Intervista al segretario provinciale di Azione. Confermata la recente proposta del sindaco Fiorita, ma Guerriero si dichiara "non disponibile".
30 gennaio 2024 09:08di GABRIELE RUBINO
"Non sono disponibile, è tardi". Roberto Guerriero risponde alle voci degli ultimi giorni che descrivevano l'offerta del sindaco Fiorita di un posto nella Giunta comunale. Confermando implicitamente la notizia è però risoluto nel declinare la proposta. Nell'intervista rilasciata a La Nuova Calabria spiega i motivi del 'no' di oggi, pur rimanendo disponibile al dialogo per il bene della città, e di quelli che fecero saltare l'accordo ad agosto dell'anno scorso, prima del rimpasto di Giunta. Su tutte la mancanza di una convergenza su un progetto politico e l'assenza al tavolo delle trattative dei partiti di centrosinistra. Un'ampia pagina è poi riservata alla nuova esperienza da segretario provinciale di Azione e alle prospettive del partito di Calenda in vista delle Europee.
Di seguito l'intervista integrale e parte della trascrizione.
Come sono stati questi primi mesi in Azione, periodo nel quale si è votato anche alla Provincia? “Questi primi mesi in Azione rappresentano una nuova modalità di approccio alla politica. Ci siamo determinati con la segreteria provinciale e quella regionale tra novembre e dicembre. Abbiamo avuto pochissimo tempo per rapportarci all’esterno su un progetto socialdemocratico, un progetto riformista. Ci sono state le elezioni di secondo livello, tanto a Cosenza quanto a Catanzaro. Abbiamo saputo esprimere due consiglieri provinciali, con liste più che dignitose, raggiungendo quasi il 10% in entrambe le Province. Siamo stati voluti, a Catanzaro, da oltre 90 amministratori e tanti altri stanno arrivando. C’è attenzione verso una forza che sta esprimendo tanti contenuti”.
A livello regionale i consiglieri che aderiscono ad Azione appoggiano comunque il governo di centrodestra di Occhiuto… “Gli eletti in Azione mantengono fede al mandato che hanno ricevuto, cioè di dare una mano al presidente della Giunta Roberto Occhiuto, che sta governando con grande attenzione, supportato dai nostri consiglieri regionali. È fuor di dubbio che di fronte alla risoluzione dei problemi non guardiamo ai colori politici, che appartengono al vecchio secolo. Le cose da fare sono tante. Siamo disposti a sederci al tavolo con chiunque abbia da fare delle proposte e soluzioni da offrire”.
In questi giorni si susseguono le voci di contatti con il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita. Conferma? “Confermo il fatto che ci teniamo in contatto. È il sindaco della città e io rappresento un partito che ha il 10% dei consiglieri comunali. Mi rapporto a lui nella mia veste di segretario provinciale e quando mi chiama io rispondo”.
Nel dettaglio le voci indicano un ingresso nella Giunta comunale… “Non ho nessun interesse a entrare in questa Giunta. Offro la mia esperienza a questa città, per quello che sono stati i miei dieci anni da amministratore del Comune di Catanzaro. Sto già dando il mio contributo con una rappresentanza qualificata e valida in Consiglio comunale, e questo basta e avanza. Ad altre proposte non sono interessato. Quando ho deciso di dimettermi da consigliere comunale, in una fase storica particolare per la città, ho intrapreso un altro ruolo di dirigente politico e intendo svolgere il mio ruolo con libertà. Fermo restando che non farò mai venire meno il principio di essere vicino ai bisogni della mia città, ma sicuramente non nelle vesti di assessore”.
Prima di quest’ultimo tentativo, c’è stato un approccio la scorsa estate prima del rimpasto di Giunta. Perché non è andato in porto? “Non basta semplicemente dire: ti do un assessorato. Bisogna capire chi siamo, cosa vogliamo fare e dove vogliamo arrivare. Nella circostanza abbiamo ritenuto le possibilità che ci sono state offerte (tra cui anche un assessorato) lacunose perché non c’era un progetto politico. E il progetto politico avrebbe dovuto governarlo il Partito democratico, che è la maggiore espressione di questa coalizione. Quantomeno se la vediamo nell’ottica del centrosinistra. Sappiamo che questa coalizione non si può guardare solo con un’ottica di centrosinistra. Venendo meno i partiti l’interlocuzione diventa difficile perché diventa uno a uno, nel bisogno personale. Abbiamo posto dei quesiti. Cosa s’intendeva fare per le partecipate, sui fondi del PNRR e una rimodulazione della pianta organica rispetto ai dirigenti che rispetto a quel momento avevano maggiore capacità di incisione sull’attività amministrativa. Determinate risposte non ci sono mai arrivate, l’opportunità di avere un assessorato poteva essere ghiotta ma non ci dava garanzie di natura politica. Venendo meno questa è venuta meno la discussione”.
