
di FILIPPO COPPOLETTA
Si applaude, si piange, si urla, ci si abbraccia e per un momento ogni problema sembra passare in secondo piano. È l’emozione della vittoria che ieri ha avvolto ogni settore del Ceravolo. Non siamo però al novantesimo. Il fischio d’inizio ancora deve essere lanciato e il Catanzaro ha già conquistato la sua vittoria. Lo fa regalando un momento carico di ogni possibile forma di amore. Lo fa con il cuore. E soprattutto lo fa per il piccolo Francesco. Un guerriero tra i guerrieri. Dodicesimo leone che scende in campo in braccio al suo eroe. Questo momento, lo aveva sognato ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato così presto. Doveva varcare i cancelli dello stadio solo per assistere all’incontro con il Palermo e invece si è ritrovato indiscusso protagonista della nona giornata di campionato.
Dalle tribune ai distinti, dalla curva alla sala stampa, un lungo applauso questa volta unisce la discesa in campo dei titolari alla sorpresa di Francesco che, dalle braccia di re Pietro, guarda ammaliato gli spalti. Il capitano, questa volta, non presta attenzione alle ritualità di inizio partita. È impegnato a mostrare a Francesco ogni cosa che sta avvenendo in quel magico momento che precede il fischio d’inizio. Poi si voltano insieme. Pietro lo sa già. Francesco lo scopre in quel momento. La Capraro sta alzando un lungo striscione. È tutto per lui. “Ci sono battaglie più importanti di una partita. Non solo oggi. Non solo in campo. Piccolo Francesco, gli Ultras sono con te”. Chissà cosa ha pensato Francesco. Chissà cosa ha detto al suo capitano. Chissà se gli tremavano le mani o se ha pianto di gioia. Perché per noi - spettatori, giornalisti, tifosi - per noi è stato come essere lì al posto suo, condividevamo l’emozione di un bambino che non ci serviva conoscere approfonditamente. Bastava guardarlo. Guardare quell’atmosfera e pensare che grande cosa stava realizzato questa società.

Noi saremmo stati probabilmente impacciati per l’emozione. Lui no. Francesco è irrequieto, è felice. Saluta gli spalti, batte il cinque alle Aquile siciliane che non mancano di sensibilità donandogli, negli spogliatoi, la loro divisa. Francesco prende posto anche nella foto di rito dell’undici titolare, poi saluta tutti - anche la panchina - e torna da mamma e papà per gustare quella che sarà una delle gare più avvincenti di questa prima parte di campionato. Una gara che troverà la prima agognata vittoria contro un avversario tutt’altro che docile. Merito della carica e della forza impartita da Francesco? Vogliamo che sia soprattutto così. Così vuole anche capitan Iemmello che subito, appena prende parola in sala stampa, il suo primo pensiero è per Francesco: la vittoria è tutta sua.
Questa giornata, questa vittoria è la conquista di uno sport capace di regalare emozione e spensieratezza, gioia e speranza, a qualunque età, in qualsiasi periodo della propria vita, anche percorrendo una strada tortuosa con la forza di chi ha la voglia e la capacità di sognare in grande: una carriera da calciatore, partendo dalle giovanili del Catanzaro, passando per Juve e Real, per poi concludere nella tua città. Il sogno di Francesco è davvero ambizioso e l’augurio è quello di vederlo realizzato in ogni suo più piccolo dettaglio. Se non giocherà la Champions, però, nessuno sarà deluso, ci basterà vedere il suo sorriso ad ogni rete di Iemmello e noi gli dedicheremo sempre un “cuoricino arancione”.
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