“IDDHU”, il cortometraggio del catanzarese Luigi Pironaci: “Una storia di amicizia e voglia di rivalsa”

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images “IDDHU”, il cortometraggio del catanzarese Luigi Pironaci: “Una storia di amicizia e voglia di rivalsa”
Luigi Pironaci
  17 febbraio 2020 10:30

di FRANCESCA FROIO

Calabria, 1992. Su una barchetta nel bel mezzo di un lago di montagna, Pino e Totò immaginano una vita diversa da quella che la società del luogo gli ha imposto. E mentre i due ragazzi vengono cullati dolcemente dalle onde, bramano una vita fatta di semplici ambizioni e appassionate storie d’amore. Pino e Totò sono nati in un paesino dell’entroterra calabrese e sognano di andare in America per fuggire da quella terra di ‘ndrangheta. Così, quando il caso presenta davanti ai loro occhi l’opportunità per una nuovo inizio, i due non se la lasciano scappare…

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Stiamo parlando di “IDDHU”, il cortometraggio frutto della passione e dell’impegno di un giovane calabrese che crede ancora nei sogni e si adopera con tenacia per realizzarli.

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                                                                Alessio Praticò e Mauro Lamanna

 “Una  storia di amicizia, di profonda voglia di rivalsa e di emigrazione - ci spiega Luigi Pironaci, padre di questo lavoro - la storia di due ragazzi calabresi che negli anni ’90 si muovono tra torbide e devastanti dinamiche di ‘ndrangheta, un fenomeno che da sempre stringe in una morsa asfissiante l’intera società e la vita delle persone destinate a subirla”.

“Pino e Totò sentono che i loro desideri vengono schiacciati e le loro emozioni vengono abbrutite - racconta Luigi - Questo fomenta in loro l'esigenza di "emigrare" da quella splendida terra che opprime le loro aspettative di vita, i loro desideri e il loro sogno di vivere una vita tranquilla”.

Il cortometraggio, recitato in dialetto calabrese e da attori calabresi, ha consentito agli stessi di indagare nell’animo di quei personaggi e raccontare un aspetto oscuro della propria terra”. 

Luigi Pironaci, nato nel 1982 a Catanzaro, si è formato per diventare avvocato, ma durante il suo percorso non hai mai distolto lo sguardo dalla sua grande passione, il cinema, che ha continuato a coltivare studiando  sceneggiatura nella capitale,  presso l’ITS Roberto Rossellini.

È  nel 2016 che il giovane catanzarese scrive, dirige e produce il suo primo cortometraggio intitolato La Ricetta, acquistato da Rai Cinema per i canali web. Nel 2017 scrive, dirige e produce il suo secondo cortometraggio dal titolo Caffè caldo e nel 2019 scrive e dirige IDDHU, un cortometraggio realizzato in co-produzione con la Indaco Film, col supporto della Calabria Film Commission e distribuito da Zen Movie. 

Un cortometraggio che parla di una tematica attuale oggi come ieri, “IDDHU”, attualmente distribuito nei più importanti festival di cinema nazionali e internazionali e candidato alla selezione dei David di Donatello 2020".

Con la promessa di uno speciale interamente dedicato a questo capolavoro, abbiamo, nell’attesa, incontrato Luigi e ci siamo fatti raccontare qualcosa direttamente da lui, cuore e mente di questa meravigliosa e profonda creazione artistica.

                                                                                         

                                                                                                                                           Le riprese

 

L' INTERVISTA

Una passione che è diventata professione quella per il cinema, in modo particolare per la regia, come nasce?

Non me lo chiedo mai come è nata questa passione o “il perché” sento l’esigenza di comunicare qualcosa di semplice attraverso il complicato strumento filmico. Forse perché il cinema mi dà l’opportunità di conoscere meglio me stesso, di farmi domande attraverso i personaggi che scrivo senza mai trovare risposte; è come un costoso analista che ti parla attraverso le immagini e i sentimenti che ti sfumano davanti (ride).  Per me tutto nasce dalla passione per la scrittura cinematografica. Mi sono messo alla prova iniziando a studiare e a scrivere sceneggiature, poi ho voluto vederle su uno schermo. Mi rendo conto che la strada del cinema è tortuosa e va percorsa con sacrificio anche se questo è un sacrificio che accuso di meno rispetto ad altri.

