di CLAUDIA FISCILETTI
La città di Catanzaro è ancora in fibrillazione per il successo della nuova stagione artistica del Teatro Politeama, che ha aperto il 20 ottobre con “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni e “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo. Una serata in cui la lirica è stata protagonista assoluta, con la regia di Luciano Cannito, Filippo Arlia direttore dell’Orchestra filarmonica della Calabria e Bruno Tirotta che ha diretto il coro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria. Tra gli interpreti lei, Giorgia Teodoro, soprano prodigiosa che vede i suoi natali proprio nel capoluogo calabrese e che in “Cavalleria Rusticana” ha dato la voce a Lola, una delle protagoniste dell’opera. Un orgoglio per la città sapere che un talento come quello della Teodoro è riuscito e a far parte di una delle opere veriste più famose in tutto il mondo, con un cast di tutto rispetto, tra cui figurano il soprano Maria Pia Piscitelli, il mezzosoprano Caterina Riotto, il tenore Enrico Terrone e il baritono Pierluigi Dilentige.
Ma non è la prima volta che la Teodoro si esibisce al Politeama ricoprendo ruoli prestigiosi; già nel maggio 2019 ha interpretato Kate Pinkerton della "Madama Butterfly" di Puccini. L'abbiamo intervistata e ha raccontato la sua passione per la musica classica e per la lirica, ha spiegato come sia importante avere una guida all’ascolto della musica classica sin da bambini e come la città di Catanzaro abbia dimostrato di non essere indietro nel settore della cultura.
Giorgia Teodoro, com’è nata la passione per la musica classica e per la lirica?
“Questa passione è nata innanzitutto grazie alla mia famiglia. I miei genitori sono appassionati di musica classica, tanto che in casa hanno molti dischi che ascoltano spesso e io li ascolto con loro. La passione per l’opera poi è nata quando avevo circa 8 anni e ho visto per la prima volta la copertina di una musicassetta in cui era raffigurata Maria Callas. E’ stato “amore a prima vista”. Quando poi ho ascoltato la sua voce incredibile sono rimasta folgorata da quel genere musicale, nonostante essendo ancora piccola non riuscissi ancora a comprendere il testo molto ricercato ed impegnativo di ciò che lei cantava. Anche i miei nonni ascoltavano la lirica e posso dire che dal mio nonno paterno ho ereditato l’approccio ludico alla musica classica, dal momento che gli piaceva ascoltarla mentre si rilassava e sorseggiava un bicchiere di vino, mentre dal nonno materno ho ereditato l’approccio più intellettuale perché gli piaceva approfondire il libretto, i testi delle varie opere”.
In Cavalleria Rusticana ha lavorato con Maria Pia Piscitelli che è stata la sua insegnante e avete interpretato due personaggi femminili in opposizione tra di loro, Lola e Santuzza. Com’è stata questa esperienza?
“Innanzitutto quando ho scopeto che Santuzza sarebbe stata Maria Pia Pisciletti sono stata molto felice, oltre ad essere già particolarmente contenta per essere stata scritturata al Teatro Politeama, che è il teatro della città in cui sono nata. Maria Pia è stata una guida importantissima, una donna che ho sempre ammirato. Mi ha stimolato stare vicino a lei durante le prove di “Cavalleria rusticana” e per me è stata un’occasione di crescita, dal momento che mi ha dato anche qualche consiglio che porterò sempre con me. Ero anche molto curiosa di vedere come avrebbe interpretato Santuzza, perché Maria Pia è belcantista ed è un canto diverso dal canto verista, ma l’ha reso con molta eleganza, senza rinunciare al dramma tipico del verismo”.
Il giorno dopo la messa in scena di “Cavalleria rusticana” e “Pagliacci” che effetto le ha fatto vedere che Catanzaro aveva accolto in maniera più che positiva le opere liriche?
“È stato bello. Catanzaro un tempo aveva una grandissima tradizione musicale, poi per un pò la situazione è stata statica, ma adesso le cose stanno tornando a mettersi in moto. Quando si tratta di opere liriche c’è sempre la paura che il pubblico si possa annoiare, invece non è stato così. I catanzaresi hanno dimostrato di essere appassionati di opera e di lirica, ho scoperto che hanno anche uno spirito critico e quindi la capacità di fare critica anche dal punto di vista vocale, per esempio. E questo è stimolante anche per il cantante. I catanzaresi hanno dimostrato di non essere affatto indietro quando si tratta di arte e cultura”.
Si ha la concezione che la musica classica sia un genere per pochi eletti e difficilmente comprensibile, lei cosa ne pensa?
“Dipende molto dall’educazione che si riceve in casa, se i genitori ascoltano questo tipo di musica e hanno la capacità di far approcciare il figlio a quel determinato genere senza rendere l’ascolto noioso ma proponendo all’inizio qualcosa di più orecchiabile come l’Overture del Barbiere di Siviglia poi, pian piano, viene ad aggiungersi un tassello all’altro facendo si che il bambino, una volta divenuto ragazzo, possa approfondire ed informarsi, quindi appassionarsi. E’ importante avere una guida all’ascolto, una guida intelligente fatta di piccoli passi che soddisfi innanzitutto il gusto della persona”.
C’è un ruolo che vorrebbe interpretare?
“Sono molti, in realtà. Vorrei interpretare Mimì de “La bohème” di Puccini o Violetta Valery de “La traviata” di Verdi. E’ una preferenza legata non solo alla musica, ma anche ai ricordi familiari. “La traviata” è l’opera preferita di mio padre e di mio nonno, poi poter interpretare quello che ho sempre ascoltato nei dischi sarebbe un’emozione grandissima”.
Quali compositori porta particolarmente nel cuore?
“C’è l’imbarazzo della scelta. Direi Giacomo Puccini perché le sue composizioni hanno una magia che non si può spiegare. C’è una tale attenzione verso i personaggi femminili e ha una capacità innata di penetrare nell’animo del personaggio”.
Quali progetti ha per il futuro?
“In futuro voglio fare quanto più possibile quello che mi appaga e quello che mi rende felice, che è il mio lavoro. Voglio mandare avanti la mia carriera non solo nella lirica, ma anche nella musica vocale da camera, di cui sono appassionata. Auguro a me stessa di fare emozionare il pubblico con gli stessi personaggi o con le grandi pagine musicali che fanno emozionare me quando le ascolto’.
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