di GABRIELE RUBINO
Tempi di liquidazione differenziati e adesso anche la 'precisazione' regionale. Negli ultimi giorni sulle indennità Covid agli 'eroi', su cui la Calabria aveva già accumulato un ritardo da record trattandosi di premi riferiti all'attività prestata nella primissima ondata della pandemia, c'è stata un'ulteriore novità. Con una comunicazione del dirigente generale del dipartimento Tutela della Salute, Iole Fantozzi, indirizzato alle Asp e alle aziende ospedaliere è stato specificato che "gli importi assegnati alle aziende sono al lordo degli oneri previdenziali a carico dell'azienda e a carico del lavoratore, sono al lordo dell'IRAP e delle ritenute erariali di legge". Questo significa che ci sarà una consistente sforbiciata e quindi il netto dovuto agli operatori sanitari sarà decisamente più asciutto rispetto alle previsioni.
LE PROIEZIONI SULLE INDENNITA' NETTE A SECONDA DELLE FASCE DI RISCHIO- I calcoli non sono semplicissimi e non possono essere uniformi per tutti. Ricordiamo che l'accordo regionale aveva stabilito la suddivisione in tre fasce di rischio: alto, medio e basso. L'importo, a questo punto si può dire lordo, riconosciuto al personale della prima fascia era di circa 1.830 euro. Sottraendo gli oneri previdenziali, l'IRAP e poi la relativa aliquota a seconda della fascia IRPEF il netto realisticamente rischia di scendere fino a circa 720 euro. Naturalmente sarà ancora più impattante sulle altre due. L'importo lordo della fascia media è di 883 euro e quello della fascia bassa di 252 euro. In quest'ultimo caso, il netto dovuto rischia di non superare nemmeno un euro al giorno. Proiezioni che fanno mormorare alcuni rappresentanti sindacali: "piuttosto che uscire rischiando la vita quando tutta l'Italia era rinchiusa in casa era meglio starsene sul divano e cantare l'inno sui balconi".
LE TRE FASCE DI RISCHIO- E sempre a proposito della fasce di rischio, alcuni operatori hanno avuto da ridire sull'assegnazione decisa negli elenchi trasmessi dalle aziende. Stando i criteri generali indicati dalla Regione nella fascia di rischio alto vi rientravano tutte le unità operative Covid, le terapie Intensive e Rianimazioni Covid, i pronto soccorso DEA di primo e secondo livello, il Dipartimento Prevenzione e attività territoriale, trasporti pazienti Covid 118, Laboratori e microbiologie, Radiodiagnostica, sale operatorie, aree sub-intensive, dialisi, camere mortuarie Covid e l'assistenza domiciliare Covid. Nella fascia di rischio medio: pronto soccorso non DEA e punti di primo intervento, farmacie di ospedali Covid, centrali operative 118, terapie intensive e rianimazione e gli altri reparti di presidi ospedalieri Covid. Nella fascia di rischio basso tutto il resto del personale, incluso quindi quello amministrativo.
QUALCHE INCERTEZZA SUGLI ELENCHI E LE POSSIBILI TRATTENUTE- Le complicazioni non sono finite. Molte aziende hanno già erogato le indennità ai dipendenti, però non tenendo in considerazione il fatto che la cifra fosse al lordo. A questo punto non si può escludere che nelle prossime buste paga potrebbero esserci delle trattenute per compensare la differenza. L'azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, che invece è stata un po' più 'lunga' sui tempi ma forse più scrupolosa, aveva inoltre rilevato delle anomalie sugli elenchi generati dal sistema regionale che si limitavano ad accertare il rapporto di dipendenza ma non l'effettiva presenza da febbraio a luglio 2020. Chissà se altre aziende hanno effettuato l'opera di 'ripulitura' necessaria. Insomma, quello che doveva essere una premialità per gli eroi è diventata un campo minato.
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