Anche quest’anno canterò Oltre il ponte, la bella canzone sulla liberazione di Calvino e Liberovici, ma nella mia mente e dal balcone di casa; non sarò all’iniziativa pubblica dell’ANPI, che non potrà svolgersi. Rileggerò, come ogni anno, l’epigrafe per il “camerata Kesserling” di Piero Calamandrei e lettere dei condannati a morte della resistenza.
Questo 25 aprile è parecchio particolare perché pieno di tristezza e di apprensione; ce ne sono stati, dalla fine del fascismo, in 75 anni, altri vissuti con inquietudine: stragi di stato, stragi di matrice fascista, tentativi di colpi di stato, strategia della tensione, terrorismo, etc.
La diversità è causata da un nemico invisibile che da mesi ci tiene impegnati a difenderci la vita e nel contempo a programmare come, dopo la sua sconfitta, riprendere le quotidiane attività. È un virus che, quanto mai prima nella storia, colpisce in ogni parte del mondo con tutta rapidità; è riuscito a rendere tangibile la globalizzazione, evidenziando le profonde criticità di questa società diretta dal libero mercato e dalla finanza, artificiosa costruzione sulle ingiustizie, sulle disuguaglianze e le prevaricazioni. Gli esseri umani si scoprono alla mercé di chi ha la ricchezza, ma non la capacità di sostegno al prossimo, che però decide del loro destino. Avvertono l’urgente necessità della solidarietà politica: recupero del primato del governo delle istituzioni democratiche; fondamentale per farsi carico pienamente delle scelte complessive a tutela dell’umanità e della natura. La dimensione globale che cancella i confini delle nazioni rende, sempre più, necessari i governi continentali e internazionali.
Quanto avviene per e con il Coronavirus sono la prova concreta della nuova dimensione umana che si è realizzata negli anni; molto è divenuto passato e superato.
Bisognerà recuperare e velocemente la “nuova normalità”. Si pone la necessità di costruirla con parametri nuovi, che dovranno mettere al centro di ogni scelta i diritti universali dell’umanità e la salvaguardia del Pianeta che ci ospita. Per questi alti obiettivi dovremmo recuperare un nuovo e strategico impegno per una società della civiltà universale; ritengo dovrà essere la riflessione e il ragionamento dei prossimi tempi. Saranno necessari pensieri e prassi diversi e nuovi: una rivoluzionaria visione strategica che indichi il percorso all’umanità, che dovrà in un continuo assicurare a tutti i diritti di cittadinanza.
Il Coronavirus ci preoccupa molto per il pericolo che comporta per la salute e per la vita di ognuno di noi, ma anche per le novità che sta provocando rispetto alle possibilità di recupero e reimpostazione, soprattutto nella parte del mondo di “qualità”, di una organizzazione che faccia progredire, non regredire le persone. Il paventato pericolo della perdita di tanti milioni di posti di lavoro e di uno scivolamento verso la povertà o l’abbassamento della qualità di vita potrà essere concreto, se non si rivedranno i modelli di sviluppo al fine di renderli fattori di progresso più generale.
Oggi stiamo resistendo e combattendo per liberarci da un nemico che non ha alcuna contezza del convivere umano, ma che è riuscito a minarlo e metterlo fortemente in discussione.
Da dove dovrà ripartire l’Italia ce lo dicono i dettami della Costituzione, che contiene ogni motivo e aspirazione per i quali si sono battuti gli antifascisti, donne e uomini, in gran parte giovani, durante la lotta di liberazione e che ha visto tanti di loro carcerati, barbaramente torturati e uccisi.
La Costituzione, che contiene i grandi valori patriottici: libertà, democrazia, solidarietà, universalità dei diritti, è un contenitore di grande umanità al quale dobbiamo ancora pienamente attingere per fare dell’Italia un esempio virtuoso, ma anche per dare, con l’autorevolezza che ne deriva e deriverà dalla sua applicazione, forza ai contenuti che potranno essere parte importante per la ricostruzione dell’Italia e dell’Europa. L’Europa, che ha acquistato enorme importanza in questi mesi, ha bisogno dell’Italia, Paese fra i fondatori, per il suo alto livello di civiltà democratica posto a disposizione per la riorganizzazione dell’unione europea.
A partire da questo 25 aprile bisognerà recuperare la indispensabile unità delle forze democratiche che si realizzò nella guerra partigiana e nell’Assemblea Costituente. È il momento, in questa fase confusa e pericolosa dell’Italia, ritrovare la qualità e rilanciare la forza della Costituzione. Rimettere insieme i democratici che si riconoscono nei grandi valori costituzionali è indispensabile; sono virtù che bandiscono il populismo, il sovranismo, il nazionalismo, l’antipolitica, il giustizialismo.
Nel referente omaggio a quanti lottarono e morirono per l’Italia antifascista, voglio ricordare le migliaia di nativi calabresi impegnati nella lotta partigiana che lasciarono centinaia di morti;
Desidero ricordare le tante donne calabresi partigiane, quali: Anna Cinanni di Gerace; Giuseppina Russo di Roccaforte del Greco; Caterina Tallarico di Marcedusa sorella del Comandante Frico; Cosco Lucia e Oneglia Antonietta di Catanzaro.
Rivolgo un pensiero di gratitudine all’ingegnere Antonio Tallarico “Capitano Frico”, di Marcedusa deceduto qualche anno fa a Catanzaro. Alla medaglia d’oro, martire delle fosse Ardeatine, Giovanni Vercillo di Catanzaro. Alle medaglie d’Oro Aldo Barbaro, di Catanzaro; Vinicio Cortese di Nicastro; Saverio Papandrea di Vibo Valentia, ufficiali del regio esercito che dopo l’armistizio si aggregarono a formazioni partigiane e immolarono la loro vita.
Chiudo con la proposizione di una poesia di Giuseppe Ungaretti sulla resistenza
Qui
Vivono per sempre
Gli occhi che furono chiusi alla luce
Perché tutti
Li avessero aperti
Per sempre
Alla luce
Sabatino Nicola Ventura
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