"Gravi violazioni del regolamento del Consiglio regionale": scatta l'esposto dei gruppi Pd e Misto

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  16 settembre 2020 20:41

Francesco Pitaro (gruppo misto) e l'intero gruppo del Pd composto da Domenico Bevacqua, Carlo Guccione, Nicola Irto, Luigi Tassone e Libero Notarangelo presentano un esposto contro quelle che ritengono "gravi violazioni" commesse durante la seduta di ieri del Consiglio regionale. La bagarre era nata dall'inversione dell'ordine del giorno (il dibattito sulla Scuola messo dopo quella sulla legge per gli interventi a rilevanza sismica), tanto da indurli ad abbandonare l'Aula (LEGGI QUI).

Di seguito il testo integrale dell'esposto presentato dai consiglieri al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro per gli Affari regionali, ai prefetti di Catanzaro e Reggio Calabria, al presidente del Consiglio regionale, all'ufficio di presidenza del Consiglio e alla Giunta per il regolamento del Consiglio.

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PREMESSO
Che gli istanti sono componenti del Consiglio Regionale della Calabria;
che il Consiglio Regionale dovrebbe essere esempio di legalità, correttezza e lealtà e, tuttavia, nel Consiglio Regionale della Calabria si sta consumando la violazione reiterata delle norme che disciplinano il suo funzionamento;
che tutto ciò determina anche la violazione dei diritti e delle prerogative e delle facoltà dei consiglieri regionali democraticamente eletti;
che a tal proposito si rileva che, in relazione alla violazione delle regole, è stato già proposto altro esposto con riferimento alla illegale costituzione delle Commissioni consiliari;che il presente atto si riferisce al Consiglio Regionale del 15/9/2020 convocato e svoltosi in aperta violazione delle norme che regolamentano il funzionamento del Consiglio Regionale;
che il Consiglio Regionale della Calabria si è dotato di un Regolamento interno, adottato con la deliberazione del Consiglio Regionale N. 5/2005, che ne disciplina il funzionamento;
-che in data 11/9/2020 è pervenuta la convocazione del Consiglio Regionale per il giorno 15/9/2020 alle ore 15,00 con i seguenti punti: “1)Proposta di provvedimento amministrativo n. 52/11 d’Ufficio, ‘Presa d’atto delle dimissioni del Consigliere regionale Callipo e relativa surroga’ – Relatore Consigliere Mancuso; 2)Dibattito sull’avvio del nuovo anno scolastico; 3)Mozione N. 31/11 a firma dei consiglieri regionali Pitaro F., Bevacqua, Anastasi, Aieta ‘Sulle nomine nelle società partecipate’”;
-che in data 15/9/2020 alle ore 14,27 (e pertanto mezz’ora prima dello svolgimento del consiglio regionale già convocato) è pervenuta agli istanti altra convocazione, sempre per il 15/9/2020 alle ore 15,00, con la modifica dell’ordine del giorno e l’inserimento, rispetto al precedente ordine del giorno, di un quarto punto e cioè “4)Proposta di legge n. 22/11, di iniziativa della Giunta regionale, recante: ‘Procedure per la denuncia il deposito e l’autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica – abrogazione della legge regionale 31 dicembre 2015 n. 37 – (relatore Consigliere Caputo)”;
-che, pertanto, mezz’ora prima dello svolgimento del Consiglio Regionale fissato per il 15/9/2020 alle ore 15,00 è pervenuta altra convocazione, per la stessa data e stessa ora (!), con la modifica dell’ordine del giorno;
-che trattasi, pertanto, di nuova convocazione del consiglio regionale con altro e diverso ordine del giorno;
-che in data 15/9/2020, iniziato il Consiglio Regionale, dopo lo svolgimento del primo punto, e prima che si discutesse il secondo punto, di fondamentale importanza, relativo al dibattito sulla scuola, un componente della maggioranza ha chiesto l’inversione dell’ordine del giorno e precisamente che si ponesse al secondo punto all’ordine del giorno il 4° punto, inserito solo con la tardiva e inammissibile e illegale convocazione pervenuta lo stesso giorno del Consiglio alle ore 14,27;
-che a seguito di tale richiesta è stato fatto presente da componenti della opposizione, tra cui alcuni degli istanti, che tutto ciò non era possibile e ciò in quanto non era possibile inserire un punto all’ordine del giorno con una convocazione tardiva, che non poteva discutersi la proposta di legge perché si impediva ai consiglieri di proporre emendamenti, che in ogni caso l’inversione deve essere votato (per come richiesto dall’opposizione) con votazione nominale;
-che, ciò nonostante, la maggioranza consiliare ha ignorato i rilievi corretti e fondati dell’opposizione e senza nemmeno votare, con votazione nominale per come richiesto, è andata avanti, invertendo l’ordine del giorno, e proseguendo nella sua condotta manifestamente illegale con l’esame di una proposta di legge che non era esaminabile perché inserita in una convocazione tardiva e irricevibile;
-che, alla luce di tutto ciò, gli istanti hanno abbandonato l’aula essendo venuti a mancare gli elementi minimi di praticabilità democratica dell’aula consiliare ed essendosi consumata, ancora una volta, una manifesta violazione dei diritti e delle prerogative dei consiglieri regionali democraticamente eletti