Era forse quello il momento giusto? “Era necessario che gli attori si fossero seduti attorno a un tavolo. La mancanza della politica la sta facendo da padrone. C’è un rappresentante del partito socialista, che siede in Consiglio comunale, che non ho mai visto in una discussione col sindaco su questo. Il Pd che mancava a quella discussione. Ognuno potrà dire le proprie verità. Devo dare atto che nel mese di agosto, nonostante le enunciazioni pregresse, il più aperto al dialogo era Antonello Talerico”.
Inevitabilmente dopo il rimpasto, il baricentro della maggioranza si è spostato su Talerico. Ci possono essere delle conseguenze in futuro? “È una scelta politica. Gianni Speranza a Lamezia ha dimostrato che contano i contenuti più che i numeri, ma a Catanzaro si è scelta la strada dei numeri. È fuor di dubbio che su questo vince Antonello Talerico, dimostrando di essere forza trainante e in grado di riunire anime diverse, prevalentemente di centrodestra, su un progetto a cui è rimasto poco di centrosinistra. Mi giunge voce ci siano frizioni, ma mi auguro da cittadino che questa Amministrazione vada avanti. Auguro a Nicola Fiorita di essere il sindaco fino alla fine della consiliatura, deve essere capace di saper governare questa città, perché ha bisogno di essere governata. Cosa diversa è comandarla. Ci sono mille modi per comandarla e, in alcuni frangenti, il comando piace a diversi”.
Fra chi Talerico ha attratto c’è anche Giorgio Arcuri, eletto nella sua lista e che adesso fa l’assessore. Cosa ne pensa? “Ha fatto una scelta che ha disatteso gli accordi politici che avevamo preso. Un mese e mezzo prima che decidesse legittimamente di fare un altro tipo di percorso aveva dichiarato la sua estraneità al sindaco di Catanzaro. In più circostanze quest’ultimo era stato definito in modo piuttosto colorito e poi me lo ritrovo in Giunta. Mi auguro soltanto che faccia del bene alla città di Catanzaro”.
Lo slogan del cambiamento ha contribuito alla vittoria di Fiorita, dopo un anno e mezzo cosa ne pensa la città? “Io sono uno di quelli che ha perso le elezioni. Ho sostenuto orgogliosamente Valerio Donato. Le aspettative che ha creato erano molto alte. Dai rumors della città, del popolo non s’intravede questo cambio di passo. Le problematiche erano tante e sono tante anche oggi e nessuno aveva la bacchetta magica, ma certamente un cambio di passo si poteva dare e si poteva incidere. Oggi è un po’ tardi, da qui la determinazione di essere parte attiva quando ci sarà la necessità ma non partecipe di questa Amministrazione”.
Quali errori avrebbe commesso l’Amministrazione? “Immaginavo l’ascolto delle opposizioni. Con il sindaco Fiorita sono stato consigliere comunale di opposizione e al sindaco Abramo abbiamo sempre rimproverato la mancanza di ascolto delle opposizioni. Rivedo gli stessi tratti, anche se il dialogo è sempre da prediligere. Capisco che per opportunità è preferibile andare per la propria strada. Però hai davanti persone qualificate come Parisi, Veraldi e Donato che hanno dato e daranno delle imbeccate rispetto alla funzione di alcuni settori strategici. Magari ci si poteva fermare un attimo e ascoltare. E questo è mancato. Sulla gestione della cosa pubblica c’è un po’ di opacità. La questione delle associazioni e quello che è successo a Capodanno rappresenta nella migliore delle ipotesi un po’ di leggerezza. La politica ha le sue responsabilità ma anche i burocrati del Comune dovrebbero dire perché autorizzano alcune cose. C’è una corresponsabilità. La politica a volte è indotta in errore".
Sulla macchina burocratica cosa non funziona? “Il principio è quello della rotazione. Cosa che ancora è ferma. Ci sono settori totalmente paralizzati. Se vuoi parlare di prospettive noi siamo disponibili, noi non siamo interessati a posti di governo e di sottogoverno. Di nulla”.
Valerio Donato ha dichiarato più volte l’ambizione di ricostruire la comunità di centrosinistra. È d’accordo e a che punto è? “La comunità c’è sempre stata. Valerio Donato si pone qualcosa di ambizioso e guarda al dopo perché penso ci sia bisogno di costruire un contesto ideale che ci veda più vicini possibile. La posizione di Azione mi sembra chiara: siamo perché i due poli – che hanno fallito negli ultimi 30 anni – devono fare con un’area di centro e riformista. La verità è che in questo Paese mancano i socialisti. Un polo di riferimento identitario e trainante”.
Gli obiettivi per le Europee? “Siamo un piccolo partito, nato da una scissione dopo una grande operazione di Calenda e Renzi che aveva avuto il 7,8% alle Politiche. Ci sono degli spazi importanti. La verità è che in tanti che si trovano nel centrodestra e nel centrosinistra si trovano male. Mi auguro che a livello nazionale si possa superare la soglia di sbarramento e in Calabria affermarsi con un dato che si avvicini molto. Vorrei che la gente andasse a votare, ma ultimi provvedimenti non lasciano ben sperare come quello sull’autonomia differenziata che può essere una mannaia per il Mezzogiorno".
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