I ristoratori di Catanzaro lanciano l'allarme sulla prosecuzione della “zona rossa” : "Non è accettabile"

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I ristoratori ribadiscono che "le entrate previste per queste settimane che portano alle festività natalizie, e giorni di festa inclusi, ci permetterebbero senz’altro di recuperare un pò di ossigeno, e mettere carburante nel serbatoio per provare a ripartire con più fiducia con l’anno nuovo"

  27 novembre 2020 16:41

"La possibilità di una prosecuzione della “zona rossa” per la Calabria, dopo 3 settimane di chiusura forzata, rischia di compromettere in modo permanente la tenuta delle molteplici attività imprenditoriali della nostra città. Il settore della ristorazione è già messo in ginocchio e i ristori fin qui erogati dal Governo sono stati fin troppo esigui per fronteggiare i costi a cui attività come le nostre devono far fronte. Solo la paventata ipotesi di una “chiusura forzata”, anche per il mese di dicembre, non è accettabile, specie da chi, come noi, ha in dicembre il mese più proficuo dell’anno". Lo affermano dal comitato ristoratori Catanzaro.

"Le entrate previste per queste settimane che portano alle festività natalizie, e giorni di festa inclusi, - prosegue la nota - ci permetterebbero senz’altro di recuperare un po’ di ossigeno, e mettere carburante nel serbatoio per provare a ripartire con più fiducia con l’anno nuovo. Chiudere, così come ci è stato già imposto nel primo lockdown, e di nuovo a inizio novembre, rappresenterebbe per noi un danno economico incalcolabile e che avrebbe inevitabilmente una ricaduta drammatica anche per tutti i nostri dipendenti e le loro famiglie. Oltre a investire la tenuta sociale del Paese. Uno scenario a cui non vogliamo neanche pensare ma di cui riterremo Governo Nazionale e Regionale unici colpevoli. Perché, di fatto, se oggi la Calabria vive in “zona rossa” non è per l’incidenza effettiva del Coronavirus sui calabresi ma per la cattiva gestione del nostro sistema sanitario, commissionato da oltre 10 anni e “sfigurato” a livello nazionale dalle ultime umilianti vicende di cronaca di cui noi, a differenza dei protagonisti, non perderemo memoria. Un teatrino a cui si continua ad assistere esterrefatti e che sembra non voler trovare fine. La Regione chiede di potersi rioccupare della gestione della nostra Sanità, il Governo non cede e le sta provando tutte per inserire un proprio uomo di fiducia".

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"In ragione di quanto appena detto, stanchi di aspettare, non abbiamo più alcuna intenzione di farci prendere in giro da chi crede di poter decidere delle nostre vite come se nulla fosse. Siamo qui a chiedere al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e al suo esecutivo, di voler considerare l’attuale presidente facente funzioni della Calabria, Nino Spirlì, come possibile nuovo commissario ad acta della nostra stupenda, ma ormai troppo provata, regione. Farlo in questo preciso momento storico - conclude il comitato ristoratore - significherebbe lanciare un segnale di apertura importante, a dimostrazione della volontà di restituire ai calabresi la gestione del sistema sanitario e mettere fine alla “colonizzazione” vissuta nell’ultimo decennio. Che, invece di risanare la situazione, non ha fatto altro che aumentare il debito sanitario".

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