di FRANCO CIMINO
Diciamolo francamente, le due nomine effettuate ieri da Nicola Fiorita, che tanta attenzione hanno suscitato nella pubblica opinione, vanno molto al di là delle pregevoli e assai qualificate personalità designate alla tutela della sicurezza e alla gestione delle problematiche sociali legate ai problemi più cogenti delle persone. Infatti, in ogni luogo, via piazza o bar o luoghi di lavoro, dei dottori Marinella Giordano e Venturino Lazzaro si riprende a dire un gran bene per le cose straordinarie che hanno realizzato, attraverso il duro lavoro svolto in tanti anni di dura fatica, nei centri più nevralgici della vita cittadina. Quelli dove il cittadino si trova più esposto alle proprie paure e debolezze determinate dalle contraddizioni gravi presenti nella società, quella catanzarese più in particolare. Giordano e Lazzaro conoscono molto bene e i luoghi dove la sofferenza e la paura delle persone, specialmente le più fragili, nasce e cresce moltiplicandosi senza mai arretrare, in questi ultimi anni, neppure di un millimetro, e la violenza, di vario genere, che su di essi si abbatte, generando insicurezza e paura. Paura per la integrità dei beni e delle persone, sottoposti a rischi continui. Paura per la ridotta qualità della vita e per la minaccia alla dignità umana, determinata, in modo crescendo in questi ultimi anni, da povertà sempre più violenta e minacciosa. La dottoressa Giordano, che ha svolto gli incarichi più delicati e assolto ai ruoli più prestigiosi in seno alla Questura di Catanzaro, sarà una grande manager( si dice così?) dei problemi che ruotano attorno al bisogno di ordine e tranquillità. Bisogni sua negli ambiti della più accesa vivacità delle cosiddette movida, sia in quelli dell’economia che le movida sollecita e sia in quelle delle persone, specialmente gli anziani, più bisognevoli della quiete e del riposo nelle sere calde d’estate. Come quei genitori che restano in piedi tutte quelle notti in cui attendono i figli tornare sani e salvi. Magari, talvolta e qualcuno, un po’ felicemente sbronzo, ma sani. E belli, come la mamma li ha visti uscire. Il dottor Lazzaro, sarà un assessore straordinario, innovativo e completo. Anche di quella cultura sua personale, che ne ha fatto una delle più belle personalità di Catanzaro. Con Giordano e Lazzaro, Catanzaro sarà più sicura e potrà, sotto l’egida di un grande sindaco, collegare rapidamente, affinché rapidamente siano affrontate, l’emergenza sociale alla strategia di sviluppo.
Nicola Fiorita, con la sua fertile intelligenza, ha saputo non soltanto mettere insieme, nello stesso momento, queste due personalità, ma ha politicamente saputo intrecciare, e fortemente, le diverse aree di rischio all’interno di un unico tema, la sicurezza. E, questo, ha saputo mettere a servizio esclusivo del fine ultimo cui Nicola ha ispirato tutto il suo programma, volendo orientarne tutta la sua azione di sindaco, la cura della Persona nella sua integralità. Persona significa libertà, che la anima, e libertà che la fa muovere nella costruzione dei rapporti con gli altri e con le istituzioni. Persona significa felicità da costruirsi nella società delle eguaglianze vere. Quelle che fanno dei cittadini i detentori esclusivi dei diritti. Tutti e per tutti, nessuno escluso. Persona, che è assunzione della responsabilità di ciascuno verso il bene comune e i beni comuni in esso rappresentati. Persona, che significa Città, quella bella e libera che Fiorita ha disegnato. E presentato attraverso anche pensieri profondi che sembrano poesia e programmi di governo, nel contempo. Persona, che è la Politica, forza inarrestabile che promuove tutto ciò di cui sopra. Le nomine, apparentemente solitarie di Marinella e Venturino, indicano non solo l’indirizzo della buona qualità delle scelte e della assoluta autonomia da certi condizionamenti con cui Nicola procederà in seguito, da uomo libero e sincero, ma anche il principio inderogabile cha la nuova e grande Catanzaro( per me anche la Città della Magna Graecia, di Cassiodoro e di Mattia Preti, come mi è sempre piaciuto definirla) nascerà sull’unità dei catanzaresi, anche nelle istituzioni, che vogliano davvero liberare Catanzaro. Da ceppi, lacci e lacciuoli. Da ogni povertà. E da tutte le paure.
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