Genesi. Il Ministro Bonafede vuole "rimuovere" il giudice Petrini ma il Csm dice no: procedimento sospeso

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Marco Petrini
  23 luglio 2020 18:15

di EDOARDO CORASANITI

Il Consiglio superiore della Magistratura (Csm) dice "no" alla revoca e destituzione del giudice Marco Petrini, indagato con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'operazione "Genesi". 

A chiedere il provvedimento più grave era stato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che voleva il cartellino rosso definitivo per il magistrato ora agli arresti domiciliari in un santuario di Decollatura (provincia di Catanzaro). 

A difenderlo davanti al Csm, il suo avvocato Francesco Calderaro: il 13 luglio, durante l'udienza a Roma, il legale si è opposto anche di fronte alla richiesta del Procuratore Generale presso la Corte di cassazione che ha insistito per la revoca. L'avvocato e Petrini hanno evidenziato come i provvedimenti dello stesso giudice siano state confermate in Corte di Cassazione. Inoltre, sul piatto della bilancia anche la decisione del Tribunale della Libertà di Salerno che ha annullato la misura cautelare di Marzia Tassone per mancanza di gravità indiziaria.

Il Consiglio Superiore della Magistratura, sezione disciplinare (presieduta da Davide Ermini) ha rigettato la richiesta del ministro e ha sospeso il procedimento disciplinare in relazione agli illeciti disciplinari, a causa della misura cautelare .

Domani invece continuerà il processo con il rito abbreviato davanti ai giudici del Tribunale di Salerno, procedimento in cui compaiono Marco PetriniEmilio Santoro detto “Mario”, medico in pensione di Cariati e già dirigente dell’Asp di Cosenza, difeso dall'avvocato Michele Gigliotti, e l’avvocato del Foro di Catanzaro Francesco Saraco, di Santa Caterina dello Jonio, difeso dall’avvocato Della Monica. 

Con il rito ordinario invece sono giudicati gli altri tre imputati a cui la Procura di Salerno ha notificato il decreto di giudizio immediato: l’imprenditore di Cariati Vincenzo Arcuri; l’imprenditore crotonese Luigi Falzetta e l’ex consigliere regionale Giuseppe Tursi Prato, di Cosenza, difeso dall'avvocato Franz Caruso. Gli imputati di questo filone continuano con il rito ordinario: oggi il Tribunale di Salerno ha detto no all'utilizzabilità delle intercettazioni provenienti da Catanzaro. La prossima udienza è fissata per il 9 settembre.

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