Franco Cimino: "Breve trattato su emozioni e ragioni e delle felici coincidenze nel nuovo sindaco e della buona politica"

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images Franco Cimino: "Breve trattato su emozioni e ragioni e delle felici coincidenze nel nuovo sindaco e della buona politica"
Franco Cimino
  01 luglio 2022 14:03

di FRANCO CIMINO

"Ma no che non è l’età, ché sempre così ho vissuto, di emozioni e di idee, che se fortemente intrecciate non sono vuoto romanticismo, ma la Politica. Con la maiuscola, come sempre la scrivo io quando parlo di lei come l’ho conosciuta e intimamente vissuta. E della quale non mi sono stancato, nonostante le delusioni e le amarezze personali in essa vissute. E alla quale non mi stancherò di credere ancora, pur temendo il precoce arrivo di altre amarezze e delusioni più profonde. No, no, non me ne stancherò, altrimenti ieri mattina, alle ore 10,30, non avrei vissuto le stesse emozioni che ho ricevuto, con il cuore battente a mille, nei momenti più solenni della vita pubblica ai quali ho avuto la fortuna di partecipare. La proclamazione del nuovo sindaco di Catanzaro mi ha toccato nell’intimo, tanto che ho avuto necessità di raffreddare ciò che sentivo in petto come le cellule dell’aria che stridono l’una con l’altra quando il vento, quello buono della nostra Città, più forte si muove.

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Dalla stanza “ più politica”, preceduti da una folla di giornalisti e funzionari, escono due sindaci, il primo finirà di esserlo tre minuti dopo, il secondo in quello stesso istante inizierà a esserlo. Prima forte emozione(due uomini diversissimi che vivono due diversi struggenti fatti umani), intrecciata alla prima idea, in me appassionato della Costituzione italiana, molto forte( la istituzione è il fortilizio della continuità di governo pur nella discontinuità della forma politica e del suo conseguente muoversi tra i problemi). Principio, questo, che mi è piaciuto vedere confermato nelle parole di Fiorita quando ha rivolto un pensiero corposo e ricco di motivazioni convincenti a Sergio Abramo, ringraziandolo per il lavoro che ha fatto al servizio di Catanzaro. Non sono state parole di circostanza, condite dalla retorica a buon mercato verso il “ nemico” che se va. Parole vere, invece, che un sindaco pieno della dignità del ruolo non poteva non sentire.

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Non avrebbe potuto non dire. Seconda emozione, strettamente legata al significato della prima, il trasferimento della fascia tricolore, il simbolo più alto della “confermazione”, che lo rivestirà per sempre, oltre il tempo del mandato, dalle mani del sindaco uscente al petto di quello nuovo. Bellissimo! Poco importa che la fascia sia venuta storta e che vi sia stato bisogno delle mani correttive, perché femminili, della segretaria comunale, che l’ha ben sistemata. Anche le cravatte gialle Nicola, non usandole frequentemente, gli si annidano storte. Da domani, imparerà a farsi il nodo più preciso e a farsele regalare di più belle e meglio colorate. Emozione grande, dicevo, dentro una grande idea. In quella fascia c’è tantissimo della funzione che l’eletto andrà a svolgere. C’è l’impegno a svolgere il ruolo conferitogli dalla volontà popolare, con dignità e onore, senza cedere ad alcuna forma di corruzione. La prima fra tutte? Quella di non mettere mai la propria ambizione personale al di sopra dello spirito di assoluta abnegazione e di totale servizio alla Comunità e al Bene Comune. La seconda fra tutte? Di non tradire gli impegni assunti con gli elettori, parole, che valgono più delle promesse sincere, comprese, ché il mentire alla gente è la prima forma di corruzione, dalla quale facilmente discenderanno le altre, quelle più frequenti e che interessano più la Magistratura che il popolo.

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La terza fra tutte? Prendersi cura della istituzione Comune allo stesso intenso modo con cui si prende quella dei problemi. Tutti i problemi. Ché non ve ne sono di più o meno importanti( magari solo l’urgenza li differenzia) se riguardano la vita della persona prima ancora che delle persone. Perché la Costituzione nostra, nel suo intimo spirito, rivolge la sua attenzione alla Persona, concepita quale insieme di persone. Ovvero, di cittadini e di popolo, all’interno del mai negoziabile principio di parità e di eguaglianza e nella garanzia che la Libertà, prima che le libertà, sia un valore riconosciuto, non concesso, dell’essere umano. Prendersi cura anche dell’Assemblea elettiva pur nella differenza della posizione sindacale, è uno dei compiti primari del Sindaco. Compito divenuto straordinario ed esaltante in una Città che da tempo non gode di un Consiglio all’altezza del suo ruolo e della sua dignità. Paradossalmente, è la prima carezza che un Sindaco dovrà dare alla sua Città. E non per rabbonirlo, il Consiglio, magari utilizzando a fini di potere la sua parte più debole e al potere più esposta, ma per aiutarlo( ché, sta qui la bellezza della legge elettorale e non già la sua contraddizione) a svolgere la propria funzione nel rapporto più trasparente e pulito che esalti il ruolo, non trasferibile e non negoziabile, del consigliere comunale, unitamente a quello dell’esecutivo.

