di MARCO VALLONE
Poesia musicale, incanto mediterraneo e contesto storico mozzafiato: cosa chiedere di più a una serata d'estate? E' stata in effetti un'atmosfera magica quella che ieri sera ha ipnotizzato il pubblico, accorso in massa nella straordinaria cornice del Parco Archeologico di Scolacium a Borgia, in provincia di Catanzaro, per assistere al concerto di Paolo Fresu, Richard Galliano e Jan Lundgren nell'ambito di Armonie d'Arte Festival, entrato ormai sempre più nel cuore della programmazione della sua XXV edizione.
Fresu (tromba, flicorno, effetti), Galliano (fisarmonica e accordina) e Lundgren (pianoforte) si confermano sempre più come veri e propri giganti del panorama musicale internazionale in ambito jazz, uniti dal progetto "Mare Nostrum", giunto oggi alla sua quarta tappa discografica. E per questo, quindi, “Mare Nostrum IV” per la precisione.
Risulta difficile descrivere il concerto di ieri sera come un mero appuntamento musicale di musica jazz: è stato molto di più, uno straordinario viaggio emotivo e culturale, un dialogo tra Nord e Sud, tra classicità e modernità, tra silenzi millenari e improvvisazioni geniali. Il trio ha proposto un repertorio che ha abbracciato i brani dell’ultimo lavoro, “Mare Nostrum IV”, senza tralasciare gemme tratte dagli album precedenti, per un racconto musicale ricco di sfumature, radici e visioni.
La serata si è aperta con “Mare nostrum”, brano intriso di forte epicità che ha dato il nome al primo album e poi, in sequenza, a tutti quelli successivi. Si è poi passati a “Life”, composizione più allegra ma incapace di far venir meno la classe sopraffina dei musicisti, seguita poi ancora da “Belle-Ile-En-Mer”, un brano che ha dato proprio l'idea della profondità del mare e di quel senso di infinito che non si può spiegare sufficientemente a parole. Orecchio attento, e musica da ascoltare migliaia e migliaia di volte, appaiono le uniche ricette in grado di far comprendere a cosa si è assistito ieri sera. E neppure bastano, perché ci sarebbe bisogno di uno scenario adeguato: come replicare un concerto simile in un luogo non altrettanto suggestivo? L'incanto è miscela purissima.
Paolo Fresu, con la sua tromba lirica e sospesa, ha steso un velo di poesia sopra ogni nota. I suoi fraseggi delicati, mai invadenti, hanno saputo entrare nell’anima degli ascoltatori, regalando attimi di rara intensità. Richard Galliano, vero alchimista della fisarmonica, ha portato con sé le atmosfere del musette francese, le ombre del tango e le vibrazioni del jazz più profondo. E infine Jan Lundgren, il pianista svedese dal tocco elegante e raffinato, ha cucito melodie con intelligenza e sensibilità, mantenendo un equilibrio perfetto tra struttura e libertà.
Si è passati poi per altre composizioni dal fortissimo impatto emotivo, come “Man in the fog”, ancora un brano dall'ultimo album capace di garantire proprio l'atmosfera di perdizione, di smarrimento, di un uomo in una giornata di nebbia. Ogni titolo musicale rispecchia appieno le sensazioni evocate dai sapienti musicisti che non hanno lasciato nulla al caso. Neppure quando hanno suonato una composizione di una musicista iraniana intitolata “La mia casa”, dedicandola alla “libertà di tutte le donne del mondo” (Paolo Fresu dixit).
E poi ancora “Hope”, una composizione anch'essa tratta dall'ultimo album, ma anche “Pavese”, tratta da “Mare Nostrum III”, e “Giselle”, composizione dedicata da Richard Galliano alla moglie, contenuta in “Mare Nostrum II”. Infine la sorpresa finale per il pubblico, un omaggio al compositore seicentesco Claudio Monteverdi, in grado di scrivere una composizione, quella di “Sì dolce è'l tormento”, di modernità unica. Musica che potrebbe anche stare sul palco del Festival di Sanremo, ha provocatoriamente fatto notare Paolo Fresu, ma che, ha poi sottolineato ironicamente, “su quel palco non andrà mai”.
Insomma, il pubblico, numeroso e partecipe, ha accolto con entusiasmo ogni brano, lasciandosi guidare senza resistenza in questo percorso sonoro che unisce il Mediterraneo al Baltico, la malinconia al sogno, la tradizione al presente. "Mare Nostrum" non è solo un progetto musicale, è una visione, un invito a cercare bellezza nel dialogo, nella contaminazione, nell’arte che non ha confini.
Armonie d’Arte Festival, dal canto suo, continua a dimostrarsi una fucina di emozioni e alta cultura, capace di portare sul territorio calabrese eventi di livello internazionale. E quando artisti del calibro di Fresu, Galliano e Lundgren incontrano luoghi così carichi di fascino, non può che nascere il sogno, se non proprio la magia.
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