Giornata contro la violenza sulle donne: l'Umg riflette a teatro con “La Collina del calicanto”

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Giornata contro la violenza sulle donne: l'Umg riflette a teatro con “La Collina del calicanto”


  25 novembre 2025 19:12

di MARCO VALLONE

Si è tenuta questo pomeriggio, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, la messa in scena de “La Collina del calicanto”, pièce teatrale portata sul palco del teatro del Sistema Bibliotecario di Ateneo dell'Università Magna Graecia di Catanzaro. Si tratta in particolare di un progetto teatrale di grande valore civile, scritto da Antonella Scozzafava e Marco Paoli e prodotto dall'associazione culturale Live Art.

Con la direzione di Antonella Scozzafava e l'assistenza alla regia di Stefania Leo lo spettacolo ha portato in scena una serie di racconti che hanno dato voce a storie di sofferenze, dolore e tragedia di donne a cui è stata dedicata una forte impronta di memoria attraverso il linguaggio di profondo impatto emotivo del teatro. Cornice della recitazione, dietro le spalle degli attori, è stata un giardino di calicanti, fiori che sbocciano nel cuore dell'inverno che, metaforicamente, appaiono raffigurare in modo coerente le personalità di queste donne che, pur nel loro dolore, esprimono una accorata dolcezza, nonostante l'inverno (o l'inferno si potrebbe forse dire) della violenza cui sono state costrette.

E la violenza, in questo senso, si è rivestita di più sfaccettature: dalla schiavitù di una ragazzina di 14 anni, che veniva valutata in 6mila euro, come se si potesse parlare soltanto di un corpo, una mera merce di scambio, e non di una persona, a una donna di 30 anni accoltellata per 4 volte da quello che non era riuscito a intendere che sarebbe stato il suo “predatore”. Dalla storia della ragazza 16enne di Milano, ragazza che pensava di venire presa per cantare per poi finire, invece, in un giro di prostituzione e, nel tentativo di scappare, malmenata a suon di botte da tre uomini suoi aguzzini ad un'altra narrazione ancora, quella di una donna di 51 anni uccisa da un marito che amava ma che, 25 anni dopo il matrimonio, si è poi trasformato nell'uomo violento che prima l'ha presa a botte e poi, successivamente, uccisa. O ancora la storia della giornalista che aveva intervistato Bansky, Shanti, invidiata per il suo successo dal collega maschio che prima prova a screditarla e alla fine finisce per annientarla.

Alla conclusione di ogni storia, risalta la sciarpa rossa buttata a terra dalle attrici. Quella sciarpa rossa che avvolgeva le donne, come in una morsa, ma che, nel momento in cui viene gettata a terra, ne rappresenta metaforicamente la liberazione. Tragica ma sostanziale liberazione.

Un bel momento di riflessione e sensibilizzazione, dunque, che esprime varie sfaccettature della violenza nelle sue diverse manifestazioni, provando ad educare e scuotere nel profondo un pubblico molto colpito dalla narrazione delle protagoniste. L'interpretazione di Antonio Menniti, voce narrante all'inizio e alla fine della piéce, insieme alle performance di Francesca Miniaci, Paola Roncada, Teresa Iona, Tiziana Iaquinta e Rossana Caridà hanno lasciato il segno negli spettatori, arricchiti da un viaggio di emozioni molto incisive. Taglienti come un coltello, ma capaci di lasciare una traccia ben definita. Lo spettacolo si è concluso con la ciliegina sulla torta, l'esibizione ritmica e danzante di Lucilla De Santis, simbolo del volo libero delle anime a cui l'opera è dedicata. Si evidenzia anche il buon lavoro della regia audio e luci di Arturo Paone.

“Questo del teatro è un modo originale per celebrare questa giornata – ha affermato il rettore dell'Università Magna Graecia Giovanni Cuda, a margine dello spettacolo – di lotta contro la violenza sulle donne. Devo ringraziare veramente con il cuore la mia amica, la dottoressa Antonella Scozzafava, per avere pensato e scritto una pièce teatrale che ha messo in evidenza la fragilità delle donne, ma allo stesso tempo la loro enorme forza. E' stata una piéce assolutamente commovente, trascinante, ed è stato un modo attraverso cui la nostra comunità, la comunità accademica, si è riunita e ha riflettuto e riflette ancora sul dolore che i femminicidi e qualsiasi tipo di violenza contro le donne comportano”.


Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy . Chiudendo questo banner, o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.