Perché essere consigliere comunale, al pari di un qualsiasi rappresentante di assemblea elettiva, è una delle cose più belle che possano capitare nella vita di chi fa politica. Sta qui la bellezza della legge elettorale e non già la sua contraddizione. L’elezione, la più larga di consensi, meglio se unanime, di un presidente di garanzia democratica, sarebbe auspicabile al miglior ritorno della funzione e alla migliore qualità del rapporto Consiglio-Esecutivo, oltre che per il migliore impiego della responsabilità di tutti verso i problemi della gente. Parte da qui il rilancio di Catanzaro, senza la vitalità delle sue istituzioni altrimenti quasi impossibile. L’altra grande emozione all’ideale intrecciata, è stata poi il discorso di Nicola Fiorita. Bello, forte, sincero. E dolcissimo per quel suo immergerlo nel mare delle emozioni più delicate. Il Fiorita razionale, timido e riservato, che molti hanno creduto di conoscere, ha mostrato il più bel volto di sé. Basterebbero solo due momenti per dire della grandezza della persona e di quella del sindaco che sarà. Anche questi sono strettamente legati da emozione e ragione.

E forte tanto da trasformarsi immediatamente in sentimento della Politica. Sono quelli dell’inizio del suo parlare:” il mio primo pensiero va a mio padre, che è stato sindaco della Città e che mi ha insegnato i valori dell’onestà, della lealtà, del rispetto delle regole e delle persone, della moralità della politica…Qui mi impegno a non derogare mai da questi insegnamenti per tutto il lungo mio operare amministrativo…Poi, il ringraziamento a Maura, la moglie intelligente, e a Blanca, la sua giovanissima figlia. Infine, quello per la madre, la persona bellissima in umiltà e bontà, in robusta intellettualità, che molti conoscono .” Un capolavoro di umanità, questo, che mi ha commosso, fino al punto, alle prime parole sul padre, di farmi rompere il muro di giornalisti e fotografi, per andare a tenerlo, per solo un secondo, per la mano, come se mi avesse delegato Franco a farlo. Nel resto del suo breve discorso io ho visto il Fiorita che ho politicamente sposato, quello a cui ho dato tutto me stesso e ciò che di me non mi appartiene interamente. Il Fiorita, ho visto, dei suoi sinceri discorsi alla gente. Quello del “ noi faremo ciò che abbiamo detto, senza compromessi e patti scellerati con nessuno.

Specialmente, con quanti hanno avuto a che fare con un sistema di potere che ha disturbato anche il corso democratico nella nostra Città.” Il Fiorita del “noi assumiamo l’impegno solenne che non cambieremo e non ci faremo cambiare. Da nessuno. Specialmente dal potere.” Il Fiorita del “ non mi sono candidato a sindaco tanto per essere un sindaco, ma per fare il Sindaco che cambierà le cose. Per farne di nuove dal nulla. Che trasformerà quelle brutte, impedendo che le vecchie si rivestano di un buono ingannevole e vi rientrino indisturbate( il trasformismo e il trasversalismo, io interpreto) .” Il Nicola del” io sono innamorato della Città innamorata, e sarò il sindaco felice di una Catanzaro felice.” Ha detto, in estrema sintesi, queste cose ripetendole quasi con questa “ testualità”. Perché io tutto ciò che fa detto Nicola me lo ricordo bene.

L’ho imparato quesi a memoria. Frasi che a me stesso ripeto quasi fossero una poesia. Perché Nicola Fiorita, quale primo atto rivoluzionario, ha fatto quello più semplice: ha portato la Poesia nel Palazzo. In fondo, nella mia Utopia della Politica, e nel mio amore per Catanzaro, c’è che il potere lo si umanizza e lo si fa bello, se quello vecchio lo prendi a colpi di sentimenti e di poesie, come fossero sberle. Per fare spazio alle idee, che resteranno anch’esse sane e pure. Incorruttibili. Che bel Sindaco avremo. E che bella Catanzaro!".

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