di STEFANIA PAPALEO
"Ho sentito urla di ragazzi e bambini che provenivano dall'interno del Mc Donald's e senza esitare sono sceso dall'auto per andare in loro aiuto ma, a quel punto, sono stato aggredito senza motivo da tifosi catanzaresi con bastonate in testa e alle braccia". Questa è secondo la polizia la testimonianza chiave che inchioderebbe alle proprie responsabilità gli ultras giallorossi indagati per gli scontri violenti avvenuti dopo il derby di domenica 3 marzo presso lo svincolo autostradale A2, con diversi feriti tra le forze di polizia. L'uomo, un tifoso cosentino che, al termine del derby, stava raggiungendo il fast food insieme a moglie e figli, nel rilasciare dichiarazioni spontanee in Questura, ha anche detto che i suoi aggressori indossavano tutti una felpa nera e avevano il volto travisato, particolare che, tuttavia, non gli avrebbe impedito di dedurre che si trattasse di facinorosi della tifoseria ospite, a suo dire anche muniti di grossi tubi di ferro tra le mani.
Una vera e propria guerriglia, insomma, scatenata da una sorta di agguato che i tifosi rossoblu avevano teso ai catanzaresi, presi d’assalto nel momento di tornare ai pullman che li avrebbero portati a casa con tanto di fumogeni, petardi e bastoni di legno. Da lì la reazione dei tifosi indagati che, insieme ad altri, si sarebbero gettati in strada.
LA POSIZIONE DI LUIGI FORTUNATO
Una dinamica, questa fornita dal testimone, che avrebbe trovato riscontro nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza del Mc, all'interno del quale si sarebbero chiusi i clienti in reda al panico per l'avanzata minacciosa dei tifosi catanzaresi, tra i quali ci sarebbe stato anche Luigi Fortunato, fermato nell'immediatezza dalla polizia e portato in Questura, da dove sarebbe uscito dopo circa un'ora per via della minaccia degli altri ultras a bordo dei pullman di bloccare l'autostrada fino al rilascio dell'uomo, beccato col volto travisato da un passamontagna a tentare di colpire alcuni ragazzi che se la stavano dando a gambe levate. Questo scrivono i poliziotti nell'informativa confluita nel fascicolo della Procura insieme a un audio wathapp di un tifoso a bordo di un pullman che avrebbe confermato tutto ciò. Lo stesso Fortunato, peraltro, sostiene ancora la Digos, è risultato privo di titolo abilitativo all'ingresso, per come accertato dalla lista accessi acquisita dalla società "VivaTicket", alla stregua di Squillacioti e Smorfa. Le accuse a suo carico sono quelle di concorso nei delitti di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento alle vetture.
PROVE INSUFFICIENTI
Per il gip Sara Mazzotta, tuttavia, l'analisi della documentazione prodotta contro Fortunato "non consente di addebitare all'indagato le condotte delittuose in contestazione. Infatti, egli viene individuato dagli agenti mentre era intento a colpire "ragazzi" collocati nei pressi del Mac Donald's sito vicino allo svincolo Autostradale per Rende. Tuttavia, egli non viene in alcun modo individuato nell'atto di apporre resistenza nei confronti dei pubblici ufficiali o a porre violenza nei loro confronti. Parimenti, non sussistono elementi indiziari in ordine al fatto che questi abbia determinato, con la propria condotta, l'interruzione del pubblico servizio (non risulta che guidasse alcuna autovettura o che si sia frapposto allo scorrimento delle autovetture) o che abbia danneggiato le autovetture ivi presenti". Da qui la decisione di rigettare la richiesta del sostituto procuratore Domenico Assumma di sottoporre Fortunato (difeso dagli avvocato Stefano Nimpo e Alessio Spadafora) alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
IL VIDEO CHE RACCONTA ALTRO
A fronte di questa ricostruzione, tuttavia,
E adesso le indagini proseguono al fine di identificare altri soggetti autori dei reati contestati e di altri perpetrati sempre durante e immediatamente dopo l'evento sportivo al centro dell'ennesima pagina nera scritta nella storia del calcio calabrese.
LEGGI QUI LE CONCLUSIONI DEL GIP PER TUTTI GLI INDAGATI
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