I 50 anni di ‘medico condotto’ di Pasquale Colace nel ricordo della comunità di Gagliano

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images I 50 anni di ‘medico condotto’ di Pasquale Colace nel ricordo della comunità di Gagliano

  04 febbraio 2025 20:58

di FRANCESCO IULIANO

Hanno ricordato l’uomo, il medico, il politico. Pasquale Colace, indimenticato ‘medico condotto’ dell’antico quartiere di Gagliano, è stato il protagonista dell’incontro organizzato dalla Pia Congregazione Reale Madonna del Carmine 1783 di Gagliano, a 19 anni dalla sua scomparsa.

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Un appuntamento allestito nella sala ‘Francesco Scorzafava’, attigua alla Chiesa Santa Maria Assunta di Gagliano, al quale hanno partecipato, con il priore della Pia Congregazione, Santo Brancati, l’assistente diocesano dell’associazione Medici Cattolici Italiani, don Domenico Concolino ed Antonio Caroleo. (ph Gnt)

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Erano presenti i familiari di Pasquale Colace. Le figlie Anna e Rita, il figlio Rosario Colace (stimato medico in forza al Policlinico Universitario di Catanzaro), ed i nipoti.

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In apertura i saluti del parroco don Michele Fontana e del priore della Pia Congregazione, Santo Brancati.  

“La Congrega - ha commentato - ritengo che non debba interessarsi solo ed esclusivamente dei tradizionali appuntamenti religiosi e civili che coinvolgono la comunità nel corso dell’anno. E’ fondamentale, dunque, dare spazio anche ad eventi e/o manifestazioni che ci riportino alla mente fatti e personaggi del quotidiano della nostra comunità. Da qui l’idea di ricordare e dare il giusto riconoscimento a varie figure care al nostro quartiere. Partiamo con il ricordo del nostro medico  Pasquale Colace. Una figura mitica del nostro territorio”.

Una professione - è stato detto -, quella del medico condotto, che nel corso degli anni è cambiata com’è cambiato il nostro vivere quotidiano.

“Il termine ‘medico condotto’ - ha commentato Antonio Caroleo - nasce da molto lontano. La parola ‘condotto’ deriva da “conductum”, participio passato del verbo latino “conducere” ed i contratti che i Comuni stipulavano con i medici per la cura dei cittadini indigenti, erano appunto detti contratti di condotta. Con la firma, il medico si impegnava a risiedere nel comune dove esercitava il suo servizio ed era tenuto a garantire la propria assistenza 24 ore al giorno, in modo gratuito ai cittadini poveri e poteva svolgere funzioni di ufficiale sanitario. Una figura importantissima all’interno di una comunità. Pasquale Colace è stato tutto questo. Unico con il suo modo di essere medico". 

Tante e tutte con l’obiettivo di ricordare la figura dell’uomo, del medico e del politico, gli aneddoti e le testimonianze portate.

Come non pensare - è stato detto - a quando il dottore Colace, puntualmente, saliva sulla sua 500 bianca e, borsa alla mano, andava a casa del paziente ammalato. La domanda, prima della visita,  era quella di routine: chiedeva quali sintomi manifestasse, quindi iniziava la sua scrupolosa visita osservando la gola, ed ascoltando il cuore, i bronchi, i polmoni. Al termine, sicuro, pronunciava la diagnosi e, presa carta e penna, prescriveva la cura.

Per don Mimmo Concolino, “la professione medica esercitata da Pasquale Colace, è molto diversa da quella che si concepisce ai giorni nostri. Oggi - ha commentato - si concepisce la medicina come scienza e, forse, si tralascia il fattore umano della professione. Quello che Pasquale Colace ha sempre avuto, unita alla sua grande competenza scientifica».

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