Gioco d'azzardo nel report Mef 2021 sul contrasto all'evasione: stop a 297 siti web illegali

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Gioco d'azzardo online

Oltre 10mila gli esercizi controllati nel 2021 dalle forze dell'ordine, secondo il report del Ministero dell'Economia e delle Finanze. 297 i siti web bloccati perché sprovvisti di qualunque autorizzazione. Il business del gioco d'azzardo non si ferma, anzi con la pandemia ha subìto un importante aumento, giocoforza per via anche della debolezza psicologica accentuata dai lockdown e dal momento difficile. Un business che arricchisce anche le mafie.

  03 ottobre 2021 22:28

di PAOLO CRISTOFARO

E' stata pubblicata da pochi giorni la nota d'aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2021, a firma del Presidente del Consiglio Mario Draghi e del Ministro Daniele Franco, con il rapporto sui dati del contrasto all'evasione fiscale. Nel report anche un riferimento alla problematica del gioco d'azzardo illecito, con ben 297 siti web bloccati dagli investigatori perché sprovvisti delle regolari autorizzazioni.

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Sono 10.458, secondo quanto riportato dal documento del Mef, gli esercizi controllati dalle forze dell'ordine sul territorio nazionale. L'imposta accertata con i controlli è pari a circa 88 milioni di euro. "Per quanto riguarda il settore dei giochi, l’attività di controllo è stata finalizzata all’individuazione di tutte le forme di irregolarità nell’ambito dell’offerta di gioco autorizzato e allo svolgimento di un efficace contrasto al gioco illegale attraverso l’effettuazione di verifiche capillari sul territorio e l’irrogazione di sanzioni", è scritto nel rapporto. 

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Un circolo vizioso pericolosissimo quello del gioco d'azzardo, dietro al quale spesso si nascondono consorterie criminali, inclusa la 'ndrangheta. Il giro di scommesse illecite, tenuto in piedi anche dal web, non è di poco conto, tanto da essere stato più volte segnalato anche nei rapporti della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, come uno dei mezzi più utili alle mafie per raccogliere quattrini e portare sul lastrico centinaia di famiglie. Già l'operazione "Johnny" nel 2017, coordinata dalla Dda, aveva accertato come alcune famiglie di 'ndrangheta calabresi, tramite una società bookmaker maltese che forniva piattaforme online, mantenessero vivo l'interesse per gli introiti dal mondo dell'azzardo. Non solo, le cosche, specialmente nel Crotonese in quel caso, avevano il predominio sulle attività ludiche, estromettendo altri esercenti e tutta la concorrenza. 

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