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SULLE VIOLAZIONI MANIFESTE
SULLA CONVOCAZIONE TARDIVA E SULLA VIOLAZIONE DELL’ART 37
La convocazione, pervenuta in data 15/9/2020 alle ore 14,27, è manifestamente tardiva e viola le norme del Regolamento.
Ed infatti, a fronte di una prima convocazione del Consiglio Regionale per il 15/9/2020, è pervenuta agli istanti, qualche minuto prima (alle 14,27), altra convocazione, per lo stesso giorno e la stessa ora(!!!), con cui è stato modificato l’ordine del giorno e posto al punto N. 4 l’esame di una proposta di legge.
E’ di tutta evidenza che tanto non è possibile trattandosi di una nuova convocazione che avrebbe dovuto essere notificata ai consiglieri regionali nel termine di cui al regolamento.
Ed infatti, l’art. 37 (Convocazione) del Regolamento al comma 6 prevede che “In casi di particolare necessità ed urgenza, il Consiglio può essere convocato dal Presidente anche telegraficamente, con preavviso di almeno ventiquattore ore”.
Insomma, il Regolamento prevede che “in casi di particolare necessità ed urgenza” (e non è nemmeno questo il caso non essendo nemmeno state spiegate le inesistenti ragioni di necessità ed urgenza) la convocazione debba pervenire ai consiglieri regionali almeno 24 ore prima.
Nel caso che occupa la nuova convocazione (con un nuovo ordine del giorno) è pervenuta agli istanti 33 minuti prima!!!
Trattasi, pertanto, di clamorosa violazione del Regolamento e di una convocazione manifestamente tardiva e irricevibile.

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SULLA VIOLAZIONE DELL’ART. 93
Ma vi è di più.Fermo restando quanto sopra esposto, che è preliminare ed assorbente, vi è che con la nuova convocazione, pervenuta agli istanti 33 minuti prima del Consiglio, è stato modificato l’ordine del giorno e inserito il punto n.4 relativo all’esame e alla discussione di una proposta di legge.Ora, è noto che le proposte di legge una volte giunte in Consiglio possono essere approvate o respinte o approvate con emendamenti.In buona sostanza, correttamente, e tanto è previsto dal Regolamento del Consiglio Regionale della Calabria, è consentito ai consiglieri regionali di proporre emendamenti alla proposta di legge.
E’, tuttavia, necessario che i consiglieri regionali, al fine di presentare emendamenti ad una proposta di legge, debbano essere informati preventivamente del fatto che nella seduta del Consiglio Regionale verrà esaminata una proposta.
Nel caso che occupa è evidente che la tardiva convocazione del consiglio regionale con l’inserimento, fuori tempo massimo, a 33 minuti dall’inizio del consiglio regionale, dell’esame di una proposta di legge, ha leso i diritti e le prerogative dei consiglieri regionali ai quali è stato impedito di presentare emendamenti.L’art. 93 comma 2 del Regolamento prevede che “I nuovi articoli aggiuntivi o emendamenti debbono essere presentati almeno 24 ore prima della seduta fissata per l’esame della proposta di legge”.
Insomma, il Regolamento dispone che il consigliere regionale debba proporre l’emendamento alla proposta di legge 24 ore prima dell’esame della proposta di legge e, però, nel caso che occupa, se gli istanti hanno saputo solo 33 minuti prima, con una tardiva e inammissibile e illegale convocazione, che sarebbe stata esaminata una proposta di legge, è evidente che è stato negato loro un diritto che è quello di esercitare totalmente il loro mandato e di presentare emendamenti.

SULLA VIOLAZIONE DELL’ART. 42 DEL REGOLAMENTO
L’art. 42 del Regolamento dispone che “Il Consiglio non può discutere né deliberare su questioni che non sono all’ordine del giorno, salvo che sia autorizzato da una deliberazione assunta con la maggioranza dei due terzi dei presenti, su richiesta del Presidente della Giunta o di un quinto dei Consiglieri”.Ora, una volta accertato la evidente illegalità della nuova convocazione pervenuta 33 minuti prima del Consiglio, la maggioranza, al fine di inserire all’ordine del giorno un altro punto, avrebbe dovuto utilizzare lo strumento di cui all’art. 42.Resta fermo, tuttavia, che sarebbe rimasta la violazione delle prerogative del consigliere al quale, in ogni caso, sarebbe stato impedito il deposito degli emendamenti.Tuttavia, vi è che la maggioranza consiliare non ha nemmeno utilizzato lo strumento di cui all’art. 42 ed infatti non vi è stato alcun inserimento di altro punto ai sensi dell’art. 42 né alcuna votazione ai sensi dell’art. 42.
Ma tant’è!