 

Questo ultimo lavoro, attualmente distribuito nei più importanti festival di cinema nazionali e internazionali, è ambientato nella nostra terra e tratta una tematica particolare, quella dell’emigrazione, in che modo hai contemplato questa scelta?

Ho pensato a tutte le persone costrette a lasciare la propria terra per “inseguire” la vita. Avverto un forte conflitto nell’abbandonare i propri affetti e provare a vivere altrove una vita migliore. La scelta di emigrare è una scelta difficile e viene messa su una bilancia molto crudele, partire o restare? Salvarsi o abbandonarsi a un destino già scritto? Solitamente chi emigra lo fa perché non ha altra scelta. I miei personaggi infatti scelgono di scappare da un sistema che li opprime, anche se avvertono la necessità di vivere una vita “normale” e senza alcuna pretesa. Questa è di per sé una cosa triste.

 

Non è la prima volta che parli attraverso le tue creazioni di questi luoghi, vero?

A dire il vero è la prima volta che parlo della Calabria intesa come “mondo straordinario” in cui si svolge una storia ed è anche la prima volta che i miei personaggi parlano in calabrese. Negli altri miei cortometraggi affrontavo sempre tematiche “intime”, dalla libertà di esprimere la propria sessualità alla libertà nella vita di godere delle cose semplici, ma le storie si svolgevano in un non luogo. Parlare invece della Calabria attraverso personaggi che dialogano in calabrese è stato molto divertente nonostante la drammaticità della storia. Mi sono sentito a casa in quei giorni di set sul lago di Vico (Lazio) e questo grazie ai due talentuosi attori calabresi (Alessio Praticò e Mauro Lamanna) con cui ho condiviso un bel viaggio, al mio amico e direttore della fotografia Vittorio Sala e al produttore Luca Marino che ha coraggiosamente creduto in me. Ringrazio anche la Calabria Film Commission che dà modo ai giovani cineasti calabresi di realizzare se stessi e le proprie opere.

 

Quanto c’è di Luigi Pironaci, il ragazzo andato via dalla Calabria, in questo corto?

C’è tanto. Tante ore al telefono con il direttore della fotografia, le mie speranze e molto sacrificio. In realtà per realizzare questo corto non è bastato solo il mio, c’è voluto anche quello dei miei genitori e della mia compagna (Valentina Ruggeri), una bravissima attrice e cantante che anni fa ho conosciuto proprio in Calabria durante uno spettacolo. Non li ringrazierò mai abbastanza.  

 

L’aspetto che più ami di questo mestiere?

Osservare la trasformazione dell’idea di uno in un’opera di tutti. Anche le fortissime amicizie che nascono sul set è un aspetto che amo, ma credo che le due cose siano collegate. Per me è questa la magia del cinema.

Un tuo pensiero sul cinema?

Credo che il cinema sia tutto ciò che non può essere espresso in altro modo. E’ un linguaggio che unisce in sé tutte le forme d’arte, dalla recitazione alla poesia, dalla musica alla pittura, ma aggiunge quel qualcosa in più che non si riesce ad afferrare. Forse per esprimere a pieno il mio pensiero devo citare il maestro Paolo Sorrentino nell’esilarante video dei The Jackal, quando dice che “il cinema è il soffitto del cuore”. Non esiste frase migliore di questa e non potrebbe essere diversamente.

 

Un messaggio che vuoi dedicare ai protagonisti veri di questa storia, di ieri, di oggi e di domani?

Siamo stati tutti sulla stessa barca, lo siamo ancora e continueremo ad esserlo. Proviamo a volerci bene durante il viaggio.

 

REGIA, SCENEGGIATURA E CO-PRODUTTORE: Luigi Pironaci (calabrese)

DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA: Vittorio Sala (calabrese)

PRODUZIONE: Indaco Film di Luca Marino (calabrese)

PATROCINIO: Calabria Film Commission

DISTRIBUZIONE: Zen Movie (Roma)

ATTORI PROTAGONISTI: ) Alessio Praticò (calabrese) - Mauro Lamanna (calabrese)

ATTORE NON PROTAGONISTA: Maurizio Jiritano (calabrese di origine)

MUSICHE ORIGINALI: M° Roberto Gori



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