Fratelli del Vibonese uccisi in Sardegna: i tre imputati scelgono il rito abbreviato

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  29 aprile 2021 16:58

di TERESA ALOI

Hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. E' iniziata oggi l'udienza preliminare a carico di Joselito Marras, 53 anni, del figlio Michael, di 28 anni,  accusati di aver ucciso i fratelli originari di San Gregorio d'Ippona  Davide e Massimo Mirabello, di 40 e 35 anni, nelle campagne del paese del sud Sardegna nel febbraio 2020 e di Stefano Mura, 41 anni, accusato di favoreggiamento.  

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Presenti in aula le sorelle Mirabello con i mariti, la compagna di Massimiliano , tutte costituite parte civile. Ammessa al processo la costituzione dell'Associazione Penelope Italia odv - che per un mese aveva cercato i due fratelli-  con l'avvocato Antonello Spada del Foro di Oristano. Presenti i legali degli imputati ed il solo imputato Michael Marras. Per le parti civili erano presenti   gli avvocati Gianfrancesco Piscitelli,  Salvatore Sorbilli, Andrea Alessandrini e  Antonello Spada. L'udienza è stata rinviata al prossimo 15 giugno per l'arringa del pubblico ministero Gaetano Porcu e dei difensori di parte civile mentre il 22 giugno parleranno i difensori degli imputati.

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Subito dopo l'udienza le famiglie Mirabello con gli avvocati Piscitelli e  Sorbilli hanno portato un fascio di fiori a Dolianova sul luogo del ritrovamento dei corpi dei due fratelli.

Omicidio volontario in concorso e occultamento di cadavere , l'accusa contestata dal pubblico ministero di Cagliari, Gaetano Porcu, all'allevatore di Dolianova  e al figlio Michael. All'origine di tutto, vecchi attriti tra i Marras e i Mirabello legati al pascolo del gregge. Prima litigi, poi accuse sull'uccisione di un cane, l'incendio di una Ape Piaggio e di un capanno e, infine, un' aggressione ai danni di Michael Marras. 

Fino a febbraio del 2020 quando Davide e Massimiliano  Mirabello originari di San Gregorio d'Ippona, nel Vibonese, scompaiono. I loro corpi verranno ritrovati  nelle campagne di Dolianova  poco meno di due mesi dopo la loro scomparsa, il 3 aprile,  nascosti nella fitta vegetazione della zona, poco lontano da una strada che si ricongiunge con quella dove fu ritrovata, incendiata, la loro auto. 

L'autopsia "parlò" chiaramente  confermando che Davide morì a causa di una fucilata, mentre il fratello avrebbe subito una frattura del cranio, con una conseguente emorragia che gli avrebbe fatto perdere i sensi.  

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