Genesi. Soldi e corruzione: il giudice Petrini in aula conferma le accuse ma le difese lo incalzano

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Marco Petrini
  08 ottobre 2020 20:14

di EDOARDO CORASANITI

Contraddizioni, conferme e contestazioni. Botta e risposta su interrogatori, accuse e risvolti.

Marco Petrini, magistrato accusato di corruzione e ai domiciliari nell'ambito dell'operazione "Genesi", conferma di aver preso soldi, assegni, scambiato favori (anche sessuali): in cambio, dispositivi e sentenze alla Corte d'assise d'appello e alla commissione tributaria del capoluogo. Parole e dichiarazioni contestate però dai legali degli indagati.

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Nell'aula bunker della Casa Circondariale di Salerno va in scena l'Incidente probatorio al giudice ora agli arresti domiciliari in un seminario di Decollatura e difeso dagli avvocati Francesco Calderaro e Agostino De Caro. L'indagine è "Genesi", culminata a gennaio scorso con 15 indagati accusati, a vario titolo, di far parte di un sistema corruttivo all'interno delle aule di giustizia di Catanzaro. 

Dopo alcune questioni preliminari, l’udienza è andata avanti (dalle 10.30 alle 18 circa) con l’esame da parte del pubblico ministero che ha chiesto la conferma dei fatti legati ai capi d'imputazione e agli interrogatori di fine gennaio e inizio febbraio. 

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Poi si è proceduto al controesame tramite l'avvocato Michele Gigliotti per Emilio Santoro, gli avvocati Gregorio Viscomi e Carmine Curatolo nell’interesse di Claudio Schiavone, l’avvocato Valerio Murgano per Maria Tassone, l’avvocato Tiziano Saporito per Massimo Sepe (cancelliere della Commissione Tributaria Provinciale di Catanzaro), l’avvocato Bernardo Marasco per Palma Spina,  l'avvocato Fabio Pellegrino per Luigi Falzetta.

In particolare, per la vicenda di Tassone (inizialmente ai domiciliari poi liberata grazie alla sentenza del Tdl che ha annullato le accuse di un patto corruttivo tra lei e Petrini), il magistrato ha evidenziato che la relazione personale non ha mai influito nelle sue valutazioni o giudizi del ruolo istituzionale. Come per la vicenda dell'acquisizione del verbale collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso: Petrini, contro esaminato da Murgano, ha ammesso di non aver utilizzato il contenuto del testo per ragioni tecniche giuridiche e non per obbedire ad una richiesta dell'avvocato Tassone.

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L'avvocato Bernardo Marasco inoltre accende i riflettori sulla sua cliente, l'avvocato Palma Spina: il legale, in base ai due capi di imputazione contestati e con carte alla mano, ha fatto notare al giudice Giovanna Pacifico che in nessuna occasione l'avvocato Spina ha avuto un vantaggio professionale o economico in virtù della relazione con Petrini. Come? Basti leggere una sentenza prodotta in aula dallo stesso Marasco che dimostra come un dispositivo, in realtà, sia stato sfavorevole per il suo cliente. 
 
Durante il contro esame contraddizioni e circostanze poco chiare sono state evidenziate anche dagli avvocati Viscomi e Curatolo.

Successivamente a Petrini, è stato sottoposto a incidente probatorio anche un altro indagato, l'avvocato Francesco Santoro. 

In totale, per il processo Genesi, ci sono 15 indagati: Vincenzo Arcuri, Caligiuri Giuseppe, Carusi Viriginia, Catizione Lorenzo , Falzetta Luigi , Petrini Marco, Rago Rosetta , Santoro Emilio, Saraco Antonio, Saraco Francesco , Schiavone Antonio Claudio , Sepe Massimo, Spina Palma, Tassone Maria , Tursi Prato Giuseppe.

Per Petrini, Santoro e l'avvocato Francesco Saraco, il 12 ottobre l'ufficio di Procura andrà avanti con la requisitoria nel processo con rito abbreviato a Salerno.

Seguono il rito ordinario Vincenzo Arcuri, l’imprenditore crotonese Luigi Falzetta e l’ex consigliere regionale Tursi Prato.

 

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