"Mi hanno rapito e non so dove mi trovo", aveva detto per telefono alla mamma. Quando i carabinieri lo hanno ritrovato, in Calabria, a circa 1.300 km da casa, stava tranquillamente passeggiando in strada con un cane.
Non era un sequestro di persona, ma un maldestro tentativo di estorsione quello portato avanti da un ventitreenne di Castellamonte (Torino). Si trattava di costringere la madre, con l'inganno, a versare 32 mila euro. I carabinieri hanno risolto il caso e hanno denunciato sia il giovane che il suo complice, un uomo di 33 anni residente a Gioiosa Ionica (Reggio Calabria).
Sulle prime, la donna aveva pensato a uno scherzo di cattivo gusto. I rapporti con il figlio, negli ultimi tempi, erano diventati complessi e problematici. Poi, però, era arrivata un'altra chiamata: uno sconosciuto dal forte accento calabrese le aveva intimato di consegnare il denaro per evitare che il ragazzo fosse ucciso. A quel punto ha deciso di rivolgersi ai carabinieri. E proprio mentre era alla stazione di Castellamonte dell'Arma le erano spuntate, via whatsapp, le fotografie con il figlio ripreso di spalle, legato e imbavagliato.
I militari della compagnia di Ivrea, alla guida del tenente colonnello Walter Guida, hanno cominciato a setacciare le amicizie e i contatti del ventitreenne, originario dall'Ucraina e adottato in tenera età dalla famiglia piemontese. In poco tempo sono emerse delle amicizie pericolose e, in particolare, con quella dell'uomo di Gioiosa: ed è sembrato subito chiaro, agli investigatori, che parlare di sequestro di persona era difficile. Sono stati interpellati i carabinieri della compagnia di Roccella Ionica e anche quelli del Ros, il reparto operativo speciale.
Sono state eseguite perquisizioni e appostamenti per individuare la Smart con la quale i due si dovevano essere allontanati da Castellamonte. Poi, ieri mattina, è scattato il blitz. Il finto rapito era a Gioiosa Ionica, sotto casa dell'amico. All'interno dell'abitazione i carabinieri hanno recuperato apparecchi cellulari, numerose schede telefoniche e carte di credito sottoposti a sequestro e ora al vaglio della procura di Ivrea. Il trentaduenne non era in casa: si è presentato dai carabinieri in serata negando di essere coinvolto nella storia. La denuncia, per entrambi, è scattata per simulazione di reato e tentata estorsione.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736