Genesi. Nuova confessione del giudice Petrini tra bugie e mezze verità. "Su Pittelli ho detto il falso"

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Marco Petrini

Nuova confessione del magistrato accusato di corruzione all'udienza di oggi. Sul rapporto sentimentale con l'avvocato Tassone: "Mai pareri su casi di mio interesse". E sugli episodi contestati: "Anche se ho accettato soldi o oggetti, le mie decisioni non sono mai state contrarie alle mie convinzioni tecnico giuridiche"

  11 settembre 2020 18:54

di EDOARDO CORASANITI

"Anche se ho accettato soldi o oggetti, le mie decisioni non sono mai state contrarie alle mie convinzioni tecnico giuridiche". E' la prima volta che Marco Petrini parla della sua vicenda giudiziaria ad un pubblico che non sia quello degli inquirenti. Il giudice sospeso, indagato nell'ambito dell'operazione "Genesi" e finito in carcere il 15 gennaio con l'accusa di corruzione, rilascia 15 minuti di dichiarazioni spontanee. E lo fa durante l'udienza del processo con rito immediato (in  abbreviato), procedimento in cui compaiono il giudice Marco Petrini, il medico Emilio Santoro (difeso da Michele Gigliotti) e l'avvocato Francesco Saraco. Tutto rientra nell'operazione"Genesi", il blitz che a gennaio scorso ha messo in luce un presunto giro di corruzione tra favori e mazzette per l’aggiustamento di sentenze e ordinanze a Catanzaro. Con il rito ordinario invece si sta svolgendo il processo per l’imprenditore di Cariati Vincenzo Arcuri; l’imprenditore crotonese Luigi Falzetta e l’ex consigliere regionale Giuseppe Tursi Prato, di Cosenza, difeso dall'avvocato Franz Caruso.
La prossima udienza del rito abbreviato si terrà il 25 settembre, destinata alla requisitoria della Procura della Repubblica di Salerno (pubblico ministero Luca Masini) e alla discussione dell'avvocatura dello Stato (parte civile). 

Petrini, difeso dagli avvocati Francesco Calderaro e Agostino De Caro, ammette subito: "Ho reso dichiarazioni inesatte, tra l’altro del tutto estranee al processo di oggi, con riguardo al rapporto con l’avvocato Giancarlo Pittelli (sull'esistenza di logge massoniche, ndr) e con i colleghi della Corte d’Appello di Catanzaro, come Commodaro e Cosentino". 
 
Oggi il magistrato è agli arresti domiciliari in un monastero di Decollatura dopo la decisione di Tdl di Salerno che ha demolito l'ordinanza di custodia cautelare che lo aveva riposto in carcere ad aprile con l'accusa di dichiarazioni mendaci.

E così si passa a ripercorrere le tappe della vicenda giudiziaria. Il calendario ritorna a partire dall'arresto del 15 gennaio, momento in cui Petrini ha iniziato a collaborare, passando per l'11 febbraio, giorno dell'applicazione degli arresti domiciliari. 

Poi ci sono gli interrogatori del 25 e del 29 febbraio, in cui partecipa con "forte turbamento e grave deperimento fisico che hanno fortemente inciso sulle mie capacità di ricordo, compromettendole", dice Petrini. E quindi che hanno determinato accuse nei confronti di suoi colleghi e avvocati, ma senza volontà di rendere dichiarazioni mendaci. Era sconvolto psicologicamente. 

La fede gioca un ruolo decisivo e lo aiuta a impossessarsi di nuovo delle sua serenità interiore e capacità di riflessione. La memoria si accende sull'interrogatorio del 17 aprile, in cui chiarisce e fa chiarezza su quanto affermato nei precedenti incontri.  Petrini evidenzia come la seconda esperienza detentiva (iniziata il 29 aprile) ha causato un gravissimo dramma psicologico, poiché trovata profondamente ingiusta, e perché vissuta in condizioni drammatiche. 


"Ho solo fatto credere a tutti loro di tenere conto delle loro richieste ma non ho mai tradotto in concreto le loro aspettative", ammette Petrini, riferendosi ad Emilio Santoro, detto Mario. 

Sul piano delle accuse contestate dalla Procura di Salerno viene posto l'esempio delle vicende giudiziarie riferite ad Antonio Saraco. Il giudice di Foligno sostiene di aver promesso qualcosa di aleatorio che non si poteva verificare e che inoltre il procuratore della Cassazione non ha messo in discussione la decisione. Insomma, i soldi ci sono stati ma le sue decisioni erano conformi al suo convincimento tecnico  

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C'è anche la vicenda dell'assegno da 100mila euro, reputato carta straccia da Petrini, perché sapeva che "quel conto corrente era sottoposto a confisca". E sul processo di merito di Saraco, l'ex presidente della Corte d'assise d'Appello di Catanzaro dice ai giudici di non essersi mai interessato al componimento del collegio.

Rapporti con l'avvocato Marzia Tassone
. Il giudice ammette la relazione extraconiugale ma senza che possa aver influito nelle decisioni o come ritorno illecito dell rapporto. Di fatto, i consigli o i pareri sarebbero stati forniti per casi che non potevano in nessuno modo entrare nella sua competenza. 

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Marco Petrini parla 15 minuti ai giudici di Salerno e le dichiarazioni spontanee si interrompono con una, determinata, concisa conclusione: l'assunzione di tutte le responsabilità di quello che ho fatto. "Mai assunto decisioni illegittime, anche se non giustifica sul piano giuridico e morale". 


Oggi inoltre ci sono state le dichiarazioni spontanee anche di Francesco Saraco,che ha ammesso le sue colpe e ha ammesso di averlo fatto per una sola ragione: proteggere suo padre ed evitare che la detenzione potesse portarlo alla morte.

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Parola anche ad Emilio Santoro, ex dirigente dell'Asp di Cosenza, attualmente agli arresti domiciliari, che ha ribadito la volontà di collaborare con la giustizia. 

 




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