Grande partecipazione per “Pellegrini di speranza”, il nuovo volume di don Alessandro Severino

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  05 novembre 2025 23:39

Hanno fittato un pullman per non mancare alla presentazione dell’ultimo libro del loro parroco. E così, questa sera, in centinaia si sono spostati da Simeri Crichi per raggiungere il quartiere Mater Domini di Catanzaro, presenziando con grande senso di comunità all’incontro che ha visto al centro una profonda e articolata riflessione sulla virtù della speranza, attraverso le pagine del volume “Pellegrini di speranza o di presunzione? La speranza tra fondamento teologico e rischi d’illusione umana”, scritto da don Alessandro Severino e pubblicato dalla casa editrice La valle del tempo.

In un clima di intensa partecipazione, l’incontro si è trasformato in molto più di una semplice presentazione letteraria: è diventato un momento di fede condivisa, di pensiero e di appartenenza. Tra il pubblico, volti emozionati, sguardi attenti, un silenzio rispettoso interrotto solo dagli applausi. A moderare la serata, il giornalista Filippo Coppoletta, che ha introdotto il tema del libro come una provocazione evangelica, un invito a interrogarsi sulla vera natura della speranza, quella che nasce da Dio e non dalle illusioni umane.

Ad aprire il giro di interventi, i saluti istituzionali del sindaco di Simeri Crichi, Davide Zicchinella che non è voluto mancare all'appuntamento "in trasferta" del parroco della sua comunità. Le parole del primo cittadino hanno restituito l’immagine di una comunità unita attorno al proprio parroco, pronta a seguirlo anche simbolicamente in questo “pellegrinaggio della speranza”, a testimonianza di un legame che va oltre la vita parrocchiale e abbraccia un sentimento di profonda gratitudine.

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Tra i momenti più intensi della serata, l’intervento di padre André Luís Tavares, Priore Provinciale dei Domenicani del Brasile, giunto da oltreoceano per non mancare a questo importante momento di fede che ha visto protagonista la presentazione del libro non solo di un confratello ma di un amico e collega di studio, quando, insieme a don Severino, svolgeva il dottorato a Parigi. 

Con la sua voce pacata e il suo accento tipicamente brasiliano, Padre Tavares ha condotto il pubblico in un viaggio tra filosofia e fede. Le sue parole hanno mostrato come la speranza non sia un’emozione passeggera, ma un cammino di crescita, un esercizio continuo di fiducia, prudenza e discernimento. Ha ricordato, attraverso la sapienza di San Tommaso d’Aquino, che l’uomo matura nella speranza così come matura nella fede, e che solo un cuore ancorato al Vangelo può riconoscere la vera sorgente della speranza, evitando di inseguire le false certezze della modernità, quelle “cisterne screpolate” che non dissetano l’anima.

A seguire, l’intervento del professor Pasquale Giustiniani - direttore della collana "Biblioteca di scenari" che ha curato la postfazione del volume - ha aperto ulteriori prospettive. Con lo sguardo dell’accademico e la sensibilità del credente, Giustiniani ha parlato di una “passione della speranza” che attraversa le contraddizioni del mondo, resistendo anche di fronte alle ingiustizie, ai conflitti e alle ferite della storia. La speranza, ha ricordato, non è un lusso né un semplice conforto, ma una responsabilità che Dio affida a ciascuno, perché nessuno possa sottrarsi al compito di custodirla e di trasmetterla.

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Nel suo intervento conclusivo, don Alessandro Severino ha ringraziato i presenti con parole semplici e sincere, lasciando trasparire l’emozione di chi vive la teologia non come esercizio accademico ma come esperienza di vita. Il suo libro, nato dal desiderio di approfondire una virtù spesso fraintesa, offre un percorso di discernimento che distingue la speranza autentica dalle sue deformazioni, partendo dalle risposte e dalle riflessione di Tommaso D'Aquino. Un volume che diventa particolarmente significativo in questo anno giubilare, in cui la Chiesa invita i fedeli a riscoprire la speranza come cammino di conversione e di fiducia rinnovata.

La serata si è chiusa con un lungo applauso e una sensazione condivisa di pace e di gratitudine. L’abbraccio tra don Alessandro, i suoi parrocchiani e i tanti fedeli presenti nel salone parrocchiale della comunità di Mater Domini, ha racchiuso il senso più vero di quell’incontro: la speranza come esperienza comunitaria, come legame che unisce e rinnova. “Pellegrini di speranza o di presunzione?” non è soltanto un titolo, ma una domanda che interroga e accompagna. Una sfida, dolce e severa, a non smarrire la direzione del cuore, ricordando che la speranza, quando è autentica, ha sempre il volto di Cristo.


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