Gratteri a Napoli, le 5 indagini più importanti della sua era a Catanzaro

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images Gratteri a Napoli, le 5 indagini più importanti della sua era a Catanzaro

  13 settembre 2023 14:14

Da maggio 2016 ad oggi, l'incarico del Procuratore Nicola Gratteri a Catanzaro si è distinto per una intensa attività giudiziaria che è culminata in decine e decine operazioni giudiziarie con centinaia di arresti. Abbiamo selezionato 5 operazioni che hanno segnato il suo incarico nel capoluogo di Regione.

Rinascita Scott
: I reati contestati sono di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, omicidio, estorsione, detenzione illegale di armi ed esplosivo, ricettazione, traffico di influenze illecite, rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio, abuso d'ufficio aggravato, traffico di droga. Nel mirino la cosca di Limbadi, guidato dal boss Luigi Mancuso e le sue capacità di infiltrazione negli apparati dello Stato: dalla politica all'avvocatura, dalle forze dell'ordine all'imprenditoria. Il 19 dicembre 2019, giorno dell'operazione, vengono arrestati in una notte 334 persone per un totale di 416 indagati. Nel corso dei mesi, il Tribunale della Libertà, lo stesso gip che ha emesso l'ordinanza e la Cassazione modificheranno o revocheranno oltre 200 misure cautelari. 
Poi l'indagine si allarga e l'11 agosto 2020 i numeri diventano definitivi: 457 richieste di rinvio a giudizio. Stralciate,  rispetto all'avviso di conclusione indagini, 22 posizioni. La palla passa all'aula bunker di Rebibbia, a Roma, dove 90 imputati scelgono il rito abbreviato, gli altri 356 optano per l'ordinario: quest'ultimi vengono tutti rinviati a giudizio (tranne uno, deceduto) e il processo è in corso a Lamezia Terme, nella nuova aula bunker dove si attende la sentenza di primo grado a settembre 2023.


Stige. Associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, favoreggiamento, turbativa d’asta e corruzione elettorale. C'è tutto un arsenale di reati nelle carte della maxi operazione Stige portata a termine dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Crotone contro la 'ndrangheta. Eseguiti 169 arresti, tra cui due sindaci della provincia di Crotone, in diverse regioni italiane e in Germania, al termine di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro. Al centro dell'inchiesta le attività criminali della cosca Farao-Marincola. Sono stati anche sequestrati beni per oltre 50 milioni di euro complessivi. 

Farmabusiness.
Le mani della ‘ndrangheta sulle farmacie e le parafarmacie del catanzarese. C’è anche questo business tra gli affari del clan cutrese dei Grande Aracri, che miravano a controllare il settore per ripulire il denaro illecito. Emerge questo dall’operazione "Stige" che, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e del Nucleo Investigativo di Crotone e coordinata dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto, Vincenzo Capomolla e dai Sostituti Procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, ha portato oggi all’arresto di 19 persone, mentre altre 25 sono indagate. Le accuse mosse a vario titolo sono di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. Secondo gli inquirenti i Grande Aracri avrebbero usato una distribuzione all'ingrosso di medicinali in una rete di 23 punti vendita fra Calabria, Puglia ed Emilia Romagna, per riciclare denaro sporco. Il progetto era semplice: gestire la distribuzione dei farmaci in tutta la provincia di Catanzaro tramite un consorzio. Un progetto che, essendo in fase embrionale, necessitava di piccole “spinte” per le autorizzazioni amministrative. In totale, all'esito del rito abbreviato concluso,  6 assoluzioni e 14 condanne.

Imponimento. Gli indagati coinvolti nell'operazione di arresto devono rispondere a diverse accuse, tra cui associazione mafiosa, partecipazione esterna a un'associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, illecita concorrenza con minacce o violenza, turbativa d'asta, corruzione, fittizia intestazione di beni, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione e traffico d'armi, danneggiamenti, traffico di moneta falsa, traffico di influenze, truffe ai danni dell'INAIL e reati ambientali. Tutte queste attività sono state contestate con l'aggravante di essere state commesse secondo modalità tipiche delle organizzazioni criminali.

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Inoltre, il pubblico ministero ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo nei confronti dei principali indagati, che ha coinvolto beni immobili, aziende, società, beni mobili, rapporti bancari e finanziari, il cui valore totale è stato stimato in oltre 169 milioni di euro. Queste azioni investigative sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del GICO di Catanzaro e dallo SCICO di Roma ed hanno permesso di scoprire un vasto patrimonio posseduto dagli indagati in Calabria, che comprende 124 terreni, 116 edifici, 26 società, 19 ditte individuali, 84 veicoli, 2 motociclette e numerosi rapporti bancari e finanziari.

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Questo patrimonio è stato identificato sia come di proprietà diretta che attraverso prestanome, e il suo valore è risultato notevolmente sproporzionato rispetto alle dichiarate capacità finanziarie dei titolari. Tra i beni sequestrati ci sono anche tre importanti villaggi turistici, tra i più grandi della Calabria, situati nelle zone di Parghelia e Pizzo Calabro, in provincia di Vibo, e Curinga, in provincia di Catanzaro. Per questi villaggi, si è ipotizzata la loro utilizzazione da parte della cosca Anello-Fruci.

"Basso Profilo".   I reati contestati sono riciclaggio, turbativa d’asta, intestazione fittizia di beni ed associazione mafiosa. La movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre 300 milioni di euro è stata accertata nel corso dell’indagine “Basso profilo” contro la ndrangheta che stamani ha portato a numerosi arresti.  Oltre alle misure cautelari, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da compendi aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali per un valore che è stato definito “ingente”.

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In totale 13 persone sono state arrestate e portate in carcere e 35 ai domiciliari nel corso dell’operazione “Basso profilo” coordinata dalla Dda di Catanzaro e  scattata all’alba del 21 gennaio 2021.  L’operazione condotta da personale della Dia, congiuntamente con quello della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di finanza, coinvolge i maggiori esponenti delle ‘ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come “Bonaventura”, “Aracri”, “Arena” e “Grande Aracri”, nonché imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione collusi, secondo l’accusa, con le organizzazioni criminali.

 

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