Il centrodestra catanzarese litiga sul "modello Cosenza" e anche per l'eccessivo affollamento

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Palazzo De Nobili
  19 ottobre 2019 21:09

di GABRIELE RUBINO

Sono mesi, forse anni, che mal si sopportano. Proprio nelle settimane decisive che porteranno alla definizione delle candidature delle prossime elezioni regionali, esplode il conflitto fra gli alleati del centrodestra catanzarese. Da una parte il gruppo di Catanzaro da Vivere, dall’altra quello di Forza Italia. Da un lato si legge Polimeni e si intravede Baldo Esposito (in posizione più defilata ultimamente Piero Aiello), dall’altro si scrive Cardamone e si scorge sopra Tallini. Uniti per vincere alle amministrative del 2017, ci avevano riprovato tutti insieme appassionatamente alle nazionali del marzo 2018. Andò male, con Aiello e Tallini rimasti fuori dal Parlamento. Da allora, Forza Italia, dove comanda Tallini, ha eretto il muro all’entrata nel partito azzurro del movimento aielliano. L’embargo ha funzionato anche grazie al veto di Santelli e degli Occhiuto ai Gentile nel cosentino. Se è da qui che (ri)nascono i dissapori fra le due forze racchiuse nella stessa coalizione di maggioranza del Comune e della Provincia di Catanzaro, è proprio sull’appoggio al primo cittadino di Cosenza che è nato l’ultimo scontro.

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IL FILO ROSSO CATANZARO-COSENZA- Quel filo rosso che collega politicamente il capoluogo regionale con Cosenza esiste quindi già da tempo. Catanzaro da Vivere ha atteso in silenzio il pronunciamento definitivo della Corte dei Conti che porterà al dissesto di Palazzo dei Bruzi per affondare il “modello Cosenza” dei «capodanno spaziali con ospiti d’eccezione» mentre crescevano i debiti. Forza Italia nella replica ha predicato la moderazione nei giudizi rinfacciando agli alleati i dubbi sulla ricandidatura del 2017 di Abramo di cui adesso sono i più strenui difensori in vista della corsa al trono della Cittadella. Proprio il ruolo di Abramo è il perno attorno a cui tutti ruotano. Il sindaco e la sua pattuglia rimangono in silenzio per non scomporre ulteriormente degli equilibri che sono già saltati e che aspettano di riassestarsi una volta che ci saranno i nomi dei candidati delle Regionali. Il che non esclude strappi traumatici, anzi li prefigura. Il primo cittadino e presidente della Provincia si sente tuttora in lizza come potenziale candidato governatore del centrodestra, soprattutto adesso che non può più esserlo Mario Occhiuto che al massimo potrà scegliere la strada solitaria all’insegna del civismo.

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L’AFFOLLAMENTO IN VISTA DELLE REGIONALI- Le scaramucce ai lati di Abramo si spiegano in parte con il problema di affollamento nelle liste e fra le virtuali caselle degli assessori. Tallini ed Esposito, consiglieri uscenti, rischiano di pestarsi i piedi nel collegio, senza dimenticare che potrebbe reclamare spazio anche un uomo vicino al sindaco come Filippo Mancuso. Per gli assessorati c’è Parente per FI. E poi c’è anche Aiello. Chissà come si collocherà un altro big della politica catanzarese come Enzo Ciconte, che ha sposato il progetto Occhiuto sicuro di un posto nel listino del candidato presidente, ma con lo scacchiere tutto in rimescolamento. Le sgomitate nel centrodestra catanzarese per le Regionali sono cominciate: non è detto che questa volta ci sia spazio per tutti.

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