di GABRIELE RUBINO
Una giunta in buona misura tecnica e con poche 'spruzzate' politiche. Il metodo usato dal sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita per assemblare il suo esecutivo è stato assolutamente inusuale. Nessuna riunione congiunta delle liste che lo hanno sostenuto e niente manuale Cencelli, a cui il centrodestra ricorreva abitualmente. Tante consultazioni individuali o con rappresentanti di singole liste o partiti.
I mal di pancia ci sono eccome, eppure le caselle dovrebbero essere più o meno tutte piazzate. Salvo improvvisi cambiamenti l'assetto dovrebbe essere questo: Antonio Cosentino allo Sport, Raffaele Scalise ai Lavori pubblici, Marina Mongiardo al Bilancio, Antonio Borelli Attività economiche, Turismo e Patrimonio, Donatella Monteverdi alla Cultura e poi ci sono i due già annunciati prima del ballottaggio: Marinella Giordano Sicurezza (e forse Ambiente) e Venturino Lazzaro Welfare. Le ultime due caselle, fra cui anche il vicesindaco, toccherebbero al Partito democratico.
Questo il quadro. Poi ci sarebbero una serie di consulenti, come Enrico Mazza, il quale si occuperebbe di monitorare i progetti del PNRR e altri giuristi pronti ad affiancare Pasquale Squillace, che dovrebbe essere il capo gabinetto.
A proposito di assetti, finora lo schieramento di Antonello Talerico che arriva a quattro eletti in Consiglio (con possibilità di agganciare un quinto, si parla di Manuela Costanzo) è stato responsabile e si 'accontenterebbe' di un assessorato con deleghe pesanti. Quelle di Antonio Borelli nello schema di sopra. Va precisato che la pattuglia di Talerico non ha aderito a quella di Fiorita. Si tratta di un appoggio esterno che valuterà le singole pratiche e punta a essere il vero ago della bilancia nell'Assemblea municipale. Dove sarà fondamentale la presidenza del Consiglio comunale che Fiorita non vuole cedere agli avversari.
Su questo sono intervenuti Valerio Donato e Gianni Parisi di Rinascita: "É consolidata prassi democratica (al netto della ventennale esperienza Abramo) affidare i ruoli di garanzia alle opposizioni, in virtù della funzione assegnata alla carica. Il ruolo di presidente del consiglio non deve essere strumento per l'attuazione dell'indirizzo politico di una coalizione ma dovrebbe occuparsi del corretto funzionamento dell’istituzione quale garante della vita amministrativa dell’ente. La soluzione prospettata dal primo cittadino, se confermata, non appare in linea con l'azione politica di rinnovamento (tanto sbandierata in campagna elettorale) ma tende a restaurare modalità che manifestano uno scarso senso delle istituzioni senza sottolineare l’arroganza che - la’ dove la notizia fosse veritiera - esprimerebbe lo stile impiegato. Chiediamo al neo Sindaco di evitare qualunque interferenza con tali competenze istituzionali del Consiglio, dimostrando che le promesse di cambiamento non erano solo forme di propaganda elettorale".
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