Si seguito la nota di Domenico Furgiuele.
"Il centrosinistra girifalcese a trazione azzurra, fa finta di indignarsi per la mia partecipazione all'iniziativa letteraria promossa dal Comune, ma soprattutto fa finta di dimenticare i rapporti di vicinanza che il sottoscritto ha sempre avuto, sin dagli albori del proprio primo mandato, con questa nobile comunità. Ci sono sempre stato, e ci sarò sia per dovere istituzionale che per ragioni affettive, le quali si intrecciano con tanti amici del luogo. Ho gioito per lo status di Città assegnato meritatamente a Girifalco, ho partecipato con orgoglio ad ogni iniziativa pubblica e mi spenderò per il territorio ogni qualvolta ce ne sarà bisogno. Non capisco dunque lo stupore dei novelli alleati, tanto più che il sottoscritto ha dimostrato un rispetto sacrale per la comunità accettando di recarvisi solo dopo la celebrazione del turno elettorale ultimo ,onde evitare strumentalizzazioni e polemiche. Inoltre, ancora più difficile da comprendere è un certo razzismo culturale dei 'demoforzisti' girifalcesi che, evidentemente, credono di poter assegnare patenti etiche condannando chi non può avere colpa alcuna per fatti di un secolo fa. I 'forzapiddì' di Girifalco, poi, denunciano il "reato" commesso da Furgiuele per avere egli sostenuto l'autonomia differenziata. Ricordo a questi portatori sani di ipocrisia, e ai loro leader regionali finti scandalizzati che se la nostra sanità, tanto per dirne una, versa in uno stato comatoso non è certo per colpa della Riforma ultima, ma per le loro prodezze del passato, come quella sul titolo V. Ricordo, infine, a costoro che il mio libro, al netto delle idealità politiche di cui esso parla, è un manuale volto ad incentivare il valore della militanza, che è neutro, e che andrebbe riscoperto nella società odierna per favorire dibattito e aggregazione. Il resto è intolleranza, e questa non viene certi da me".
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