Franco Cimino: “Il bicolore di un pensiero giallo e rosso nella domenica della città”

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Franco Cimino
  27 ottobre 2024 20:30

di FRANCO CIMINO

E mettiamola così: il Catanzaro c’è perché c’era, il gioco, che sembrava mancasse, sta arrivando in quanto lo si stava assumendo, oggi ha vinto perché solo una volta ha finora perso, Iemmello ha segnato perché la squadra ha girato e lui non si è scordato di essere un campione. E mettiamola ancora in quest’altro modo: gli acquisti sono tutti, chi più chi meno, bravi e volenterosi, con tanti giovani che si affermeranno, che questo portiere è bravo quanto il predecessore e ben “ comanda” la difesa che è impostata su anzianità ed esperienza. Mettiamola che questa squadra è capace e non per bizzarria, di tutto. Può vincere con le grandi o perdere con le piccole e che da mercoledì, nella Pisa della capolista, su questa strana dicotomia potrebbe giocarsi molto, probabilmente sul risultato più felicemente clamoroso. Inoltre, che la B é il campionato più strano, che tanto arrivi in alto quanto puoi scendere in basso in classifica. Lo dice già la sua attuale posizione. Due punti! Tali sono quelli che separano i giallorossi dai playout pari a quelli dai playoff. Mettiamola ancora come segue: la dirigenza ha la testa sulle spalle, mantiene equilibrio e prudenza ben saldi sul tattico insincero obiettivo della “ non retrocessione”, il felice rapporto con il pubblico non si è mai indebolito e la tifoseria al suo interno é la più corretta e appassionata d’Italia. Mettiamola ancora che Fabio Caserta é un bravo allenatore, persona onesta, rispettosa ed educata e che Vincenzo Vivarini resta uno dei migliori allenatori d’Italia, quanto fermo nel cuore dei catanzaresi per l’incancellabile reciprocità d’amore grato, che ci dispiace del suo esonero auspicando un suo rapido ritorno in panchina per nuovi grandi successi, magari nello stesso Frosinone. Mettiamola così: nui on facimu gabbu a nessunu e iestimi on da nandamu. Simu u Catanzaru a squadra e Catanzaru, di giallo e rosso ambedue vestite. E dall’Aquila Reale sempre in alto, del tanto a prescindere, portate.

 

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