di FRANCO CIMINO
"Io non sono del PD, non lo sono mai stato. Ancora rimprovero quei democristiani, non pochi, che vi hanno aderito, alcuni partecipando alla nascita. Altri, addirittura, contribuendo alla sua fondazione, in quel mix di esperienze diverse, che hanno fatto nascere una cosa morente per non aver, ciascuna di esse, emendato, riflettendovi molto, gli errori che hanno provocato la fine dei partiti storici di appartenenza. Ma sentire qualcuno definirsi comunista, mi fa venire i brividi. E non per il fatto di esserlo. Io ho sempre nutrito grande rispetto per un’ideologia che ho pure studiato, e per i comunisti di quel sano tempo in cui comunisti lo si era davvero. E lo si dimostrava quotidianamente attraverso una militanza fatta di fatiche, rinunce, sacrifici, tutti durissimi.
Mi fa venire i brividi, per il solo fatto di dichiararsi tale in un contesto, oggettivo e soggettivo, che assolutamente lo nega. Io non sono del PD, e non ho mai voluto esserlo. E, però, provo una grande pena, nel vedere questo di Calabria e, soprattutto, questo di Catanzaro, umiliato da lotte intestine davvero tribali. Lotte che al livore, pur se non consentito, si aggiunge una spuma d’odio davvero inquietante. Tanto lo è da non rintracciarne una simile nel mio lungo passato di militante della Democrazia Cristiana, nel tempo della cosiddetta, vituperata ma oggi rimpianta, prima repubblica. Non scontro di posizione, legittimo in politica, non polemiche tra iniziative diverse, pure queste lecite, non conflitto tra strategie opposte, utile a ogni dinamica di potere “ democratico”, non scontro tra opinioni, necessario in ogni discussione, non conflitto tra idee e visioni, cosa bella in sé sempre, ma attacchi personali, feroci, insulti al nemico, durissimi, parole come bombe lanciate verso l’altro( genere neutro).
Non sono del PD, e non potrò esserlo mai, ma trovo orribile che tutto questo odio e questa condotta feroce, questa guerra incredibile e questa volgarità concettuale e verbale, abbia come teatro la nostra Città, quella sul cui onore chiunque sia chiamato a rappresentarla dovrebbe accostare il proprio. Non sono del PD, e non voglio esserlo, ma reputo gravissimo che al suo interno fazioni come bande amate, in lotta fra loro, prendano in ostaggio il Comune, dopo averlo ingannato (trovando qualcuno che ha voluto farsi ingannare), portando sul tavolo dei giochini di potere le pistole scariche di un finto consenso, inversamente proporzione alle quote di potere ricevute. E da chi ha voluto stranamente regalagliele.
Non sono del PD, e come lo si potrebbe essere? se con una Città in ginocchio e in pericolo costante su tutti fronti, con i cittadini, quasi tutti, alle prese con problemi vitali, tra i quali quelli che li stanno portando, poco ci manca, alla piena povertà, un manipolo di supponenti, arroganti quanto indifferenti, anticatanzaresi nella sostanza, antipolitici nel corpo, nella neutralità, insincera quanto assurda, di chi potrebbe e dovrebbe impedire che questo brutto spettacolo si “ recitasse”, mettono i propri interessi di bottega e il proprio io davanti all’interesse collettivo.
E al Noi che ancora, qui, per colpa di questa cosa brutta chiamata politica, stenta a formarsi. No, non sono del PD, ma ne soffro la sua condizione, in quanto uomo che ha sempre passione accesa per la Politica, rispetto “devozionale” per le le istituzioni, amore vero per Catanzaro. E fiducia illimitata nei confronti della Democrazia, la casa privilegiata del mio pensiero. Palestra del mio pensare. Non sono del PD, ma questo partito è di tutti. Anche il mio. E va difeso".
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