SULLA VIOLAZIONE DEGLI ARTT 41 E 103 DEL REGOLAMENTO

In buona sostanza, il Consiglio Regionale della Calabria in data 15/9/2020 ha trattato un punto non previsto nella convocazione tempestiva (quella pervenuta in data 11/9/2020) e che, in ogni caso, non poteva essere trattato perché tale trattazione ha violato i diritti e le prerogative dei consiglieri regionali ed in particolare il diritto di presentare, ai sensi dell’art. 93 del Regolamento, gli emendamenti alla proposta di legge.
D1)Ma vi è di più.
Ed infatti, la maggioranza consiliare, disinteressandosi dei rilievi pertinenti e fondati svolti dagli istanti in sede di consiglio regionale, è andata avanti, violando, ancora una volta, le norme del Regolamento.
L’art. 41 del Regolamento dispone che “Se un Consigliere regionale formula proposta motivata di un diverso ordine per la trattazione delle pratiche all’ordine del giorno, il Consiglio decide a maggioranza dei presenti, sentiti eventualmente un oratore a favore e due contrari, per non più di tre minuti ciascuno”.
L’art.  103 del Regolamento dispone che “Il Consiglio vota normalmente per alzata di mano, a meno che non sia richiesta la votazione nominale da parte di almeno tre Consiglieri”.
Ora, nel caso che occupa, fermo restando la totale illegalità della convocazione pervenuta 33 minuti prima del Consiglio, vi è che, nonostante la rituale richiesta dell’opposizione e degli istanti di votazione nominale con riferimento all’inversione delle ordine del giorno, nessuna votazione nominale vi è stata!
Insomma, anche con riferimento alla legittima richiesta di votazione nominale vi è stata una condotta illegale e contra ius e la pretesa legittima dell’opposizione di votazione nominale è stata contra legem ignorata.

Ed allora, da quanto esposto non può non vedersi che nel Consiglio Regionale della Calabria, in data 15/9/2020, sono state apertamente violate le norme di cui Regolamento che disciplina il funzionamento del Consiglio Regionale.
Sono stati negati i diritti e le prerogative dei Consiglieri regionali a cui è pervenuta una convocazione 33 minuti prima del Consiglio, non è stato permesso loro di presentare emendamenti alla proposta di legge, non è mai stato votato in Consiglio la introduzione di un nuovo punto all’ordine del giorno, è stata disattesa la legittima richiesta dell’opposizione di votazione nominale.

Vi è, inoltre, per come già esposto nelle premesse, che non è la prima volta che nel Consiglio Regionale della Calabria vengono violate le regole ma nel corso della presente legislatura vi è stata altra clamorosa violazione nell’occasione della costituzione delle Commissioni consiliari che sono state formate in aperta violazione del Regolamento.

Il Consiglio Regionale, tuttavia, deve essere l’aula in cui devono prevalere legalità e lealtà e non certo l’aula, come sta accadendo in Calabria, in cui vengono calpestate le regole e i diritti primari dei Consiglieri Regionali.
Tale situazione non è più tollerabile e tutti gli organi che hanno competenza devono intervenire al fine di permettere che l’assemblea legislativa della Regione Calabria possa muoversi in conformità al proprio Regolamento e rispettando i diritti e le prerogative dei consiglieri regionali democraticamente eletti.
Tutto ciò premesso, con il presente atto, si

CHIEDE
Che il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria e la Giunta per il Regolamento del Consiglio Regionale della Calabria vogliano analizzare il presente casus iuris e, in contraddittorio con gli istanti, accertare le gravi illegittimità che hanno caratterizzato lo svolgimento dei lavori del 15/9/2020 in aperta violazione del Regolamento del Consiglio Regionale della Calabria

CHIEDE
Che il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Interno e il Ministero per gli Affari Regionali, il Prefetto di Catanzaro e il Prefetto di Reggio Calabria, nell’esercizio dei propri poteri e delle proprie prerogative e dei loro poteri di vigilanza e di garanzia del buon funzionamento degli enti periferici e regionali, anche sentendo il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria e gli istanti consiglieri regionali, vogliano fare luce sui fatti esposti e accertare le gravi violazione avvenute nel corso della seduta del Consiglio Regionale della Calabria del 15/9/2020 ed adottare, conseguentemente, i dovuti e necessari atti e provvedimenti al fine di ripristinare la legalità all’interno del Consiglio Regionale della Calabria.

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