, Roberto Gallinelli al basso ed Elio Rivagli alla batteria. “Cara”, “Canzone”, con una piccola strofa in spagnolo, sono alcuni dei grandi successi che hanno preso vita ieri sera.
Per “Com’è profondo il mare” il cantante si fa da parte, lasciando che sia solo Lucio Dalla a cantarla, quasi come a voler rispettare il lavoro della prima canzone scritta interamente dal cantautore bolognese, dopo le sue precedenti collaborazioni con Roberto Roversi. E poi ancora “Vita” e l’immortale “Anna e Marco”.
«Chissà se adesso Lucio ha esaudito il suo desiderio di essere alto, biondo, con gli occhi azzurri, e di andare in giro per il mondo come uno zingaro» Si domanda Ron prima di cantare “Se io fossi un angelo”, alle battute finali del concerto, e aggiunge «io credo che la sua eternità sia in questa sera e in ogni sera in cui qualcuno si riunirà per cantare le sue canzoni».
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