Due richieste di condanna alla pena dell’ergastolo sono state formulate dalla Dda di Catanzaro dinanzi alla Corte d’Assise nei confronti di Salvatore Lo Bianco, 52 anni, e Rosario Lo Bianco, 54 anni, entrambi di Vibo Valentia, accusati di aver preso parte all’omicidio dell’imprenditore e geologo Filippo Piccione, freddato a colpi di pistola in pieno centro a Vibo la domenica di Carnevale del 21 febbraio 1993. Alle richieste del pm Veronica Calcagno si sono associati gli avvocati Francesco Gambardella e Danilo nell’interesse dei familiari della vittima: Salvatore Lo Bianco è assistito dagli avvocati Giuseppe Orecchio e Vincenzo Gennaro, mentre Rosario Lo Bianco è difeso dall’avvocato Patrizio Cuppari.
L’omicidio dell’imprenditore sarebbe stato deciso dai vertici del clan Lo Bianco in quanto ritenevano la vittima coinvolta nel delitto di Leoluca Lo Bianco (cl. ’68) avvenuto l’1 febbraio 1992 in contrada Nasari a Vibo, freddato con colpi di fucile partiti dalla proprietà di Piccione. Un fatto di sangue, quest’ultimo, rimasto impunito e per il quale non vi è alcuna certezza di una responsabilità da parte di Filippo Piccione. Tuttavia, la convinzione da parte dei Lo Bianco circa un coinvolgimento di Filippo Piccione nell’omicidio di Leoluca Lo Bianco avrebbe portato alla decisione da parte del clan di eliminare il geologo vibonese.
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