Il Tribunale di Lamezia Terme ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento disciplinare irrogato nei confronti del dottore Vittorio Cristaudo da parte dell’Asp di Catanzaro, condannando quest’ultima all’immediato reintegro sul posto di lavoro precedentemente occupato dal medico, nonché al risarcimento di tutti i danni patiti dallo stesso.
La vicenda trae origine da un’operazione della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, finalizzata a debellare il fenomeno dei c.d. “furbetti del cartellino”, allorquando Cristaudo, in orario lavorativo, dopo aver timbrato il badge, venne trovato nella propria abitazione.
Da lì un vero e proprio calvario per Cristaudo il quale, nonostante avesse documentalmente dimostrato che il suo comportamento non era assolutamente arbitrario e truffaldino, per come ipotizzato dagli inquirenti, bensì del tutto legittimo e giustificato, venne dapprima mandato agli arresti domiciliari, per poi subire, per l’appunto, il licenziamento “in tronco” dal proprio posto di lavoro, senza alcun preavviso, giusta riforma Madia.
Oggi, il Tribunale di Lamezia Terme, all’esito di un giudizio durato oltre 3 anni, con evidenti ripercussioni negative sullo stato psico-fisico del medico, ha posto la parola fine ad un atto di eclatante ingiustizia, dichiarando l’illegittimità del licenziamento operato dall’Asp di Catanzaro e ritenendo, per l’appunto, che la giustificazione addotta dal dottor Cristaudo in ordine alla sua temporanea assenza dal posto di lavoro, fosse oltremodo lecita nonché del tutto giustificata.
a.c.
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