di EDOARDO CORASANITI
Colpo di scena al processo "Gettonopoli", il caso giudiziario che a dicembre 2019 ha investito Palazzo de Nobili per i presunti gettoni di presenza percepiti irregolarmente dai consiglieri comunali durante le commissioni consiliari nel periodo che va da novembre a dicembre del 2018.
Nonostante la richiesta del pubblico ministero di archiviare il caso per tenuità del fatto (offesa di particolare tenuità e comportamento non abituale) e l'opposizione di 18 consiglieri comunali che volevano l'archiviazione perché il fatto non sussiste, il gip di Catanzaro ha disposto che il pm debba "entro dieci giorni formulare l'imputazione nei confronti degli indagati". La ragione si legge nel capoverso precedente dell'ordinanza, secondo cui "allo stato degli atti siano contestabili i reati di truffa aggravata e falsità ideologica", scrive la giudice Valeria Isabella Valenti nel provvedimento di18 pagine.
Gettonopoli. Le difese di 18 indagati insistono: “Archiviazione perché il fatto non sussiste”
Sei di questi si erano opposti subito, appena ricevuta la richiesta di archiviazione: Filippo Mancuso (Difeso da Francesco Iacopino), Agazio Praticò (Difeso da Antonio Lomonaco), Antonio Mirarchi (Difeso da Eugenio Perrone), Fabio Celia (difeso da Eugenio Perrone), Antonio Angotti (difeso da Eugenio Perrone), Manuela Costanzo (difesa da Giuseppe Pitaro).
Altri invece lo avevano fatto all'udienza dello scorso 6 ottobre: Roberta Gallo (difesa da Amedeo Bianco), Francesco Gironda (difeso da Valerio Murgano), Cristina Rotundo (difesa da Amedeo Bianco), Fabio Talarico (difeso da Amedeo Bianco), Antonio Ursino (difeso da Danila Gullì), Luigi Levato (difeso da Helenio Cartaginese), Francesca Carlotta Celi (difeso da Marco Reina), Giulia Procopi (difesa da Enzo De Caro), Rosario Mancuso (difeso da Michele De Cillis), Lorenzo Costa (difeso da Maurizio Belmonte), Giuseppe Pisano (difeso da Pisano Giuseppe), Enrico Consolante (difeso da Flavio Pirrò e Rosario Montesanti), Rosario Lostumbo (difeso dall'avvocato Vincenzo Ioppoli).
Per Nicola Fiorita, Gianmichele Bosco, Eugenio Riccio, Demetrio Battaglia il Gip ha archiviato (si potrebbe dire con "formula piena") definitivamente le accuse (LEGGI QUI).
Sul piano degli altri filoni d'indagine, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per 12 (LEGGI QUI): tra di loro, i consiglieri comunali di Catanzaro Giovanni Merante, Libero Notarangelo (dimesso), Antonio Triffiletti. Quest'ultimi appartengono esclusivamente al filone relativo ai gettoni di presenza percepiti dai consiglieri comunali durante le commissioni consiliari. Mentre un altro si riferisce ai pagamenti che le aziende avrebbero chiesto al Comune per l'assenza dal lavoro dei consiglieri comunali poiché impegnati in attività istituzionali e interessa Andrea Amendola, Enrico Consolante, Sergio Costanzo, Tommaso Brutto (dimesso). Ma anche per Antonio Amendola (in concorso con Andrea Amendola), Carmelo Coluccio e Musielak Elzibieta (in concorso con Tommaso Brutto), Salvatore Larosa (in concorso con Sergio Costanzo), Sabrina Scarfone (in concorso con Enrico Consolante).
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